Il Fatto Quotidiano

Galliani e il pranzo a palazzo con B. sui diritti del calcio

Le intercetta­zioni L’ex ad del Milan interessò Ghedini del fascicolo dell’Antitrust e il legale gli propose un summit a Roma o ad Arcore

- » DAVIDE MILOSA

Calcio e diritti televisivi. Il legame è stretto, spesso complicato, certamente pericoloso. Su questo, da tempo, indaga la Procura di Milano. Diversi gli indagati, per tre anche una richiesta di arresto bocciata dal gip e che ieri è tornata sul tavolo del tribunale del Riesame. I pm chiedono la revisione, i giudici si sono riservati. Nell’attesa le carte sono state depositate. Sono ben 12 faldoni che raccontano una vicenda complicata, fatta di accordi sottobanco per spartirsi i diritti del calcio, di fondi neri e di denaro riciclato finito nelle casse delle società sportive. Nel mirino il triennio 2015/2018. Incassa, soprattutt­o, Mediaset. Per lei lavorano di sponda l’allora presidente della lega Calcio Adriano Galliani e Marco Bogarelli l’allora dominus di Infront, la società che per la Lega gioca da advisor.

NEL GIUGNO 2014 tutto viene assegnato. Circa un anno dopo, siamo a maggio, l’Antitrust apre una fascicolo. Nello stesso momento anche la Procura di Milano accende i suoi riflettori. In quel periodo, dunque, bisogna correre ai ripari. Lo sa molto bene Adriano Galliani, il cui telefono è da poco stato messo sotto controllo. Siamo alla fine di settembre. Il giorno dopo, il primo ottobre, davanti all’Antitrust saranno sentiti i vertici di Infront. L’ex ad del Milan così invia una mail all’amico e avvocato Niccolò Ghedini. Gli comunica i nomi dei tre legali che assistono la Lega. Pochi minuti ed è lo stesso legale di Silvio Berlusconi a chiamare. “Ghedini – annota la Finanza – si mostra interessat­o alla vicenda dell’Antitrust”. Quindi dice: “Domani fac- ciamo un pranzo con il Presidente, Gianni e Confalonie­ri”. La location scelta è quella romana di palazzo Grazioli. “È alle 13 – prosegue Ghedini – tu non riesci a venire?”. Galliani, però, è riluttante, non potrà esserci. E comunque ci tiene a spiegare. “Io posso fare poco in questa vicenda (…) quello che è il ragionamen­to da fare è di coordinars­i con gli uffici della Lega”. Ghedini, però, ci riprova: “Ho capito, se ritieni noi domani alle 13 siamo qui a Grazioli, solo noi”. Galliani pare non ascoltare e prosegue nel suo ragionamen­to: “Io ti ho mandato i tre studi legali, che sono tutti a Roma che stanno seguendo la Lega (…). La Lega è assolutame­nte schierata”. Su questa frase Ghedini lo interrompe: “No, no vabbè poi dopo ne parliamo (…) Quella roba, lascia stare, se vuoi venire domani siamo qua”. Galliani allora dice che proverà a esserci o in alternativ­a si vedranno il lunedì successivo ad Arcore. Berlusconi dice sempre che non si occupava di questioni così spicciole, chissà come andò quella volta.

L’INTERCETTA­ZIONE è importante per mettere a fuoco i poteri che in quell’anno furono attivati per provare a tutelare un gruppo di persone composte da Galliani, Bogarelli e altri. Un gruppo che per i pm equivale a un’associazio­ne a delinquere e che invece il gip derubrica a semplice lobby. Il colloquio Ghedini-Galliani è contenuto in un richiesta di proroga di intercetta­zioni. Richiesta che l’allora gip Giuseppe Gennari firma. Spiega il giudice: “Galliani nella conversazi­one con Ghedini palesa la necessità di coordinare l’azione di Mediaset con la Lega calcio con ciò confermand­o il dato relativo alla gestione delle gare di assegnazio­ne da parte di Infront (soggetto che si è visto asservito ai voleri dello stesso Galliani)”. Non è finita: l’ipotesi viene confermata dallo stesso Galliani in un’altra intercetta­zione con l’avvocato Leandro Cantamessa, storico legale del Milan, sfiorato dalle vicende di Calciopoli.

“L E AN D RO – si legge nel brogliacci­o – chiede a Galliani perché si sono incontrati con Ghedini ad Arcore”. “Quella di Infront?”, chiede Galliani. E poi spiega: “Siamo tranquilli su tutto il fronte”. Cantamessa poi dice che a breve vedrà lo stesso Ghedini per parlare dei diritti tv. Il tema è caldo. Il punto, si vedrà poi, è capire se la Lega è ente di diritto privato o pubblico. “Perché – dice Galliani. Se siamo privati come cazzo fanno a darci la turbativa d'asta (..). Comunque il ragionamen­to sono stato io a dirglielo (a Ghedini, ndr). Cos’è la Lega? Un’associazio­ne tra venti signori che giocano la Serie A”. La storia, dunque, sembra proseguire. Perché dopo le sanzioni milionarie, le iscrizioni nel registro degli indagati, ora l’ultima strada della procura di Milano è quella delle voluntary disclosure. Secondo l’accusa, infatti, ci sarebbero state false comunicazi­oni per costruire le Vd. Per questo, in particolar­e, sono indagati Marco Bogarelli e Giuseppe Ciocchetti. Non a caso, emerge dalle ultime proroghe di quest’anno, i pm hanno chiesto e ottenuto l’intercetta­zione del telefono del commercial­ista milanese che ha curato le relazioni allegate all’istanza di voluntary disclosure.

Settembre 2014 L’incontro alla vigilia della convocazio­ne dei responsabi­li dell’advisor della Lega Calcio Domani facciamo un pranzo con il presidente, Gianni e Confalonie­ri. Quella roba, lascia stare, se vuoi venire domani siamo qua NICCOLÒ GHEDINI Perché. Se siamo privati come cazzo fanno a darci la turbativa d'asta (..). Il ragionamen­to sono stato io stesso a dirlo a Ghedini ADRIANO GALLIANI

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Da sinistra: Adriano Galliani, Niccolò Ghedini e Silvio Berlusconi
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Protagonis­ti
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Ansa/Lapresse

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