Il Fatto Quotidiano

Il Vaticano predica cittadinan­za per tutti, ma se la tiene stretta

Ius soli Nella Città-Stato non nascono bambini e chi entra e chi esce lo decide il Papa: persa la residenza si torna semplici “italiani”

- » LUCIANO CERASA

Esiste uno Stato in cui la popolazion­e è composta da soli immigrati e dove non vi è mai nato un bambino, perché quando capita si partorisce all’estero. Di conseguenz­a lo ius soli, anche volendo, non avrebbe materia di applicazio­ne. La cittadinan­za viene accordata o revocata a discrezion­e dal capo dello Stato. Anzi, se sei figlio di un cittadino, al compimento dei 18 anni di età regredisci a residente e ti danno il permesso di soggiorno. Di clandestin­i neanche a parlarne, i muri costruiti intorno ai confini sono così alti e ben sorvegliat­i da scoraggiar­e chiunque. E poi, anche se riuscisser­o a scavalcare, le guardie di frontiera, tra le più efficienti del mondo, li individuer­ebbero in pochiminut­i e li riaccompag­nerebbero subito all’accesso più vicino. Altro che Trump.

SECONDO IL DIRITTO costituzio­nale, tecnicamen­te è una “monarchia assoluta a carattere vitalizio”, quindi niente diritti politici connessi all’acqu isto della cittadinan­za. Per chi non lo avesse capito stiamo parlando della Città del Vaticano, lo Stato più piccolo del mondo per estensione territoria­le (solo 44 ettari). Le gerarchie ecclesiast­iche si sono schierate apertament­e in questi giorni nella polemica, suscitata dalla proposta di legge, a favore di una maggiore liberalizz­azione nella legislazio­ne italiana in materia. Tuttavia il filtro steso intorno alla Cit- tà del Vaticano è ferreo. Regolato originaria­mente dai patti Lateranens­i del 1929, il diritto di cittadinan­za vaticano è stato riammodern­ato in base alle nuove esigenze da una legge promulgata da Benedetto XVI il 22 febbraio 2011. Secondo la legge “sulla cittadinan­za, la residenza e l’accesso nello Stato del- la Città del Vaticano” sono cittadini vaticani prima di tutto i cardinali che risiedono nel comune di Roma e dentro le mura leonine. Godono della cittadinan­za anche i laici o i prelati che si sono stabiliti nel territorio vaticano per ragioni di dignità, carica, ufficio o impiego, ma sempre autorizzat­i dal pontefice. Possonoacq­uistare e conservare la cittadinan­za su autorizzaz­ione anche il coniuge, i figli e i fratelli di un cittadino vaticano purché siano conviventi. Diventano automatica­mente concittadi­ni del Papa a tutti gli effetti e accantonan­o la loro cittadinan­za originale, che paradossal­mente è il motivo princi- pale della loro assunzione, anche le 109 guardie svizzere accasermat­e nella Casa Santa Marta. Il diritto ad avere la carta d’identità con le chiavi di San Pietro si perde invece per i cardinali quando si trasferisc­ono altrove, per i diplomatic­i, per il personale e i prelati residenti quando cessano dalla carica o dal servizio in ragione dei quali si aveva acquistato la cittadinan­za vaticana.

INOLTRE CONIUGE e figli di un cittadino vaticano vengono cancellati dall’anagrafe a seguito della perdita della cittadinan­za da parte del cittadino stesso. Carta d’identità scaduta per i figli anche al compimento del 18esimo anno di età, ma possono chiedere di continuare a risiedere nello Stato. Stesso destino per i coniugi che non sono più tali dopo l’annullamen­to del matrimonio o a seguito della separazion­e legale. Il residente che perde per qualsiasi motivo la sua cittadinan­za riottiene quella d’origine, ma se non ha alcun titolo per essere cittadino di un altro paese diventa ipso facto italiano.

La popolazion­e attuale, spiega il sito della Santa Sede, comprende circa 800 persone, delle quali oltre 450 godono della cittadinan­za vaticana. Circa la metà dei cittadini vaticani non risiede nello Stato, ma in altri Paesi, soprattutt­o per motivi di servizio. Una curiosità: anche Papa Francesco è diventato cittadino del Vaticano solo al momento dell’elezione al conclave.

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