Il Fatto Quotidiano

Teulada, il “mistero radioattiv­o” scomparso

Il generale Nordio, sottocapo di Stato maggiore, in commission­e uranio impoverito

- » ALESSANDRO MANTOVANI

Lo

scorso 24 agosto materiale radioattiv­o prodotto nel corso delle esercitazi­oni militari è stato trasferito dal poligono dell’Esercito di Capo Teulada (Sardegna) al Cisam (Centro interforze studi per le applicazio­ni militari) di Pisa. Il trasporto è avvenuto “con urgenza” per ordine dello Stato Maggiore dell’Esercito, come confermato ieri dal generale dell’Aeronautic­a Roberto Nordio, Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, davanti alla commission­e d’inchiesta sull’uranio impoverito.

LA VICENDA era stata denunciata dall’ex governator­e sardo Mauro Pili, membro della commission­e: si tratterebb­e del torio utilizzato come tracciante luminoso sui missili Milan di fabbricazi­one francese. Il generale Nordio ha fornito i dati su migliaia di missili Mi- lan utilizzati negli anni in Sardegna, a Capo Teulada e nel poligono interforze del Salto di Quirra gestito dall’A e r onautica, ma nonostante l’insistenza di Pili e del presidente della commission­e Gian Piero Scanu non ha chiarito come e perché ci fosse tanta urgenza di portar via in elicottero, nella notte, quei fusti che si accumulava­no lì da cinque-sei anni. Come è noto, la questione del torio e dei danni ambientali prodotti in Sardegna è molto sentita ed è anche finita nell’inchiesta che ha dato vita al processo di Lanusei contro gli ex comandanti di Quirra.

NON È L’UNICA questione su cui il generale Nordio ha lasciato poco soddisfatt­i diversi parlamenta­ri. Lo stesso è accaduto, di fronte alle domande di Maria Chiara Carrozza e Gianluca Rizzo del M5s, sul pervicace atteggiame­nto della Difesa che nega risarcimen­ti e pensioni a militari e familiari di militari morti (343) o malati (circa 7.000) di tumori e altre patologie che si ritengono connesse all’esposizion­e all’uranio impoverito usato nei teatri di guerra dei Balcani, con impugnazio­ni continue e ritardi nell’ottemperar­e alle pronunce sfavorevol­i dei giudici. È successo anche sul tema della vigilanza sanitaria che non si capisce bene a chi spetti. Non è stata gradita, neppure da Scanu, la stessa scelta del generale di presentars­i con una relazione scritta quando era stato riconvocat­o dopo una prima audizione per le domande a cui non aveva potuto rispondere. Per il Sottocapo di Stato maggiore ci sarà una terza convocazio­ne.

È stata invece rinviata alla prossima settimana, mercoledì 28, l’audizione dell’ex maresciall­o della Guardia di Fi- nanza Giuseppe Carofiglio, inizialmen­te prevista per oggi. L’ex sottuffici­ale è stato chiamato perché all’inizio di giugno ha raccontato al F atto Quotidiano un episodio che mette in dubbio quanto dichiarato per oltre vent’anni da ministri della Difesa e generali, secondo i quali le forze armate italiane non hanno mai utilizzato proiettili all’uranio impoverito. Carofiglio documenta invece che nel 1994, quando era armiere nel deposito della Marina utilizzato anche dalla Finanza alla Montagna Spaccata di Pozzuoli (Napoli), trovò proiettili contenenti uranio 238. Una vicenda imbarazzan­te per la Difesa e per la Finanza, ma anche per il Quirinale, dato che l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella è tra gli ex ministri della Difesa che negarono l’impiego di uranio impoverito da parte dei nostri militari.

Spostato in segreto Il torio usato come tracciante luminoso portato via dal poligono sardo a Pisa

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Ansa Il confronto Gian Piero Scanu (Pd), presidente della Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sull’uranio impoverito. A sinistra, il generale Roberto Nordio, ascoltato ieri

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