Cucù, Bayrou non c’è più Macron senza zavorra
L’alleato centrista e ministro della Giustizia si dimette per evitare imbarazzi
“Non esporrò il governo e il presidente a una campagna di menzog ne ”. François Bayrou, che potrebbe essere indagato nell’inchiesta sui falsi impieghi al Parlamento Ue del suo partito, il MoDem , non è più ministro della Giustizia. Lo ha annunciato ieri mentre Emmanuel Macron e il premier Edouard Philippe stavano lavorando al rimpasto del nuovo esecutivo. Il governo ha perso uno dei suoi pezzi forti. Bayrou avrebbe dovuto difendere la legge sulla moralizzazione della vita politica che ha già scritto e che sarà dibattuta in Parlamento questa estate. Lo farà al suo posto la nuova Guardasigilli, Nicole Belloubet, membro del Consiglio costituzionale dal 2013 e vicina al partito socialista. “Non ho dubbi – ha detto Bayrouai giornalisti –. Sono io il vero bersaglio di denunce anonime che hanno il solo scopo di screditare il ministro che porta questa legge”.
UNA LEGGE scomoda, che non piace a certi “potenti”. Bayrou ha fatto capire che ha preferito farsi da parte. Ha preso la decisione e l’ha esposta a Emmanuel Macron già un paio di settimane fa, quando la Procura di Parigi ha aperto l’inchiesta per verificare la situazione di una decina di assistenti di eurodeputati MoDem che, allo stesso tempo, cumulavano anche un lavoro nel partito. Le dimissioni di Bayrou si sono portate dietro quelle di Marielle de Sarnez, ministra agli Affari europei, mentre martedì si era dimessa Sylvie Goulard, ministra della Difesa, il cui nome è citato nell’inchiesta. La prima è stata sostituita con Nathalie Loiseau, attuale direttrice dell’Ena, la prestigiosa scuola d’amministrazione, la seconda con la socialista Florence Parly. Bayrou è stato più volte candidato all’Eliseo, senza mai accedere al ballottaggio. Alle ultime elezioni ha deciso di sostenere Macron ed è diventato il suo principale alleato. Sembrava arrivato il suo momento. Dopo un mese da Guardasigilli, tornerà a fare il sindaco di Pau. Vittima, secondo lui, di un sistema di social, giustizia e media, che va troppo in fretta e condanna al minimo sospetto. Anche se, assicura, “non ci sono impieghi fittizi al MoDem”, Bayrou si fa da parte, ma non intende sparire. Ha anzi confermato la sua “intesa personale e politica” con Macron: “Continuerò ad aiutarlo”.
Il MoDem, che ha ottenuto 42 seggi alle legislative, è il principale alleato della République en Marche. Di fatto, numericamente, il partito di Macron, con 308 seggi, ha già la maggioranza assoluta (ne ba- stano 289) e potrebbe anche fare a meno del MoDem. L’uscita di scena di Bayrou, in un clima che stava diventando teso, è stata del resto accolta con un certo sollievo: “Semplifica la situazione”, ha osservato Christophe Castaner; portavoce del governo. Ma nel rimpastare l’esecutivo, Macron ha mostrato di avere ancora fiducia nel suo alleato centrista scegliendo due figure del MoDem, Geneviève Darrieusecq e Jacqueline Gourault, come segretarie di Stato ai ministeri rispettivamente della Difesa e dell’Interno.
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