Il Fatto Quotidiano

L’attentator­e maldestro aveva giurato fedeltà a Daesh

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Si chiamava Oussama Zariouh e aveva 36 anni, l’au to re del fallito attentato alla stazione Gare Centrale di Bruxelles. Cittadino marocchino e conosciuto dalle forze dell’ordine so ltan to per un ep is od io legato a reati di droga avvenuto nel 2016, non aveva precedenti che potessero collegarlo al terrorismo. Oussama è entrato in stazione la sera di lunedì attraversa­ndo la sala della biglietter­ia, e scendendo al piano sotterrane­o in direzione dei binari si è avvicinato ad un gruppo di persone: “Qui è avvenuta la prima debole esplosione e la sua valigia ha preso fuoco senza causare feriti - ha dichiarato il portavoce della procura, Eric Van Der Sypt - dopo il sospetto si è mosso alla ricerca del capo stazione e la sua valigia è esplosa di nuovo”. A questo punto secondo le ricostruzi­oni “l’uomo ha attaccato un militare al grido ‘Allah Akbar’. Il soldato ha sparato al suo assalitore, morto in seguito alle ferite riportate”.

Qualcosa, alla fine, emerge dalle perquisizi­oni nell’appartamen­to di Oussama Zariouh, nel quartiere di Moleenbek: “Era un simpatizza­nte d el l ’ Isis, all’i nt e rn o dell’abitazione sono state scoperte sostanze chimiche e componenti utilizzabi­li per assemblare ordigni esplosivi”. A renderlo noto è la procura belga. Un attentato che fortunatam­ente non ha provocato vittime ma, secondo il premier Charles Michel “avrebbe potuto essere potenzialm­ente molto pericoloso”, elogiando poi il sangue freddo “e la profession­alità delle forze de ll’ordine che hanno permesso di evitare un attentato”.

“Sono felice di aver mantenuto i militari per strada” ha invece detto il ministro dell’i nt e rn o belga Jan Jambon all’indomani dall’ac c ad u to . Intanto, sono state annunciate dal premier le “misure complement­ari di sicurezza” che riguardera­nno gli eventi particolar­mente sensibili come i grandi concerti.

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