Il Fatto Quotidiano

Popolari Venete, allarme per mutui e prestiti: restituire tutto. E subito

- » CARLO DI FOGGIA

PPOPOLARE di Vicenza e Veneto Banca vanno in liquidazio­ne coatta amministra­tiva. Intesa si prende la parte buona mentre i crediti deteriorat­i (17,5 miliardi) vanno alla bad bank che dovrà recuperare i soldi. Senza nuovi fidi iù passano le ore e più la ciambella della liquidazio­ne coatta amministra­tiva delle due banche venete – regal ando ciò che di buono resta a Intesa Sanpaolo a spese dello Stato – sembra non avere il buco. Nel primo giorno di lavoro, il commissari­o liquidator­e Fabrizio Viola si è trovato con un guaio destinato a ripetersi. Il Comune di Parma, guidato dal rieletto sindaco Federico Pizzarotti domani si sarebbe dovuto sedere davanti a un notaio con gli uomini della Popolare di Vicenza. Tema: il rientro di un debito da 50 milioni, poi ridotto a 32 dopo un primo stralcio, contratto dalla controllat­a Stu Stazioni, la società che ha costruito la nuova stazione ferroviari­a. Dopo mesi di trattative, il Comune aveva ottenuto un piano di rientro in 5 anni. Mancava solo la firma, ma ora non sa a chi rivolgersi. Tecnicamen­te la sua posizione è un “credito deteriorat­o”, e in quanto tale passato alla bad bank. Di norma le banche tentano di tenere in vita il debitore e infatti nell’accordo era previsto un nuovo finanziame­nto, di circa 1 milione di euro, per lasciare in piedi la società. Problema: a dispetto del nome, la bad bank non è una banca ma due società in liquidazio­ne coatta. Non è chiaro in che modo possa aprire linee di finanziame­nto per ristruttur­are un credito. E senza queste, la società fallisce. Come e peggio di Parma ci sono migliaia di imprese.

PARLANDO del decreto governativ­o, ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha chiarito seccato in una lettera al Foglioche su Popolare di Vicenza “non abbiamo salvato due banche che non stavano in piedi. Abbiamo invece liquidato le banche e salvato lavoratori, risparmiat­ori e imprese. Cioè l’economia del territorio”. Evidenteme­nte dell’economia del territorio non fanno parte quei quasi 20 miliardi di prestiti deteriorat­i contratti da famiglie, imprese e perfino enti pubblici con Vicenza e Veneto Banca che finiscono nella bad bank in mano ai commissari liquidator­i guidati da Viola. Attenzione però: non tutti sono crediti inesigibil­i (le cosiddette “sofferenze”), la metà è formata da situazioni di difficoltà del debitore che possono - per stessa ammissione del ministero di Padoan - perfino rientrare. E qui c’è un problema enorme che sta emergendo tra i commissari, che dopo essersi insediati hanno di fatto scoperto che legalmente potranno sempliceme­nte trattare tutti i debitori allo stesso modo, chiedendo cioè di rientrare dai prestiti e recuperand­o il credito: coattivame­nte o attraverso stralci e mediazioni.

In queste ore il caos regna sovrano. Lo schema del salva-

Schema

taggio governativ­o prevede che Intesa si prenda ciò che vuole delle due banche, in primi 26,1 miliardi di crediti in buona salute ( in bonis). Per evitare che l’ad Carlo Messina debba tagliare il dividendo ai suoi azionisti, lo Stato gli dà subito 5 miliardi, con garanzie per altri 12 miliardi se qualcosa dovesse andare storto. Intesa, per dire, potrà anche ridare indietro i crediti in bonis “ad alto rischio”. Il resto finisce nelle banche in liquidazio­ne, cioè nelle bad bank. Nella relazione tecnica del decreto, il ministero guidato da Padoan spiega di cosa parliamo: 17,5 miliardi di euro lordi di crediti deteriorat­i, di cui 8,9 miliardi di sofferenze e 8,4 di “inadempien­ze probabili” e “scaduti” (cioè con il debitore che è in ritardo nei pagamenti). I commissari liquidator­i si sono presto accorti che la legge gli consente solo di chiedere a tutti il rientro dai prestiti, aggravando così il problema di famiglie e imprese che hanno contratto prestiti. Anche questa è l’economia del territorio.

NON SOLO. La bad bank non curerà direttamen­te la gestione dei crediti, ma la delega alla famosa Sga, la Società per la Gestione delle Attività - che il Tesoro ha rilevato da Intesa a maggio 2016 - che cominciò a

Il guaio Parma e i sogni del Tesoro Il Comune deve 32 milioni a Pop Vicenza, che aveva concesso un nuovo fido. I debiti bolliti trasferiti alla liquidazio­ne a valori ottimisti

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Ansa Complicazi­oni Il commissari­o liquidator­e della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, Fabrizio Viola
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