CI MANCAVA IL BOSSETTI PARTY
Tutti han dimenticato Yara
Di
Yara non si parla più. Il ricordo di lei s’è decomposto come il suo corpo acerbo in quel campo brullo, in cui è stato ritrovato quel che di Yara il tempo, la fisiologia e gli animali hanno risparmiato. Non ci ricordiamo più che le piaceva viaggiare, che adorava Laura Pausini e Johnny Depp, che andava dal dentista una volta al mese e che adorava la pizza e le patatine. Era così magnificamente normale, Yara. Quando sparì, passarono al setaccio telefoni, computer, diari e tutto quello che utilizzava e al massimo trovarono qualche ricerca sulla ginnastica artistica. Era una tredicenne senza malizia, senza vanità precoce, senza segreti. E lo premetto, prima di passare ad altro, perché, appunto, Yara ce la siamo dimenticata.
Quel campo brullo ha lasciato il posto al palcoscenico scintillante del Bossetti Show, ovvero il processo mediatico più volgare, pacchiano, sciatto e irrispettoso della storia della cronaca nera di questo paese. Da quel 26 febbraio 2011, quando il corpo di Yara è stato ritrovato, ad oggi, è stato tutto un susseguirsi di cialtronate, finti scoop e teorie improbabili sostenute da sciacalli col tesserino, sciacalli senza tesserino, parenti surreali, correnti innocentiste capitanate da soggetti che paiono usciti da un film di Tarantino (o da un manicomio criminale) e da un’orda di commentatori da bar che discettano di Dna e corificazioni di cadaveri su Fb nonostante la terza media e conoscenze mediche che non vanno oltre “il bagno solo dopo 3 ore che hai mangiato”. E poi c’è la difesa di Bossetti che in fatto di show mesti e sepolcrali ha fatto la sua (grossa ) parte. Ma ripercorriamo i momenti più salienti del Bossetti show.
a) Il Dna sintetico. Secondo la difesa e alcuni accaniti innocentisti qualcuno potrebbe aver fabbricato del Dna sintetico. Ora, a parte che qualcuno ha scambiato il film La guerra dei cloni per un processo, l’avanzare una simile ipotesi sottintende che l’incriminazione di Bossetti sia il più grande complotto della storia. Decine e decine di inquirenti, genetisti e consulenti, dopo aver fatto giurin giurello, avrebbero firmato un documento segreto in cui si impegnano ad accollare a Bossetti un omicidio.
Il furgone bianco del video è un modellino Burago, Bossetti soffiò in un palloncino per gavettoni della Hasbro e sua mamma Ester è stata inseminata a sua insaputa da un ginecologo rettiliano. Neanche Grisham sotto crack avrebbe partorito una trama simile.
b) Ester Arzuffi e la sorella gemella di Massimo Bossetti Laura Bossetti. Agghindate da cartomanti di Tele Oro, vanno al Maurizio Costanzo Show e tra uno Stefano De Martino che parla di quanto sia brutta la gelosia e Paola Barale che affronta l’annosa questione “dopo i 40 a una donna crolla tutto?”, ricordano al pubblico che Bossetti è innocente. Salutano facendo la passerella applaudite dal pubblico dopo Samanta De Grenet.
c) Ester Arzuffi e l’inseminazione a sua insaputa. Dopo aver dichiarato di non aver mai avuto rapporti con l’autista Giuseppe Guerinoni (“neanche una sveltina”), a un certo punto la Arzuffi dice che il suo ginecologo, a fine anni 60, le metteva lì qualcosa di freddo. In pratica, il defunto Guerinoni, che probabilmente si sta rivoltando nell’autobus, tra una corsa e un’altra, conservava il suo liquido seminale nella vaschetta dei gelati e poi lo donava in giro inseminando tutto il Bergamasco. Si può pertanto dire che il Dna non è volatile, ma la virilità di Guerinoni sì.
Laura Bossetti denuncia ben quattro volte di essere stata picchiata da sconosciuti per aver difeso il fratello dalle accuse di colpevolezza. Parla di calci, pugni, costole rotte. Gli inquirenti e i medici stabiliscono che s’è inventata tutto. Le telecamere non riprendono alcun aggressore. Forse la picchia lo spirito del povero Guerinoni che chiede giustizia.
c) I Bossettiani. Per ragioni misteriose, attorno al caso Bossetti, si è creata una corrente di Bossettiani convinti della teoria del complotto capitanata da personaggi a dir poco inquietanti. Uno degli admin di Bossetti Libero è tale Eros Belotti, un misogino da manuale che scrive post come “un giorno uscirò in strada e comincerò a sparare a tutte le donne che incontro”. Ma c’era anche Lorenzo B., il pedofilo padovano ora in Francia che si è finto anche sismologo ad Amatrice. Nella pagina Facebook in questione e altre si cavalcano le teorie più disparate. Una su tutte “la teoria della mosca coprofoga”, ovvero la mosca che avrebbe trasportato il Dna di Bossetti in giro per Brembate. Il tutto, condito da minacce a giornalisti, giudici e consulenti. La criminologa Roberta Bruzzone ha denunciato la pagina Bossetti Libero dopo essere stata più volte minacciata di morte.
d) Le lettere hot. Dopo che la difesa di Bossetti ha cercato di buttare in caciara il più possibile le ricerche pornografiche e pedopornografiche trovate sul computer di casa Bossetti ( in particolare quelle “ragazzine con v… rasata) con moglie e figlio di lui che se le sono in buona parte attribuite, Bossetti in carcere scrive 40 lettere a una detenuta in cui va a parare sugli stessi, identici argomenti. Le lettere, neanche a dirlo, finiscono in pasto ai giornali.
e) I giornalisti innocentisti. Il tormentone di molti giornalisti pro- Bossetti è che non si siano battute a sufficienza altre piste (lo dicono per esempio Luca Telese a Roberto Saviano) o sposano, senza nasconderlo troppo, la tesi del complotto. A nulla serve ricordare loro che sono stati interrogati e intercettati tutti i familiari di Yara, amici di famiglia, amici e insegnanti della palestra, più di cinquanta genitori di ragazzine della palestra, il portiere della palestra, operai di varie ditte, gente ripresa a far benzina nel distributore vicino. Nulla. Per loro è complotto. Gianluigi Nuzzi e i giornalisti di Quarto Grado arrivano a indossare un bavaglio per protestare contro la decisione del giudice che ha proibito le telecamere al processo d’appello. Parlano di “processo a porte chiuse per la stampa”. Peccato che il processo fosse a porte chiuse per le telecamere, ma apertissime per i giornalisti col loro bel taccuino.
f) Infine, la novità della difesa: il drone. A vreb be fotografato il campo a gennaio, quando il corpo di Yara doveva trovarsi lì e invece nella foto non sembra esserci. “Scoop”. “Colpo di scena”, “Asso nella manica”, dicono difesa e giornali. Altra fuffa buona per il Bossetti Show. Perché le riprese dall’alto col corpo di Yara appena ritrovato erano già state fatte dagli inquirenti nel 2011 e come scritto nella sentenza, non era visibile perché a causa della vegetazione cresciuta attorno e sul corpo di Yara e della decomposizione era “di un colore indistinguibile rispetto a quello del terreno”. Perché entomologo, esperto di botanica, geologo e consulenti vari hanno stabilito che quel corpo era lì da 3 mesi. Perché non si può trasportare un cadavere decomposto. Perché basta dibattere di queste assurdità in tv. Perché basta con le tesi fantasiose. Perché è di Yara, che dovremmo ricordarci.
IL GRUPPO FACEBOOK
Tra i fan domina la teoria della mosca “coprofaga” che avrebbe portato il dna sugli slip della ragazzina
LA FURIA DEI BOSSETTIANI
La criminologa Bruzzone è stata minacciata di morte per non assecondare le teorie del complotto innocentiste