Il Fatto Quotidiano

Matteo sostituisc­e L’Unità con un pdf

Il Pd lancia un nuovo giornale e accantona la vecchia redazione

- » MARCO FRANCHI

dove c’era un tempo la gloriosa Unità fondata da Antonio Gramsci ora sventola un file pdf, titolo al femminile per evocare una continuità. Democratic­a, 10 paginette, quasi un’iniziativa amatoriale, infatti è gratuita, diffusa dai siti del Pd e dalle sue app (Bob). Almeno non c’è il rischio che i ricavi siano troppo bassi per pagare gli stipendi, come è successo: sono zero e zero resteranno. E il numero di download e quindi di lettori effettivi si può gestire con discrezion­e molto maggiore di quello delle copie in discesa che hanno portato alla sospension­e delle pubblicazi­oni dell’Un it à, quella diretta nell’ultima fase dal vignettist­a Sergio Staino. Che non ha preso benissimo la novità: “Hanno fatto tutto di nascosto, mentre chiedevo incontri ai rappresent­anti del Pd, nel frattempo stavano preparando questa nuova iniziativa”.

E la stava preparando l’ex condiretto­re di Staino, il deputato del Pd Andrea Romano, che di Democratic­a è direttore ( anche se la testata non è registrata). Con lui la squadra dell’Unità parallela, cioè Unità tv, quella che fa parte della Fondazione Eyu (una delle casseforti del Pd). Democratic­a sarà “un luogo virtuale ma concreto, da costruire insieme a voi”, è la promessa sulla prima pagina. Nel suo primo editoriale An- drea Romano celebra il Pd e la sua identità a 10 anni dalla fondazione, “Un’identità ideale e concreta che ha rinnovato in profondità la sinistra italiana, quando in Occidente la sinistra appare debole e in ritirata”.

Con la direzione di un pdf che non è neppure un vero giornale, grafica da bollettino parrocchia­le e circolazio­ne ignota, anche il percorso giornalist­ico di Andrea Romano pare un po’ in ritirata. Prima dalemiano, quando lavorava per la Fondazione Italianieu­ropei (oggi Massimo D’Alema è il grande nemico di Renzi), poi montezemol­iano, quando Luca Cordero di Montezemol­o voleva entrare in politica, editoriali­sta a fasi alterne di Stampa e Sole 24 Ore poi, fedele a una certa vocazione minoritari­a, di Rif or mi st a e Pa no ra ma . Nel 2013 riesce finalmente a en- trare in Parlamento, ma non nel Pd di cui ora deve incarnare lo spirito bensì con Scelta Civica, il partito di Mario Monti (uno dei critici più feroci di Renzi). Lui eletto, resta fuori Carlo Calenda che però diventerà ministro (anche lui con rapporti burrascosi con Renzi). Ma appena si consolida il potere renziano, con Matteo che arriva al governo, già nell’ott ob re 2014 Romano si riposizion­a: prima gruppo misto e poi Pd, “sono sempre stato un po’ di sinistra”, specifica (lui che aveva terremotat­o l’E i na ud i pubblicand­o giornalist­i di destra). Il premio per la conversion­e è la condirezio­ne dell’Unità. E, alla fine, la direzione di un pdf.

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Ansa La copertina del giornale

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