Il Fatto Quotidiano

Germania verso il voto e la Merkel sigilla i confini

Secondo i sondaggi la destra xenofoba è la terza forza dopo Cdu e Spd La cancellier­a ha già pagato alle urne la “grande accoglienz­a” del 2015

- » MATTIA ECCHELI

La Germania di Angela Merkel, alla vigilia del voto politico di settembre, ha di nuovo blindato le proprie frontiere e inasprito le norme per la concession­e dell’asilo e la Baviera ha addirittur­a intensific­ato i controlli alle frontiere meridional­i e orientali. Gli effetti del “giro di vite” sono stati immediati: nel 2016 sono stati registrati oltre 310 mila richiedent­i asilo. La Csu, l’alleato bavarese della Merkel, sollecita una soglia massima a quota 200 mila, che la cancellier­a ha sempre sdegnosame­nte rifiutato.

GLI UNICI INGRESSI legali possibili sono quasi esclusivam­ente legati ai ricongiung­imenti familiari, comunque più difficili, previsti per i rifugiati riconosciu­ti secondo le convenzion­i internazio­nali per minorenni. Solo che le procedure possono richiedere oltre un anno e se nel frattempo è arrivata la maggiore età il diritto decade. Tutte le richieste devono passare da un’ambasciata e per un appuntamen­to servono parecchie settimane. Salvo eccezioni, anche nelle migliori delle ipotesi l’asilo è “provvisori­o”, fino a tre anni. Per chi ha soldi, la cosiddetta “rotta dei Balcani” continua a essere aperta, ma l’ingresso nel Paese avviene poi in modo illegale. La Germania ha anche deciso di agevolare anche i rientri volontari con incentivi economici più significat­ivi rispetto al passato e punta a diverse forme di cooperazio­ne internazio­nale, soprattutt­o in Africa, per evitare le partenze.

È lontano quel 2015 in cui la cancellier­a Merkel saldò il debito con la storia. I primi profughi furono accolti alla stazione di Monaco di Baviera tra gli applausi sinceri dei tedeschi. L’inasprimen­to del conflitto in Siria aveva innescato un esodo biblico del quale la Germania si era fatta carico, sperando inutilment­e nella solidariet­à di altri Paesi europei. La cifra iniziale dell’accoglienz­a di massa era di 1,1 milioni, poi corretta al ribasso: 890 mila persone. Il 65% dei richiedent­i asilo arrivava da Siria, Afghanista­n, Iran, Iraq ed Eritrea. Tre quarti dei migranti ha ottenuto una forma di protezione.

ADESSO Berlino spende almeno 22 miliardi di euro l’anno per i rifugiati. La Merkel dal volto umano affermò che era stato un errore non aiutare in precedenza Italia e Grecia. L’iniziale entusiasmo dei tedeschi era stato prima travolto dalla dimensione del fenomeno e poi seppellito dagli attentati che in molti hanno impropriam­ente collegato ai profughi. Il conto è stato presentato ad Angela Merkel dalla destra xenofoba di Alternativ­e für Deutschlan­d, che è entrata più o meno trionfalme­nte in quasi tutti i Parlamenti regionali e si prepara ora ad approdare al Bundestag come prima forza di opposizion­e, almeno stando ai sondaggi, in caso di grande coalizione tra Cdu e socialisti.

Politiche teutoniche Berlino spende 22 miliardi l’anno per i rifugiati e agevola i rientri volontari

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LaPresse Scenari Un intervento della ong Moas nel Mediterran­eo e Angela Merkel. A sinistra, Nicola Latorre
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