Delrio il distratto, i segreti di Porta Pia e i misteri di Ancona
Le apparenze complottano a far credere che al ministero delle Infrastrtture gli uomini del “sistema Incalza” siano ancora padroni del campo. E che il ministro Graziano Delrio, nominato due anni fa al posto di Maurizio “Rolex” Lupi, per distrazione, pigrizia o chissà che altro, lasci fare. Certo è che Delrio non ha intaccato il vero muro portante di Porta Pia, l’opacità. Lo dimostrano due casi. Il primo è lo scandaloso project fi na nc in g del cosiddetto passante di Ancona. Solita storia: il privato – nel caso specifico Salini-Impregilo, gigante del cemento caro a Matteo Renzi – si impegna a costruire a sue spese una bretella autostradale che collega il porto di Ancona con l’A14, promettendo che si ripagherà con i pedaggi. Sono 11 chilometri, costano (a prezzi 2005) 480 milioni. Per caso si scopre il piano economico finanziario, segretissimo perché, come spiega il responsabile della Vigilanza sulle autostrade Mauro Coletta, “disciplina i rapporti, anche sotto i profili economico-finanziari, tra lo Stato e una società privata”. Si legge che il progetto prevede ricavi 4-5 volte superiori alla media della rete autostradale. E se tanto ottimismo andasse deluso lo Stato ripianerebbe. Grazie all’imprevista rivelazione l’opera viene bloccata.
SUCCEDE POI che la deputata M5S marchigiana Donatella Agostinelli, in prima linea nella battaglia con il consigliere comunale di Ancona Andrea Quattrini, lo scorso 15 febbraio rivolge un’interrogazione a Delrio. Nessuna risposta. Gliela ripete il 6 giugno. Nessuna risposta. A valle della cancellazione dell’opera, ministero, Regione Marche, Comune di Ancona, Fs e Anas hanno firmato un protocollo d’intesa sul futuro dei collegamenti del porto. Agostinelli denuncia che il sullodato Coletta, a guardia delle furbate autostradali, avrebbe inserito nella bozza una frase che attribuisce al Comune di Ancona la responsabilità di aver bloccato l’opera. Sono quelle mezze righe che sembrano scritte apposta per consentire a Salini-Impregilo di chiedere i danni. Quattrini chiede l’accesso agli atti e scopre una email dell’assessore Ida Simonella al dirigente comunale Claudio Centanni dove si legge: “Abbiamo fatto cambiare la frase di Coletta”. Pericolo scampato. A febbraio Agostinelli chiede a Delrio chi sia il dirigente autore del capolavoro, cioè del “tentativo di scaricare sul Comune responsabilità inesistenti, esponendo in tal modo i cittadini di Ancona ad affrontare un contenzioso di proporzioni inimmaginabili e compiendo comunque un atto inqualificabile”. Silenzio. A giugno, avendo scoperto grazie a Quattrini, non grazie a Delrio, che il dirigente era Coletta, Agostinelli chiede “come sia possibile che un funzionario dello Stato possa aver tentato di inserire una premessa non rispondente al vero, che avrebbe potuto dare l’opportunità al concessionario di intentare una causa milionaria ai danni di un ente pubblico” e “come si giustifichi che lo stesso funzionario continui a ricoprire un ruolo così importante e delicato all’interno del ministero”. Ancora silenzio. Perciò non possiamo sapere 1) se la deputata M5S stia delirando; 2) se Delrio sia molto distratto; 3) se Delrio finga di essere distratto.
Secondo caso. I dirigenti del ministero hanno appena firmato con il gruppo Gavio e gli spagnoli di Abertis la nuova concessione autostradale per la Brescia-Piacenza. In quel contratto c’è scritto se è previsto il nuovo sistema di eurotariffa che i concessionari non vogliono, o se hanno ottenuto anche per i prossimi 30 anni di farsi beffe delle regole europee. Sarebbe bello che Delrio rivelasse ai contribuenti se quel contratto sarà mai reso pubblico o se anche questo sarà trattato come affare privato suo e dei suoi inamovibili dirigenti.
Twitter@giorgiomeletti