“L’accordo con Sarraj, senza le 150 milizie e Haftar, è già fragile”
EmmaBonino L’ex ministro: “Tra proposte, contro-proposte e smentite, mi gira la testa”
“Siamo bombardati in questi giorni da resoconti di vertici, incontri, accordi e relative retromarce, smentite, precisazioni e correzioni nel giro di qualche ora: fa quasi girare la testa. Ma proposte serie e praticabili zero”. Eccola Emma Bonino, radicale prima di tutto, due volte ministro – agli Esteri (2013-2014) con Enrico Letta premier, al Commercio internazionale e alle Politiche europee (2006-2008) con Romano Prodi – e in precedenza commissario europeo per gli aiuti umanitari (1995-1999). “Sono fiduciosa e determinata nel portare avanti la campagna Ero straniero di Radicali italiani”.
Navi militari italiane a poche miglia dalle coste libiche. Di che cos’altro si tratta se non di respingimenti?
Dico che tenere conto di proposte, contro- proposte, incontri, summit, riunioni, mi fa girare la testa. Le soluzioni propagandate sono una più strampalata dell’altra. Rimandiamo indietro cinquecento clandestini/irregolari al giorno (ovviamente impossibile), chiudeteli tutti a Lampedusa dice l’Austria e intanto noi chiudiamo la frontiera del Brennero (dove per altro non transita quasi nessun rifugiato), poi il polverone sulle organizzazioni non governative, il vertice di Parigi, quello di Tunisi, la polemica inutile su Triton facendo finta di non conoscere il protocollo operativo sottoscritto dall’Italia nel 2014 che prevede l’utilizzo solo dei nostri porti. È un lungo e inutile farfallio. Una grandissima agitazione, ma tutte iniziative inconsistenti. Le uniche proposte serie le abbiamo avanzate noi radicali: la raccolta firme della campagna Ero straniero per superare la Bossi-Fini mettendo in ordine le cose almeno in Italia, al nostro fianco ci sono una estesa rete di operatori del settore e numerosi sindaci: siamo a trentamila firme; e l’idea di utilizzare la direttiva 55 dell’Unione europea per la libera circolazione dei migranti con visto umanitario per mettere pressione sugli altri Stati europei.
Intanto la Libia smentisce, corregge, precisa...
Non lo so, ma non voglio neppure più seguire questo ping pong. I dettagli di un eventuale accordo non li conosciamo, ma purtroppo pare che non li conoscano neppure le parti in causa. In più la soluzione navi militari italiane in Libia sarebbe stata concordata solo con il premier di Tripoli Sarraj, ma il generale di Tobruk Hafatar come reagirebbe? E come reagirebbero le centocinquanta milizie?
E il presidente Macron annuncia hotspot in Libia... Gestiti dall’Unhcr ( l’Al t o commissariato Onu per i rifugiati) dicono. Ma quando mai? La Libia non ha neppure mai ratificato la Convenzione di Ginevra. Chi garantirà la sicurezza di funzionari e personale delle Nazioni unite? Le milizie libiche forse? Il dibattito mi continua a sembrare poco serio anche Oltralpe.
È Macron, ma ad alcuni sembra Marine Le Pen.
Ne ho sentiti anche altri dire cose analoghe senza arrivare al Front national. Poi manca l’altra gamba della questione: una volta identificati, supponiamo, in un hotspot/lager in territorio libico e con i requisiti in ordine chi se li prende? La Francia? Altri? “Aiutiamoli a casa loro”, lo slogan renziano, è la soluzione?
Attivismo piuttosto confuso con proposte che cadono una dopo l’altra, ma magari riuscire ad aiutarli a casa loro! Detto a una radicale poi... Marco Pannella negli anni 80 aveva capito che il Mediterraneo è un lago e ripeteva che “se non ci occuperemo dell’Africa l’Africa si occuperà di noi”. Quindi va benissimo aiutarli a casa loro, c’è il trust funddella Commissione europea: 2,8 miliardi di euro, si decida come usarlo e si usi bene, ma nella consapevolezza che serviranno generazioni prima di vedere risultati concreti.
C’è anche la nave di estrema destra, fermata per traffico di esseri umani a Cipro... Tentano di fare in mare quel che quasi tutti i leader politici annunciano sulla terra ferma. Finché non compiono reati... forse cercano solo visibilità, più polemiche si fanno più gliene diamo.
Per fine agosto è annunciato un vertice a quattro: Francia, Germania, Italia e Spagna. Siamo molto lontani dagli Stati Uniti d’Europa? Le cancellerie europee non hanno mai voluto una politica comunitaria su integrazione e rifugiati. Non mi pare che Macron stia cambiando rotta. Ma tutte queste proposte, tutti questi balletti, man mano che il tempo passa si sgonfiano e restano solo le iniziative serie. L’unica cosa intelligente è legalizzare più migranti possibile, questa è la direzione della campagna Ero straniero di Radicali italiani che chiede una legge di iniziativa popolare per “nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”.
Quante firme vi mancano? Siamo a trentamila circa, ne mancano ventimila. Ma sono fiduciosa che la mobilitazione di grandi organizzazioni, dall’Arci alle Acli, solo per citarne due, ci consentirà di raggiungere l’obiettivo, in particolare se le numerose adesioni sapranno tramutarsi in azioni concrete di raccolta firme.
Ci dicono “aiutiamoli a casa loro”, facessero proposte su come usare i 2,8 miliardi del fondo europeo istituito per l’Africa Le uniche idee serie: la direttiva 55 dell’Ue per i visti umanitari e la campagna dei Radicali italiani contro la Bossi-Fini