Il gruppo di Fitto chiude ma non paga i dipendenti
L’ex governatore pugliese Mentre fonda un nuovo partito si lascia alle spalle i debiti verso i fornitori e gli assunti del Senato
La
tecnica sempre sul filo dell’illegalità è quella adottata non di rado anche nel mondo dell’im prenditoria: chiudi una società indebitata verso dipendenti e fornitori e ne apri un’altra come se niente fosse nello stesso ramo, ripulita da ogni pendenza. Succede nel commercio e a quanto pare pure in politica.
I 184 DIPENDENTI del Partito democratico messi in cassa integrazione possono considerarsi dei privilegiati al confronto dei funzionari e del personale del gruppo al Senato del fu “Conservatori e Riformisti”(CoR), un partito politico di centrodestra nato nel 2015 per iniziativa dell’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto e di altri esponenti fuoriusciti da Forza Italia. Tutti licenziati e ancora in attesa degli stipendi di aprile e maggio, de ll’indennità di mancato preavviso, del Tfr, delle ferie e dei permessi non goduti. E mancherebbe pure una parte dei contributi Inps.
TUTTO INIZIA con lo scioglimento del CoR, nello scorso febbraio. Per essere riconosciuti come gruppo parlamentare, e godere dei finanziamenti previsti, occorrono almeno 10 senatori. Purtroppo per il Cor il requisito a inizio anno viene meno. I senatori fittiani rimangono in sette: Francesco Bruni, Tito di Maggio, Pietro Liuzzi, Gino Perrone, Vittorio Zizza, Luigi d’Ambrosio Lettieri e Lucio Tarquinio, che è il tesoriere. In un primo momento finiscono nel gruppo misto, ma per poco. Verranno accolti ben presto in Gal, Grandi Autonomie e Libertà, altro raggruppamento di centrodestra.
Nel frattempo, anzi in anti- cipo, Raffaele Fitto fonda il 28 gennaio del 2017 Direzione Italia, una nuova formazione politica con grandi ambizioni e buone disponibilità economiche. Il primo congresso del partito si è svolto a Roma il 17 giugno scorso. Durante i lavori è stato approvato lo statuto e annunciata la formazione dei primi organi. La Direzione è formata dai parlamentari nazionali ed europei, più 25 membri scelti tra i coordinatori regionali e i soggetti più rappresentativi di tutti i territori. Prossima tappa l’elezione del consiglio nazionale, for- mato da 110 componenti a copertura di tutte le province, a settembre la prima conferenza programmatica. Mentre dopo il ballottaggio del 25 giugno si sono già definiti i coordinamenti regionali.
INSOM MA un partito florido e in piena regola. La kermesse fittiana, tenutasi presso la prestigiosa sala dell’Audi torium della tecnica - il gr a n d e c o mplesso congressuale di Confindustria - è stato guardato dai dipendenti licenziati con rabbia e amarezza: ma quanto gli sarà costata? Per gli stipendi dicono che non ci sono soldi. Dove siano finiti non si sa, visto che il bilancio 2015 si è chiuso con un avanzo positivo certificato di circa 80mila euro mentre quello del 2016, già depositato entro il 31 marzo 2017 dal liquidatore che è sempre il tesoriere, verrà esaminato in Aula la prossima settimana insieme al documento complessivo del Senato. I gruppi percepiscono una media di circa 59.000 euro. In questo caso basta moltiplicare per dieci. Intanto le ex maestranze hanno ricevuto una lettera dal tesoriere che richiede indietro gli apparati telefonici dati in dotazione. Se li vogliono tenere basta pagare 200 euro. Prendere o lasciare.
Lo slogan del congresso romano è stato orgogliosamente “Liberi da inciuci e inganni: né grillini né nazzareni”: mani libere dai condizionamenti del passato quindi. E pure dai debiti. Basta pagare.
600mila euro
A tanto ammontano i finanziamenti pubblici incassati in un anno dai senatori fittiani