Vivendi: “Joint venture con Canal plus, nulla con Mediaset”
Si farà la joint venture con Canal plus; nessuna aggregazione con Mediaset; sulla banda larga si cerca un accordo col go v er n o ; resta l’ i m p egno in Brasile.
Ieri, in occasione della presentazione agli analisti dei risultati semestrali (ricavi per 9,8 miliardi di euro, in crescita del 7,4% e margine lordo di 4,1 miliardi, +10,4%) l’ad dimmissionario Flavio Cattaneo e il presidente esecutivo (e amministratore delgato ad interim) di Tim, Arnaud De Puyfontaine, hanno parlato del futuro della società, ormai controllata ufficialmente dalla francese Vivendi.
Riguardo Canal plus, si farà una joint venture a maggioranza italiana (80%): “Sarà una combinazione nell’interesse di Telecom Italia, per la maggiore efficienza nei costi, e di Vivendi come primo azionista, per accelerare nella convergenza”, ha detto De Puyfontaine. Si tratta in sostanza di far arrivare sulle piattaforme Tim i contenuti (film, serie, sport e via dicendo) prodotti o acquistati dal gruppo Vivendi. Smentite invece le voci di aggregazione con Mediaset: “Non fa parte del nostro programma”. Sullo spinoso dossier della banda larga, con cui Tim è in antagonismo col Governo (che sponsorizza Enel open fiber), Cattaneo ha confermato il piano, “anche per le aree Ce D”, (quelle a fallimento di mercato), e si è detto fiducioso, “di raggiungere un accordo con l’Antitrust”.
Le incertezze sulla governance, che preoccupano gli investitori istituzionali e la Borsa (ieri l’azione ha fatto - 1,39%) verranno sciolte a settembre. È stato però annunciato ufficialmente l’arrivo di Amos Genish, manager israeliano con grande esperienza sulle telecom brasiliane, come direttore operativo. Cattaneo, infine, lascia, senza attriti e rivendicando i risultati: “È stato un onore lavorare per questa società”, ha affermato, “lascio un'azienda migliore di quella trovata”.