Il Fatto Quotidiano

Quelli che non sono Dell’Utri I reclusi malati morti in cella

Guerrieri, con disturbi mentali, si è ucciso. Borriello è deceduto senza essere stato curato

- » FABRIZIA CAPUTO

“Ciao frate’, ti scrivo adesso, 9:40 del mattino per dirti soltanto che mi dispiace per tutto. Io qui sto impazzendo, non ce la faccio più, ma vabbè, me la sono cercata...”. Mentre l’attenzione della politica sul tema carceri si fa vigile solo quando si parla di episodi eclatanti o inquilini eccellenti, come nel caso di Marcello Dell’Utri, ricoverato a giugno nel reparto di infermeria del carcere di Rebibbia, o di Totò Riina, assistito in una struttura ospedalier­a di Parma, fornita di reparto apposito anche per i detenuti del 41 bis, ci sono altri “galeotti” a cui non è riservata la stessa premura. E, nel peggiore dei casi, i riflettori non si accendono nemmeno dopo la loro morte.

Valerio Guerrieri aveva 22 anni quando si è suicidato il 24 febbraio scorso in una cella del carcere romano di Re- gina Coeli. Solo qualche giorno prima aveva scritto una lettera al fratello in cui gli chiedeva scusa preannunci­ando il suo gesto. Lui lì dentro non doveva nemmeno starci. Si è impiccato dieci giorni dopo che il giudice lo aveva dichiarato incapace di intendere e di volere, revocando la custodia cautelare e disponendo la misura di sicurezza all’interno di un Rems, Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, istituite dopo la legge che ha decretato la chiusura degli ospedali psichiatri­ci giudiziari. “Valerio aveva un problema psichiatri­co rilevante e d o cu m e nt at o” ha spiegato l’avvocato Simona Filippi, difensore civico dell’associazio­ne Antigone, che si occupa dei diritti e le garanzie del sistema penale: “Per la storia di Valerio ora c’è un processo penale pendente con l’accusa della procura di Roma per omicidio colposo contro ignoti”. Il ragazzo era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dopo che non si era fermato all’alt delle forze dell’ordine.

STEFANO BORRIELLO di anni ne aveva 26 quando è morto nel carcere di Pordenone per una polmonite: “Era stato arrestato per tentata rapina ed era in fase cautelare mentre il procedimen­to era ancora in fase di indagine. Era la prima volta che entrava in carcere – prosegue l’avvocato Filippi –. Ieri il sostituto procurator­e Nicola Russo ha richiesto l’archiviazi­one. È la seconda, ma noi ci opporremo anche questa volta perché al ragazzo non è stata fatta alcuna diagnosi dal medico responsabi­le. Il pm nella richiesta di archiviazi­one al tribunale di Pordenone scrive che ‘anche se il medico avesse effettuato tutte le indagini cliniche opportune (…) ciò avrebbe senza dubbio contrastat­o l’avanzament­o del processo infiammato­rio, tuttavia non avrebbe potuto garantire l’assoluta potenziali­tà del risanament­o per via del brevissimo intervallo di tempo tra l’avvio dell’eventuale terapia e il decesso, nonché per le condizioni di salute del detenuto, già compromess­e’”.

SONO 29 I SUICIDI in carcere dall’inizio del 2017 ad oggi, una media di uno a settimana. L’ultimo ieri a Rebibbia, dove un 46enne si è tolto la vita impiccando­si nella sua cella. Nel 2016 i suicidi furono 45. Di questo passo sarà record. Proprio per questo il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma ha inviato ieri le richieste di informazio­ni “sullo stato dei procedimen­ti alle diverse competenti procure della Repubblica” per affiancare la magistratu­ra e, vista la gravità della situazione, interviene nelle indagini in corso come persona offesa.

“Se si continua così c’è il rischio che le morti in carcere aumentino – spiega il garante nazionale Palma – Elemento comune è che una percentual­e non irrilevant­e di questi detenuti aveva problemi psichiatri­ci e non si possono scaricare tutti i problemi della società nelle carceri”. Altro grande problema secondo Palma riguarda i trasferime­nti passivi: “Il ministro Andrea Orlando aveva ricordato che prima di eseguirli bisognava preparare il detenuto al cambiament­o, ma questo non viene quasi mai fatto. E poi le carceri sono piene di detenuti con pene inferiori a due anni”.

29 suicidi nel 2017

Ce n’è uno a settimana Se si continua così supererann­o quelli del 2016

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Ansa A sinistra, Marcello Dell’Utri. A destra, un carcerato nell’ex opg
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