Calciatori e giornalisti, i soliti sospetti
Arrestato il calciatore Bekir Irtegun. Processo a Cumhuryiet, rilasciati in sette
Lo
spettro che si aggira per la Turchia è sempre lo stesso: quello di Fethullah Gulen, il nemico giurato del presidente Recep Tayyp Erdogan, l'ispiratore, secondo lo stesso presidente-sultano, di tutti i possibili attentati contro il potere costituito.
Di legami con la rete golpista facente capo a Gulen - predicatore e già sostenitore di Erdogan, che ora vive negli Usa - viene accusato stavolta un calciatore. Si tratta di Bekir Irtegun, 33 anni ex giocatore di due squadre importanti di Istanbul, come il Fenerbahce e del Basaksehir, ed anche ex giocatore della nazionale turca. Dalla procura della città sul Bosforo è partito un mandato di cattura nei confronti di Irtegun, accompagnato da un provvedimento di ritiro del passaporto. L'accusa contro di lui è quella di aver utilizzato una app per smartphone, di nome ByLock. Secondo gli inquirenti, infatti, questa applicazione si prestava allo scambio di informazioni criptate tra migliaia di cospiratori anti-Ergodan.
Le voci dei rapporti tra il campione e i gulentisti erano cominciate a circolare già da alcune settimane, anticipate dall'improvviso licenziamento da parte dei dirigenti del Basaksehir – i cui motivi diventano più chiari oggi, alla luce dell'incriminazione. Irtegun non è però la prima vittima sportiva della giustizia turca in questa fase di giro di vite seguito al fallito golpe del 16 luglio 2016, la responsabilità del quale il presidente turco ha addossato proprio al predicatore fuggito in America.
LE AUTORITÀ di Ankara sostengono da tempo che i gulenisti si siano infiltrati, oltre che nell'esercito e negli apparati dello Stato - già ripuliti da migliaia di arresti nei mesi scorsi -, anche nel mondo dello sport. Il precedente più noto è quello di un altro calciatore Hakan Sukur, ex attaccante del Galatasaray e anche lui come Irtegun della nazionale turca, di cui rimane storico capocannoniere. Sakur, passato a più riprese nel campionato italiano prima al Torino e poi all'Inter e al Parma, ha vissuto una seconda vita come politico. Dopo il ritiro nel 2011, viene infatti eletto in Parlamento per il partito Akp, guidato da Erdogan. Due anni dopo, però, quando l'ex sindaco di Istanbul e il predicatore Gulen rompono i rapporti, il calciatore si dimette da deputato. Nel 2015 lascia la Turchia per gli Usa, dove è attualmente ricercato da Ankara. Le accuse sono ancora una volta di contiguità con il gruppo “terroristico” che fa capo a Gulen. Sempre a Istanbul è anche attesa la sentenza per giornalisti e dipendenti del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, tutti accusati di attività terroristica, che rischiano, se condannati, fino a 43 anni in carcere.
Il procuratore ha chiesto ieri il rilascio di 7 dipendenti del giornale, mentre altri 10 rimangono agli arresti. Una delle firme di punta della testata Ahmet Sik, sodale dell’ex direttore Can Dundar - attualmente in Germania - ha rivolto una sfida alla Corte, urlando: “Non mi inginocchierò mai davanti al tiranno”.