COLPI DI SOLE
MA DOVE non arriva la preparazione, a volte giunge la fantasia: a Parma, tempo fa, uno studente finse di essersi rotto un braccio e si presentò all’esame di ammissione di medicina con il gesso. All’interno una ricetrasmittente con cui si faceva suggerire le risposte. Denunciato. All’università di Lingue di Bologna nel 2011 uno studente fu pizzicato con la carta d’identità di un compagno. Con tanto di foto sostituita. Pare che stesse per tentare per l’amico un esame che aveva sostenuto con successo pochi giorni prima. Peccato che al momento di scrivere il nome sul registro abbia messo il proprio: sostituzione di persona. Del resto non accade soltanto nello studio. Addirittura - ma era soltanto una leggenda - c’era chi sosteneva che due campioni di sci gemelli monozigoti si scambiassero il pettorale prima delle gare. L’esperto di slalom avrebbe sciato per tutti e due, dicevano i maligni insospettiti da tanta bravura. Dalle piste alle aule, del resto la vita è tutta una gara tra i paletti.
Intorno ai libretti fiorisce un’industria. I casi di professori e dipendenti delle università denunciati hanno riempito pagine di cronaca. A Palermo nel 2012 sono state arrestate tre persone: avevano inserito dati falsi per duecento studenti. Esami di economia e commercio, architettura, ingegneria. E perfino legge. Se gli studenti avessero studiato davvero il codice penale, ci avrebbero pensato due volte prima di commettere un falso. Si fa presto, però, a chiamarli “furbetti”. Vero, c’è chi vorrebbe laurearsi senza passare mesi e anni piegato sui libri. Zac, una firma e in dieci secondi è tutto fatto.
C’è, però, anche chi gli esami vorrebbe farli, ma proprio non ci riesce. Panico. Nei corridoi della Statale di Milano c’è chi ricorda la studentessa fermata sulla porta dell’aula dove andava a discutere la tesi. Aveva falsificato gli esami: “Appena mi siedo davanti al professore, dimentico tutto. Penso al libro e vedo pagine bianche”, raccontò disperata. Però aveva esagerato: si era messa soltanto trenta.
È un po’ la storia raccontata da Pupi Avati nel suo film Festa di laurea: le luci pronte, a critica che cosa è? Una classe morta, che sta lì e cerca di amministrare il proprio potere, ormai ridotto a pallette e stellette sui giornali”. Ancora: “Francamente c’è una ferocia... la critica dovrebbe fare l’esegesi di ciò che è bello, si ama, è divulgabile culturalmente, emozionalmente. Il concetto di stroncatura non l’ho mai capito”. Un grazie a Cinemotore per la sbobinatura online, il pensiero pubblicamente espresso al Premio Maratea è di Sergio Castellitto. Interpellato sulla negativa acco- la musica, e poi la scoperta che Sandra ha falsificato gli esami.
Non accade soltanto nella scuola: le cronache sono piene di falsi medici, falsi avvocati, falsi esperti di alimentazione, come quello che a Rimini prescriveva diete senza essere laureato. Aveva perfino inscenato una finta discussione di laurea per convincere la famiglia.
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GIÀ, PIÙ che ingannare burocrazia e università spesso si teme di deludere le persone che si amano. E comincia l’incubo di essere smascherati: “Ho vissuto anni terribili. Alla fine non vedevo l’ora di essere scoperto per mettere fine alla sofferenza”, raccontò un falso