Il Fatto Quotidiano

COLPI DI SOLE

- » FEDERICO PONTIGGIA

MA DOVE non arriva la preparazio­ne, a volte giunge la fantasia: a Parma, tempo fa, uno studente finse di essersi rotto un braccio e si presentò all’esame di ammissione di medicina con il gesso. All’interno una ricetrasmi­ttente con cui si faceva suggerire le risposte. Denunciato. All’università di Lingue di Bologna nel 2011 uno studente fu pizzicato con la carta d’identità di un compagno. Con tanto di foto sostituita. Pare che stesse per tentare per l’amico un esame che aveva sostenuto con successo pochi giorni prima. Peccato che al momento di scrivere il nome sul registro abbia messo il proprio: sostituzio­ne di persona. Del resto non accade soltanto nello studio. Addirittur­a - ma era soltanto una leggenda - c’era chi sosteneva che due campioni di sci gemelli monozigoti si scambiasse­ro il pettorale prima delle gare. L’esperto di slalom avrebbe sciato per tutti e due, dicevano i maligni insospetti­ti da tanta bravura. Dalle piste alle aule, del resto la vita è tutta una gara tra i paletti.

Intorno ai libretti fiorisce un’industria. I casi di professori e dipendenti delle università denunciati hanno riempito pagine di cronaca. A Palermo nel 2012 sono state arrestate tre persone: avevano inserito dati falsi per duecento studenti. Esami di economia e commercio, architettu­ra, ingegneria. E perfino legge. Se gli studenti avessero studiato davvero il codice penale, ci avrebbero pensato due volte prima di commettere un falso. Si fa presto, però, a chiamarli “furbetti”. Vero, c’è chi vorrebbe laurearsi senza passare mesi e anni piegato sui libri. Zac, una firma e in dieci secondi è tutto fatto.

C’è, però, anche chi gli esami vorrebbe farli, ma proprio non ci riesce. Panico. Nei corridoi della Statale di Milano c’è chi ricorda la studentess­a fermata sulla porta dell’aula dove andava a discutere la tesi. Aveva falsificat­o gli esami: “Appena mi siedo davanti al professore, dimentico tutto. Penso al libro e vedo pagine bianche”, raccontò disperata. Però aveva esagerato: si era messa soltanto trenta.

È un po’ la storia raccontata da Pupi Avati nel suo film Festa di laurea: le luci pronte, a critica che cosa è? Una classe morta, che sta lì e cerca di amministra­re il proprio potere, ormai ridotto a pallette e stellette sui giornali”. Ancora: “Francament­e c’è una ferocia... la critica dovrebbe fare l’esegesi di ciò che è bello, si ama, è divulgabil­e culturalme­nte, emozionalm­ente. Il concetto di stroncatur­a non l’ho mai capito”. Un grazie a Cinemotore per la sbobinatur­a online, il pensiero pubblicame­nte espresso al Premio Maratea è di Sergio Castellitt­o. Interpella­to sulla negativa acco- la musica, e poi la scoperta che Sandra ha falsificat­o gli esami.

Non accade soltanto nella scuola: le cronache sono piene di falsi medici, falsi avvocati, falsi esperti di alimentazi­one, come quello che a Rimini prescrivev­a diete senza essere laureato. Aveva perfino inscenato una finta discussion­e di laurea per convincere la famiglia.

Università di Trento Una ragazza sarebbe riuscita a entrare nel sistema informatic­o e a ritoccare i voti

GIÀ, PIÙ che ingannare burocrazia e università spesso si teme di deludere le persone che si amano. E comincia l’incubo di essere smascherat­i: “Ho vissuto anni terribili. Alla fine non vedevo l’ora di essere scoperto per mettere fine alla sofferenza”, raccontò un falso

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