Gli utili di Sky salgono del 139% a giugno Ma l’azienda aumenta i prezzi e licenzia
L’Italia
dà grosse soddisfazioni al gruppo Sky, ma l’Italia rischia di averne meno dalla tv satellitare di proprietà britannica. Basta incrociare alcune notizie uscite negli ultimi giorni: “Sky Italia - recita una nota dell’azienda - ha chiuso l’esercizio 2016-2017 con ricavi in crescita del 4% a tassi costanti, a quota 2.458 milioni di sterline (2,86 miliardi di euro) e con profitti operativi balzati del 139% a quota 136 milioni di sterline (circa 162 milioni di euro)”.
PERFORMANCE per le quali non si può che complimentarsi con l’azienda, ma che contrastano con altre due notizie che riguardano Sky Italia: sta per salassare i suoi clienti con rincari che valgono oltre l’8% l’anno e continua le pratiche per ridurre di circa 200 unità il personale nel nostro Paese, chiudendo contestualmente la sede di Roma e trasferendo oltre 300 dipendenti a Milano (incassando, peraltro, le sovvenzioni del piano Industria 4.0 per gli investimenti nella sede milanese).
Partiamo dalla fatturazione a 28 giorni che partirà dal 1° ottobre. Può sembrare solo un fatto tecnico, ma non lo è: come spiega la stessa azienda ai suoi abbonati, infatti, l’emissione di 13 fatture l’anno anziché 12 comporta un aumento del costo dell’abbonamento dell’8,6% l’anno (dai 50 euro al mese, 600 l’anno di oggi, si passerà in buona sostanza a 650 circa). Ai clienti resta la possibilità di recedere dall’abbonamento entro il 30 settembre senza alcuna penale.
Questo aumento unilaterale potrebbe avere un argine: l’Autorità per le comunicazioni a cui s’è rivolta l’Unione nazionale consumatori. Agcom, infatti, a marzo ha strigliato le compagnie telefoniche che avevano unilateralmente modificato la fatturazione da mensile a 28 giorni: l’Autorità ha abolito questa possibilità per rete fissa, telefono, Adsl o fibra individuando “nel mese il periodo temporale minimo per consentire all’utente di avere una corretta e trasparente informazione sui consumi fatturati”. Le 4 settimane restano solo per il mobile, ma con alcuni paletti: ora Agcom dovrà dire se un abbonamento tv è diverso rispetto a quello per la linea internet di Fastweb (partner di Sky). Se cambiasse linea sarebbe davvero una grossa sorpresa.
STA PER CONCLUDERSI, intanto, la procedura per i licenziamenti collettivi: mercoledì prossimo, salvo intese coi sindacati, se ne andranno a casa in 124 (i giornalisti si sono già accordati con l’azienda, altri lavoratori lo hanno fatto individualmente).
Aumentare i margini, se- condo Sky, è d’altronde l’unico modo per fare gli investimenti (che sarebbe come dire che il rischio d’impresa se lo assume chi lavora): quelli in infrastrutture, certo, ma pure gli oltre 800 milioni offerti per aggiudicarsi la Champions League di calcio nel triennio 2018-2021.
Forse con questa strategia di massimizzazione estrema dei profitti nel nostro Paese ha a che fare anche il calo di quelli in Gran Bretagna e Irlanda: lì il gruppo realizza la maggior parte degli utili operativi (1,29 miliardi di sterline al 30 giugno 2017), che sono però il calo del 14% rispetto a un anno prima. Colpa degli esborsi stellari per il calcio e degli investimenti nel mobile e in quelli per fare concorrenza a Netflix o altre piattaforme simili.