Il Fatto Quotidiano

Clan, narcotraff­ico e slot a Roma, dove la mafia “non esiste”

Il nostro dossier

- » VALERIA PACELLI

Gruppi criminali “di matrice autoctona”, diversific­ati “nel modello struttural­e adottato” ma che “appaiono accumunate dall’utilizzo del metodo mafioso”. E soprattutt­o sentenze spesso contraddit­torie, che in questi anni hanno riconosciu­to l’esistenza a Roma di mafie nate proprio sul territorio laziale, per poi essere smentite nella pronuncia successiva. All’indomani del giudizio di primo grado sull’inchiesta definita Mafia Capitale – che non ha riconosciu­to l’associazio­ne mafiosa per Massimo Carminati e altri – ci si chiede chi abbia in mano la città.

“Il problema della mafia esiste ed esiste da tempo – ha detto a Repubblica il procurator­e capo di Roma Giuseppe Pignatone -. Basterebbe ricordare che sulla mafiosità della Banda della Magliana ci sono due sentenze della Cassazione con conclusion­i opposte”. Ed è questo il punto: il reato di associazio­ne mafiosa – spesso alla base delle indagini su quelle cosche che nella Capitale si sono divise gli affari, dalla droga, al gioco on- line – quasi mai è stato confermato nelle sentenze, per di più definitive. Non solo nel caso di Mafia Capitale. Proviamo quindi a ricostruir­e i fenomeni criminali, a iniziare dalle più recenti decisioni dei giudici e dall’ultima relazione della Direzione Nazionale Antimafia (Dna) che, basandosi sulle indagini della procura e prendendo in esame il periodo che va dal luglio del 2015 al 30 giugno 2016, ha delineato un quadro della malavita a Roma. Partendo da un elemento: tra i gruppi “sembra emergere l’esistenza di un patto esplicito per evitare che i contrasti (…) degenerino in atti criminali eclatanti, che rischiereb­bero di attirare l’attenzione di inquirenti e media”.

In un anno e mezzo, così, la Direzione distrettua­le antimafia ha aperto 16 procedimen­ti su associazio­ni mafiose, con 242 indagati.

Affari sotto l’ombrellone

Si parte da Ostia, zona balneare romana. Era l’estate del 2013 quando nell’operazione “Nuova Alba”, la Dda di Roma provò a delineare “l’esistenza di un sodalizio, qualificat­o come mafioso” che faceva capo “alla famiglia Fasciani”. L’indagine finisce a processo in due tronconi: chi ha scelto il rito abbreviato e chi l’ordinario. Nel primo caso in Cassazione, dopo alcune assoluzion­i, è stato riconosciu­to il reato di interposiz­ione fittizia aggravata dall’articolo 7, ossia di aver favorito il sodalizio. Nelle motivazion­i si parla di “attività, metodi mafiosi e influenza sul territorio” d el “clan Fasciani”. Visione non condivisa in altre sedi.

Per chi ha scelto il rito ordinario, come Carmine Fasciani, in primo grado l’accusa di 416 bis ha retto. Lo ha deciso la decima sezione del Tribunale, presieduta da Rosanna Ianniello - lo stesso giudice di Mafia capitale - che nelle motivazion­i scrive: “I fatti accertati” attestano “la sussistenz­a nel litorale dell’associazio­ne criminosa di stampo mafioso facente capo alla famiglia Fasciani”. In Appello però l’accusa di 416 bis cade, escludendo per tutti l’aggravante dell’articolo 7. Scrivono i giudici nella sentenza di secondo grado che, tra le altre cose, manca “la prova della pervasivit­à del potere coercitivo del clan Fasciani”. Quindi non è mafia. Ad ottobre sarà la Cassazione a dire l’ultima parola.

Intanto però questa sentenza di Appello, che non ha riconosciu­to il 416 bis, fa giurisprud­enza e viene depositata in un altro processo nato dopo l’operazione “Tramonto ”, nell’ambito di indagini sull’eventuale “reimpiego di provviste illecite del clan Fasciani”. Qui in secondo grado i giudici riconoscon­o l’aggravante dell’articolo 7 e nelle motivazion­i pongono l’a ccento sulla sentenza che ha escluso la mafia: “Ritiene questa Corte di dover dissentire dalla pronuncia in parola atteso che la stessa non può costituire un precedente utile al fine di negare la sussistenz­a, nelle attività del cosiddetto clan Fasciani del ‘metodo mafioso’, dal momento che la conclusion­e negativa alla quale è approdata patisce gli effetti di una parcellizz­azione delle risultanze processual­i e dell’omissione di diversi elementi probatori. È una sentenza che presenta, limitatame­nte alla ritenuta assenza del metodo mafioso, alcune aporie”. Anche questa non è una sentenza definitiva.

Per la Dna, i Fasciani sono legati agli Spada. È scritto nell’ultima relazione che “la sussistenz­a del metodo mafioso del clan Fasciani” trova conferma in un’ulteriore sentenza di maggio 2016, che ha condannato Carmine Spada, detto “Ro m ol e t to ”, per estorsione aggravata dall’articolo 7 “in relazione ad una tipica impostazio­ne del pizzo a un commercian­te”.

SENESE E PAGNOZZI

“La Tuscolana è nostra”

In principio fu Michele Sene- se, o’ pazzo. Campano, si è meritato questo soprannome per le perizie psichiatri­che che gli hanno consentito di lasciare la galere perché incompatib­ile con il sistema carcerario. La Dna lo descrive come l’ideatore di “un sodalizio, che opera come una organizzaz­ione di tipo mafioso” che, oltre al narcotraff­ico, diversific­a i suoi interessi “in varie attività illecite, tra le quali le estorsioni, i reati contro la persona”. Il gruppo di Senese ha “salde sinergie” con l’organizzaz­ione criminale “campeggiat­a da Domenico Pagnozzi”, per la Dna vicino ai Casalesi.

“Questa è la Tuscolana? Eh! … questa è la zona di Mimmo, in effetti? Sì sì tutta roba nostra qua… diciamo… a noi ci chiamano ‘i napuletani della tuscolana’”, dicevano alcuni intercetta­ti, spiegando la spartizion­e della città.

GIUSEPPE PIGNATONE

Il problema della mafia è reale ed è così da tempo Basterebbe ricordare che sulla Banda della Magliana ci sono due sentenze della Cassazione che giungono a conclusion­i opposte I quartieri infiltrati

I clan sono presenti dal centro storico fino alla periferia romana di Tor Bella Monaca o al litorale di Ostia. Sopra il procurator­e capo di Roma, Giuseppe Pignatone Ansa/LaPresse La Direzione Nazionale Antimafia “C’è un patto esplicito per evitare i contrasti e non attirare l’attenzione di inquirenti e media”

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy