Kim fa il bullo e lancia missili Gli Usa: “Colpa della Cina”
Dopo il lancio di un missile dalla Corea del Nord, il ministro della Difesa americano
Rex Tillerson ha lancia un a f f o ndo, ricordando che i principali sostenitori del programma nucleare e missilistico del Paese asiatico sono la Russia e la Cina. È loro, sostiene Tillerson, “la responsabilità per la crescente minaccia alla stabilità della regione e del mondo intero”.
Lo scorso venerdì notte dalla Corea del Nord, è partito un missile balistico di gittata intercontinentale, finito poi al largo delle acque territoriali del Giappone. Ha volato per quasi 1000 chilometri, ad un’altezza massima di oltre 3000 metri. Si tratta di un Hwasong-14, stesso modello già lanciato il 4 luglio, non casualmente, il giorno della festa nazionale Usa. Quello di tre settimane fa, avrebbe potuto colpire l’Alaska e la costa Ovest. Questa volta, secondo l’analisi di alcuni esperti, poteva arrivare addirittura fino a New York.
Alla soddisfazione nordcoreana (“il test ha confermato che tutto il territorio americano rientra nel nostro raggio”), risponde il presidente Trump, che bolla quella di Kim come “solo l’ultima delle azioni pericolose del regime”. In effetti, tra le gli esperimenti nucleari del 2016 e i missili di quest’anno, il regime ha progressivamente aumentato le proprie capacità offensive.
Ma il gioco pericoloso di Kim ha anche un impatto sulla stabilità di tutta l’area asiatica. Se è vero che il regime di Pyongyang è storicamente sostenuto da Pechino, bisogna anche sottolineare come l’attivismo militare di Kim sia visto con sospetto anche dall’alleato. “I cinesi non possono escludere il fattore imprevedibilità rappresentato da Trump”, commenta dalle colonne del G uardian B onnie Glaser dell’istituto Strategic and International Studies di Washington.