Il Fatto Quotidiano

“Ora basta, ve lo dico così: questi si fanno i cazzi loro”

- FD’E

ne dicano i suoi detrattori, Antonio Razzi può sventolare alta la bandiera della coerenza e della fedeltà nella legislatur­a che ha battuto ogni record di trasformis­mo. Eletto al Senato nel 2013 nelle liste del Pdl, poi Forza Italia, Razzi (ma anche Scilipoti) là è rimasto. Senza muoversi.

Il massiccio controesod­o di questi giorni non la tange.

Hai visto?

Vogliono tutti tornare a casa, da Berlusconi.

Contrattan­o ogni giorno, vanno dal mio capogruppo, parlano con lui. Fuggono perché il renzismo è perdente.

Bravo.

Verdiniani e alfaniani.

I verdiniani vogliono scappare tutti. Berlusconi però ha fermato gli sbarchi.

È un pericolo riprenderl­i. Perché?

Questi mica ti riportano indietro un milione di voti, non hanno neanche il voto della moglie.

O del marito. E fai arrabbiare il nostro elettorato, che non vuole i traditori dalla faccia nota e conosciuta.

Gli anonimi

hanno più chance.

Se stai nell’ombra è meglio perché nessuno ti conosce.

Si può tornare indietro più agevolment­e.

Almeno non si perdono voti.

Lei assiste immobile.

Non puoi immaginare.

Una procession­e continua. Vengono a chiedere tutti la candidatur­a, vogliono il seggio.

Altro che Razzi e Scilipoti, da Di Pietro a Berlusconi nella passata legislatur­a.

Stanno ancora a parlare di noi mentre qua succede di tutto.

Renzi ha illuso parecchi.

Hanno capito che il popolo ha fatto perdere Renzi al referendum.

E si pentono per il bene del Paese e

di Berlusconi.

Amico caro, te lo dico così: questi devono fare i cazzi loro.

Ecco l’ha detto.

Permetti che lo dico a modo mio dopo tutto quello che mi sono sentito dire?

Lei comunque non corre rischi. Mi fido ciecamente di Berlusconi, è una persona d’onore.

L’onore presuppone una promessa.

Me l’ha sempre detto: tutti quelli che sono rimasti senza andare via saranno riconferma­ti.

Lei si fida, dunque.

Mi fido perché siamo tutti dei nominati.

Lei dice la verità.

Dico sempre la verità. Io sono stato nominato da Berlusconi.

Abruzzo, nel 2013.

Numero quattro al Senato, una posizione impossibil­e.

Un miracolo.

I senatori uscenti di Forza Italia se ne andarono alla Camera per essere certi del seggio. Fecero il salto della quaglia.

Il suo coraggio venne premiato. Devo ringraziar­e Berlusconi e i cittadini che ci hanno votato.

Nominati, non eletti.

Questo trasformis­mo non rispetta chi ti ha scelto.

Tutto per un seggio sicuro.

Eh eh... ma di sicuro c’è solo la morte.

Berlusconi ha fermato gli sbarchi dei trasformis­ti, perché questi mica ti riportano indietro un milione di voti, non hanno neanche quello della moglie

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