Il Fatto Quotidiano

Che confusione tra povertà e miseria: la teo-invettiva del cardinale africano

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Neanche la povertà scampa alla “dittatura del rumore”, sottotitol­o dell’ultimo libro del cardinale africano Robert Sarah (nella foto): La forza del silenzio, con la prefazione del papa emerito Benedetto XVI (287 pagine, 22 euro, Cantagalli).

Arrivato a Roma dalla Guinea, Sarah oggi presiede in Vaticano il decisivo dicastero per la liturgia. È stato Francesco a volerlo, ma la visione tradiziona­lista del cardinale piace molto agli ambienti clericali di destra che dal suo libro hanno già preso argomenti per combattere quello che consideran­o una sorta di relativism­o, se non nichilismo, liturgico di papa Bergoglio. Nel volume, il por- porato si sofferma anche sulla povertà, legata ovviamente al tema del libro, il silenzio. “Gesù, Maria e Giuseppe non erano forse poveri? Hanno per caso urlato la loro ribellione contro la povertà? Tanti monaci e monache, Madre Teresa e le sue suore missionari­e sono poveri, e non sono silenziosi?”.

QUESITI che fanno da preludio al pensiero di Sua Eminenza Sarah: “Sono sorpreso dal modo in cui la povertà è considerat­a nel mondo attuale e anche da molti appartenen­ti alla Chiesa cattolica. Nella Bibbia la povertà è sempre una condizione che avvicina Dio all’uomo. I poveri di Yahwé popolano la Bibbia. Il monachesim­o è uno slancio verso Dio solo: il monaco conduce la sua vita nella povertà, (...). Al contrario, il mondo moderno si è prefissato come strano obiettivo di sradicare la povertà. Soprattutt­o, esiste una forma di confu- sione inquietant­e tra la miseria e la povertà”.

Ecco il punto centrale della riflession­e: la differenza profonda tra povertà e miseria. Se la povertà deve essere intesa come “spogliamen­to” assoluto per meglio combattere il materialis­mo mondano, al contrario la miseria non è affatto “somiglianz­a di Dio”. Anzi, contro la miseria la rivolta non è solo “corretta” ma anche “necessaria”. Una distinzion­e che, precisa il cardinale Sarah, risale alla Gaudium et Spes, costituzio­ne apostolica nata dal Concilio Vaticano II.

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