L’Italia si è accorta dell’Europa League
Giovedì 3 agosto San Siro ospiterà una partita dei preliminari di Europa League, Milan-Craiova, e la notizia è che lo stadio sarà pieno come un uovo. Una barzelletta? No, la realtà. Che come si sa, a volte supera la fantasia. Sia chiaro: nella mobilitazione del popolo rossonero un ruolo fondamentale lo gioca l’entusiasmo per il ritorno del club, dopo un’attesa di 1.234 giorni, alle competizioni europee, un palcoscenico su cui il Milan è sempre stato protagonista: alle spalle del Real Madrid, per numero di Champions vinte con 7 trionfi contro 12 c’è proprio il Diavolo.
PERSINO top club come Bayern (5 vittorie), Barcellona (5) e Manchester United ( 3) sono costretti a guardare il Milan dal basso in alto. E però, pensare a San Siro gremito per Milan- Craiova impressiona perché non di Champions parliamo, ma appunto di E.L.: e cioè del torneo che l’Italia letteralmente snobba, per non dire schifa, specie da quando ha cambiato nome (2009-2010) smettendo di chiamarsi Coppa Uefa. Dopo la morte e le tasse, nell’immaginario collettivo del pianeta pallone l’evento più temibile era diventato, ormai, partecipare all’E.L. Una iattura.
Da quando la Coppa Uefa ha cambiato nome, nelle 8 edizioni disputate (con 5 vittorie della Spagna, 2 dell’Inghilterra e una del Portogallo) i club italiani al via sono stati 34. Ebbene, dire che abbiamo fatto pena è un eufemismo. Quattro volte abbiamo gettato la spugna prima del pronti-via uscendo nel preliminare che ti oppone, di solito, ad avversari-materasso. Come dimenticare la Roma di Luis Enrique spazzata via all’Olimpico dallo Slovan di Bratislava, per non parlare del Palermo affondato dal Thun o della Sampdoria inabissatasi al cospetto del Vojvodina? Il ricordo è ancora indelebile. Così come quello delle 9 eliminazioni patite nei gironi eliminatori, come quella dell’Inter battuta lo scorso anno 2-0 in casa e 3-2 fuori dagli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva (alzi la mano chi li aveva mai sentiti nominare prima), senza dimenticare la Juventus di Delneri fatta fuori dal Lech Poznan nella poco memorabile stagione 2010-2011. Ancora: 8 volte siamo finiti fuori nei sedicesimi (il Napoli anche contro il Vitoria Plzen), 9 volte negli ottavi (la Juventus ci è riuscita col Fulham), una volta nei quarti; e in tre occasioni, incredibile ma vero, siamo arrivati a giocarci una semifinale - la Juventus contro il Benfica, la Fiorentina contro il Siviglia e il Napoli contro il Dnipro - ogni volta beccando e tornando a casa.
La domanda è: ora che l’Europa League ha acquistato appeal grazie alla wild card introdotta dall’Uefa (chi vince il torneo è qualificato alla Champions indipendentemente dal piazzamento in classifica), già sfruttata da Josè Mourinho, finito 6° a -24 dal Chelsea col Manchester United ma qualificato grazie al successo in E.L., torneremo a rivedere le fulminanti imprese dei club di casa nostra? L’Inter, per chi non lo sapesse, nella classifica di Coppa Uefa-E.L. di tutti i tempi (vinta 3 volte) è prima davanti a Bruges e Tottenham. E insomma staremo a vedere. Per ora, gustiamoci questo Milan-Craiova che agli occhi di un alieno sbarcato da Marte potrebbe sembrare, giovedì sera, la finale del Super Bowl. Invece no. È l’Europa League, bellezza!