Il Fatto Quotidiano

A3: non basta cambiare il nome I pericoli e i disagi sono gli stessi

- » LUCIO MUSOLINO

Non si chiama più A3. E neanche Salerno– Reggio Calabria. Da ormai oltre sei mesi, il suo nome è A2–Autostrada del Mediterran­eo. Inaugurata lo scorso 22 dicembre, sentendo le parole del premier Paolo Gentiloni e del presidente dell’Anas Gianni Armani, i calabresi (e non solo) pensavano che l’incubo fosse finito. “Abbiamo mantenuto la parola”, aveva detto Gentiloni in un’a f f ol l a ti s s im a conferenza stampa che aveva il sapore di uno spot pubblicita­rio. Non da meno l’ottimismo di Armani: “Cambia nome, perché vogliamo dare il segno di discontinu­ità. Per la prima volta viene completata dopo tantissimo tempo”. Qualcuno ha creduto anche alla favola della Smart Road che avrebbe dotato l’a u t ostrada di infrastrut­ture wireless di ultima generazion­e.

LA REALTÀ, a sei mesi da quella conferenza stampa, è però diversa. Tra Rogliano e Cosenza si cammina su una corsia unica. Dopo Sibari, all’uscita di una galleria ci si trova davanti un semaforo. Tra Rosarno e Mileto ci sono 8 chilometri di autostrada ancora sottoposti a sequestro da parte della Procura di Vibo Valentia che ha indagato funzionari dell’Anas e la ditta che ha eseguito i lavori realizzati senza un preventivo e “specifico studio idraulico”: percorso del fiume Mesima – si legge nel decreto di sequestro – “oggi è pericolosa­mente incidente sulle pile in alveo”. Armani aveva tranquilli­zzato tutti: “Stiamo lavorando con la Procura intensamen­te per risolvere la questione con l’impresa che ha truffato Anas”.

La soluzione ancora non si vede a differenza del cartello giallo che per 8 chilometri spiega che il tratto è ancora sotto sequestro e per questo motivo il limite di velocità è addirittur­a di 80 chilometri orari. Risultato? Fioccano le multe e le sospension­i di patente per chi, in un rettilineo appena riammodern­ato, azzarda una velocità normale 130 chilometri orari.

Sotto le gallerie nei pressi dello svincolo di Scilla, in provincia di Reggio Calabria, la situazione è ancora peggiore. Sono buie e, senza alcun cantiere aperto, il limite scende in poco più di 300 metri da 120 chilometri orari a 60 con il rischio di incidenti per chi frena di colpo.

A proposito di incidenti, a fine giugno quattro persone, tra cui un bambino di 8 anni, sono morte sotto la galleria Jannello tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, anche questo appena riammodern­ato. L’impatto tra i due mezzi è stato frontale in un tratto a corsia unica a causa di lavori. Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta che, adesso, dovrà capire il perché è stato aperto quel cantiere.

La risposta, forse, è nascosta dietro le righe dell’emendament­o presentato dal senatore Paolo Naccarato al decreto Mezzogiorn­o. Un emendament­o che, per migliorare le infrastrut­ture calabresi, prevede l’utilizzo di 735 milioni di euro non utilizzati. Il restyling dell’Anas, infatti, ha tagliato tre lotti all’iniziale progetto di ammodernam­ento dell’A3. Ma ha consentito al governo e al Pd di mantenere la promessa di Renzi che la Salerno-Reggio Calabria sarebbe stata inaugurata il 22 dicembre scorso.

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