Cda “illegali”, Padoan salva banchieri e rampolli famosi
I figli di Da due anni il ministro non emana il decreto che recepisce i nuovi requisiti Ue su esperienza e onorabilità. Rischiano i pargoli illustri senza cv
La notizia sarebbe questa: un consigliere su quattro nei consigli di amministrazione delle banche italiane quotate “non è in regola”. Non rispetta cioè i nuovi vincoli Bce (e le line guida che pubblicherà l’Autorità bancaria europea) in termini di onorabilità e professionalità. A farne le spese sarebbero tanti professionisti senza le giuste competenze. Tra questi una sfilza di rampolli di lusso, da Luigi Berlusconia Marie Bollorè. Sarebbero, però, perché il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan non ha ancora pubblicato un decreto che recepisce i nuovi criteri.
IL TESTO unico bancario è stato infatti modificato dal decreto legislativo n. 72 del maggio 2015 con cui il governo ha recepito la direttiva europea di due anni prima, con criteri più stringenti sulla selezione dei banchieri. La legge ordina a Padoan di individuare con un decreto ministeriale i requisiti di “professionalità, onorabilità, indipendenza, competenza e correttezza” che il banchiere deve possedere, pena la decadenza. In due anni il ministro non è riuscito a provvedere. Bankitalia e la Bce hanno lo stesso adeguato le procedure alle nuove norme, solo che la prassi è di promuovere tutti, visto che manca il decreto. Sarebbe andata così anche per l’ad di Mps, Marco Morelli, nominato a settembre 2016 ma multato tre anni prima da Bankitalia. Peccato però che le decisioni in materia di Via Nazionale e Francoforte non so- no pubbliche.
A maggio scorso la Bce ha reso note le linee guida sui requisiti per armonizzare le legislazioni dei 19 paesi dell’eurozona che hanno recepito la direttiva. Da adesso il dominio incontrastato della vigilanza riguarda anche i requisiti dei banchieri. A marzo scorso, l’“Osservatorio sull’eccellenza dei sistemi di governo in Italia” dello studio Ambrosetti ha analizzato i curricula di 271 consiglieri delle principali banche italiane quotate confrontandoli con i parametri Bce. Francoforte richiede che i consiglieri non esecutivi abbiano maturato almeno tre anni di esperienza nel settore bancario, cinque per quelli con funzioni esecutive e dieci per amministratori delegati e presidenti non esecutivi. E devono aver ricoperto posizioni dirigenziali di alto livello: cinque anni per presidente, ad e direttore generale; tre per i consiglieri. A quelli non esecutivi si esige anche una conoscenza finanziaria triennale. Risultato: 63 curricula sono da bocciare e solo un board sui 19 è in regola. Se le banche dovessero adeguarsi, salterebbe un consigliere su quattro.
L’ Adnkr on os ha provato a dargli un volto. Rischiano figli illustri come Marie Bollorè, ultimogenita del patron di Vivendi che siede in Mediobanca, Luigi Berlusconi presente nel board di Banca Mediolanum e Azzurra Caltagironein Banca Generali. A Mediobanca traballa anche Gilberto Benettonche non avrebbe ricoperto in campo finanziario le posizioni dirigenziali di rilievo richieste dalla Bce. La cosa riguarderebbe anche il vicepresidente Marco Tronchetti Provera. La banca messa peggio è la genovese Carige dove quasi la metà dei consiglieri non rispetta i requisiti. Non avrebbero curricula adeguato il presidente Giuseppe Tesauro e il vice Vittorio Malacalza, grande azionista e dominus dell’istituto. In Mps rischierebbe il presidente Alessandro Falciai. Il board può integrare le regole con una sua valutazione magari equiparando l’e s p erienza maturata dal consigliere in altri settori. In questo modo potrebbero essere messi in salvo molti nomi illustri e figli di, ma la Bce ha l’ultima parola.
Le “linee guida” A maggio la Bce le ha pubblicate: chi va a processo decade, e può non bastare l’assoluzione
FINCHÉ PADOANnon si muove, si procede a vista. Francoforte mette paletti anche in tema di conflitti di interesse e guai giudiziari: la sola esistenza di un processo può comportare la perdita dei requisiti (rischiano i manager rinviati a giudizio). E, se la vigilanza lo ritiene, la sentenza di assoluzione di un tribunale non è sufficiente a riabilitare il banchiere. Le linee guida non sono vincolanti, ma “vivamente consigliate” dalla Bce. Le cui decisioni non è chiaro a quale autorità siano appellabili. Il documento non lo dice.