A Palazzo Chigi si rivede Boschi, la madrina delle good news
Sorridente, istituzionale, ottimista: Maria Elena Boschi è tornata. Dopo una parentesi di eclissi post referendum, l’ex ministra oggi sottosegretaria sempre fedelissima di Matteo Renzi, si sta ritagliando un nuovo ruolo nel governo: madrina delle buone notizie. Dopo le mirabolanti cifre degli investimenti da 10 miliardi sull’edilizia scolastica (ma i soldi effettivamente già spesi sono appena 400 milioni), ora tocca ai grandi successi in Europa.
Non la conquista di una vera politica comunitaria sui migranti o sull’austerity, per carità. Si tratta solo del dimezzamento delle procedure d’infrazione: passate in 3 anni (perché il governo Re nz i-Gentil on i è un’ entità unica anche secondo la sottosegretaria) da 120 a 65. Per un risparmio di quasi 2 miliardi, con i soldi della lotta alle frodi sui fondi Ue e il recupero degli aiuti di Stato. L’occasione è buona pure per commentare i dati Istat sul lavoro: “La disoccupazione scende ancora, nessuno può negare il successo del Jobs Act”. E sui numeri meno incoraggianti sul precariato, risponde: “Non ometto nulla, penso solo che bisogna essere ottimisti e sottolineare le cose positive”.
A Palazzo Chigi sanno bene come fare. Sandro Gozi, il sottosegretario con delega agli Affari europei, ad esempio non conosce (o non vuole dire) la cifra dell’attuale monte di rischio delle procedure d’infrazione attive. Tra quelle chiuse ce ne sono alcune importanti, come quella di Malagrotta, ma anche tante minori, dalle gabbie per le galline alla pesca delle vongole. Mentre fra i contenziosi pendenti ne restano alcuni pericolosissimi, specie sull’ambiente, come sulla depurazione per le acque reflue, per cui l’Italia rischia di dover pagare altri 180 milioni di euro, oltre ai 100 che già versa per i rifiuti in Campania e le discariche abusive. Tutto questo, però, la Boschi non lo dice: l’ottimismo è il profumo della vita.