Venezuela ultimo atto: il Parlamento si barrica
“Non cederemo l’aula”. Gli Stati Uniti impongono sanzioni economiche
Il parlamento è ormai “vecchio”: in mano alla destra che ne detiene la maggioranza, dovrebbe essere sostituito dai nuovi delegati eletti domenica per l’Assemblea Costituente. I timori di un nuovo bagno di sangue sono concreti: “Non cederemo l’aula, la sede del potere legislativo, all’Assemblea eletta di cui non riconosciamo la legittimità. Si sta andando verso uno scenario di probabile scontro violento” ha avvertito il presidente Julio Borges. Le spinte da ambo le parti sono destinate a creare scintille e Maduro, subito dopo la chiusura dei seggi, ha rilasciato una dichiarazione durissima, anticipando nuove misure contro il parlamento stesso, la Procura, i leader dell’opposizione della Mud e i media privati: “Annienterò la borghesia parassita e revocherò tutte le immunità parlamentari. Siamo in una guerra di comunicazione contro le menzogne della televisione privata” ha detto il presidente in un discorso televisivo. Intanto la lista delle vittime degli scontri – che proprio oggi ‘celebra’ i primi quattro mesi – va riaggiornata. Raggiunta la soglia dei 120 morti, l’ultima è una ragazzina di appena 15 anni, Daniela De Jesus Salomon Machado, uccisa da un proiettile al torace durante gli scontri a San Cristobal, capitale dello stato Tàchira, al confine con la Colombia. Secondo il fidanzato, la giovane non stava manifestando, ma è passata vicino ad un corteo proprio mentre un gruppo di fedeli a Maduro ha iniziato a sparare contro la folla. Il giorno dopo il voto si è verificato il solito balletto delle cifre. Se l’esito delle nomine era scontato – la formula voluta da Maduro premiava i suoi candidati – il successo della tornata elettorale andava calibrato sull’affluenza al voto. Secondo il regime la percentuale di votanti avrebbe toccato il 41,5% degli aventi diritto, circa 8 milioni sui 19 circa previsti; l’opposizione contesta questo dato e parla di un flop storico, con addirittura l’87% di astensionismo. Maduro va dritto per la sua strada e, salvo alcuni amici inossidabili – Bolivia, Nicaragua e Salvador – non si cura delle critiche internazionali. Gli Stati Uniti varano sanzioni economiche: vietato fare affari con Maduro.
Guerra di cifre
Il regime: riforma voluta dal 41,5% dei votanti. L’opposizione: 87% di astensionismo