Sam Shepard, il talento di narrare il mondo
Scrittore, sceneggiatore, attore e musicista con un diffuso successo di pubblico e critica
Difficile trovare un talento più multiforme e poliedrico. Sam Shepard è morto a 73 anni nella sua casa in Kentucky, per una complicazione della sclerosi laterale amiotrofica di cui soffriva da tempo. L’eredità artistica che lascia è imponente, influente, abbacinante: ha scritto, sceneggiato, recitato e suonato come, forse, nessun altro, mietendo un costante e diffuso successo di pubblico e critica.
NEL 1979 vince il premio Pulitzer con la pièce Bu r ie d Child, e al prestigioso riconoscimento centrerà altre due nomination con True West e Fool for Love, entrambi messi in scena a Broadway. Leitmotiv della sua produzione drammaturgica il lato oscuro della famiglia americana, indagato con acume ed empatia tra sposi, amanti e fratelli col- telli: Curse of the Starving Class e A
Lie of the Mind sono della partita, e la lezione è morale senza moralismo, pessimista – w elle sia namente – con speranza.
Identità e fragilità, fallimento e anelito trovano spazio in una prosa sapida e surreale, esplicita e però immaginifica. Già, Shepard scrive per immagini, una capacità invidiabile che riversa con profitto al cinema: da Zabriskie Point diretto da Michelangelo Antonioni nel 1970 a Paris, Texas (1984) – e Don’t Come Knocking (2005) – di Wim Wenders, firma sceneggiature che sono patrimonio della Settima Arte.
Non abbassa l’a s t ic e ll a poetica, né il tenore delle fre- quentazioni, quando dal tavolino passa sul set: esordio nel 1975 in Renaldo and Clara di Bob Dylan, nel 1983 una candidatura agli Oscar da non protagonista di Uomini veridi Philip Kaufman, ha interpretato I giorni del cielo di Terrence Malick (1978), Follia d’amore – tratto dal suo Fool for Love – di Robert Altman ( 1985), Passioni violente di Volker Schlöndorff (1991), Il rapporto Pelican di Alan J. Pakula (1993), Passione ribelle di Billy Bob Thornton (2000), La promessa di Sean Penn ( 2001), Black Hawk Down di Ridley Scott (2001).
In anni più recenti non disegna talenti in nuce e scommesse da realizzare, cui porta in dote la propria esperienza: Jeff Nichols ( Mud , 2012; Midnight Special, 2016), Andrew Dominik ( L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford ,2007; Cogan, 2012) e James Franco ( In Dubious Battle, dal 7 settembre nelle nostre sale).
Il suo ultimo film è il thriller Never Here, ancora non distribuito, ma a rimanere negli occhi è la serie Netflix Bloodlinea cui ha partecipato nel ruolo del padre padrone Robert Rayburn: tensioni parentali, segreti familiari, figli (poco) prodighi, tutto pane per i suoi denti.
NON MENO rilevanti le prove sul palcoscenico, spesso spese lontano dalle luci di Broadway (fu un’icona del movimento Off Off Broadway a inizio anni Sessanta), quali Chicago, La turista e A Number, si è concesso anche lo sfizio di suonare la batteria nella band The Holy Modal Rounders (compare in Easy Rider) e di accompagnare in tour Dylan. Non da meno le sue vicissitudini sentimentali: un flirt con Patti Smith, una lunga relazione ( 1982 – 2009) con Jessica Lange, da cui ha avuto due figli.
Premio Pulitzer Nel ‘ 79 vince il riconoscimento con “Buried Child” sul lato oscuro della famiglia americana