Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

“Da

me non avrete una parola contro Macron: sta facendo l’interesse del suo Paese”. Già che c’è, potrebbe chiedergli di fare anche i nostri, casomai gli restasse tempo, visto che sono almeno 50 anni che aspettiamo un premier italiano che faccia gli interessi dell’Italia. Si potrebbe cominciare da Telecom, quel gruppetto italiano di appena 65mila dipendenti che controlla reti telefonich­e, telecomuni­cazioni, intercetta­zioni e altre quisquilie: ha appena fatto fuori un manager italiano chef ace vagl’ interessi dell’azienda anziché dell’azionista francese Vivendi, rimpiazzat­o con un parigino che non spiccica una parola di italiano e con un extracomun­itario israelo-brasiliano che parla solo inglese e non ha neppure il permesso di soggiorno, però s’intendono alla perfezione gesticolan­do come i sordomuti. Ci sono un italiano, un francese, un israelo-brasiliano... come nelle barzellett­e. Ma per prendere posizione occorrereb­be un politico italiano che fac ci agl’ int eressi dell’ Italia: non esageriamo. Renzi, poi, ha ben altro a cui pensare. Tipo babbo Geppetto, lo scandalo Consip e il Fatto (“sempre lo stesso giornale, guardacaso”) che continua a rivelare le sue conversazi­oni col genitore: “Perché si pubblicano intercetta­zioni a rilascio continuo che non hanno alcuna rilevanza penale? E perché eravamo intercetta­ti visto che non eravamo indagati?”. Il direttore de La Stampa potrebbe rammaricar­si per non averle pubblicate lui, le intercetta­zioni; ricordargl­i che non sono affatto segrete né irrilevant­i, infatti la Procura di Roma le ha depositate al processo Romeo-Gasparri, casomai qualcuno volesse leggerle; spiegargli che l’intercetta­to era suo padre indagato e comunque il Codice consente di intercetta­re pure i non indagati. Invece tace, ben felice di aver preso il buco: infatti il suo giornale, come tutti gli altri, si guarda bene dal riportarne il contenuto (che sarà mai un ex premier che accusa il padre di frequentar­e nel caso Consip gente che “fa vomitare”).

Ma ecco il pezzo forte: “Non posso non vedere delle strane coincidenz­e: mio padre, una volta che sono stato eletto presidente, è stato pedinato come un camorrista da una Procura che pare abbia messo microspie nella casa dove sono”. Naturalmen­te le microspie erano nelle pertinenze del padre, non del figlio( peraltro non parlamenta­re, dunque inter cett abilissimo ); i pedinament­i sono previsti anche perle tangenti, non solo perla camorra; Renzi divenne premier nel febbraio 2014 e l’ inchiesta Consip partì nell’estate 2016; ma soprattutt­o Re nz i non è mai stato“eletto presidente” di nulla invita sua, nemmeno di una bocciofila, fuorché della Provincia di Firenze nel 2004. Forse si crede Macron, lui sì mandato al governo da un’entità che per Matteo è un Ufo: gli elettori. I quali, quando finalmente si voterà, potrebbero non notarlo più. Come capitò a Irene Pivetti, presidente della Camera nel 1994 a 31 anni e poi più nulla. Non vorremmo ritrovarci anche questa meteora a Ballando con le stelle con la Carluccio a Bisturi- Nessuno è perfetto su Italia 1, vestito in latex sadomaso a parlare di liposuzion­i con Platinette.

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