Il Fatto Quotidiano

Ecco l’ultimo ricatto di Maduro, delfino di Chavez spiaggiato

Presidente “operaio” Scelto dal ‘comandante eterno’ non ne ha mai avuto il carisma. Gli arresti dei familiari per traffico di droga

- » ROBERTA ZUNINI

Presentato­si al mondo come “presidente operaio” per il suo passato di autista della metro di Caracas, Nicolas Maduro in casa agisce come un padrone. La verve megalomane e dispotica l’ha ereditata dal ‘comandante eterno’ Hugo Chavez Frias che sul letto di morte indicò quest’uomo alto due metri e amante della danza sudamerica­na come suo successore. Il problema è che Maduro non ha mai avuto il carisma, l’i n te ll i ge nza e la credibilit­à del leader bolivarist­a scomparso nel 2013; entrò nel cerchio magico di Chavez più di 20 anni fa quando lo conobbe attraverso la moglie, Cilia Flores Maduro, una degli avvocati che ottennero la sua liberazion­e dopo il fallito golpe militare al quale Chavez prese parte nel 1992.

DOPO DUE ANNI come presidente del Parlamento venezuelan­o ( 2005- 2006), diventò l’uomo chiave per i rapporti internazio­nali del governo chavista come ministro degli Esteri dal 2006 al 2013. Nel 2012, già minato dalla malattia, Chavez lo scelse prima come vicepresid­ente esecutivo e poi - nel suo ultimo accorato discorso televisivo - annunciò la sua decisione “ferma e piena, irrevocabi­le, assoluta e totale” di designarlo come suo erede politico. Dopo la morte del ‘ c o ma ndante eterno’ però, le cose sono cominciate ad andare male per il suo delfino. Nelle elezioni presidenzi­ali del 2013 riuscì a battere l’oppositore Henrique Capriles per poco più di 200 mila voti - molto meno del milione e mezzo di vantaggio ottenuto da Chavez contro lo stesso Capriles sei mesi prima - e nelle politiche del 2015 fu sonorament­e sconfitto dall’opposizion­e, che conquistò una maggioranz­a di due terzi nell’Assemblea Nazionale. Da allora, la crisi politica a Caracas si è accelerata e la situazione economica si è degradata rapidament­e. Dopo quattro anni di Pil in rosso, l’inflazione più alta del mondo ed enormi problemi di approvvigi­onamento di cibo e medicine, la popolarità di Maduro è in caduta libera da mesi.

Il leader chavista, però, ha risposto alle insidie che lo accerchian­o radicalizz­ando la sua posizione: prima ha manipolato le elezioni dei membri della Corte Suprema, poi li ha usati per neutralizz­are il Parlamento e, malgrado l’onda crescente della protesta di piazza e il progressiv­o isolamento internazio­nale del suo regime, ha lanciato una riforma costituzio­nale il cui obiettivo è quello di smantellar­e qualsiasi istituzion­e che si possa opporre al suo potere. La crisi politico-economica del Venezuela è iniziata ben prima della morte del presidente- comandante Hugo Chavez nel 2013, ma a impedire il tracollo dell’economia venezuelan­a allora c’era l’argine del prezzo del petrolio ancora alto, di cui il paese sudamerica­no è decisament­e ricco.

ORA CHE IL COSTO del petrolio è precipitat­o, anche il Venezuela potrebbe rovinare nella dittatura e nella guerra civile grazie all’esasperazi­one della popolazion­e e alle migliaia di armi fatte distribuir­e dal presidente ai colectivos, le milizie costituite da civili membri e sostenitor­i del partito Socialista Unito di cui Maduro è il leader. Inoltre negli ultimi due mesi di quotidiane manifestaz­ioni di piazza, Maduro ha trasferito alle forze armate sempre più potere, compresa la gestione dell’energia elettrica. L’esercito però ha razionato l’elettricit­à in tutta la federazion­e, dovendo esserne privilegia­ta l’esportazio­ne per evitare il default delle casse statali.

Il carattere irascibile e prepotente del delfino di Chavez è stato domato e plasmato dalla moglie, l’unica da cui accetta consigli, ma è dal padre venezuelan­o (la madre invece era colombiana) nonché uno dei più potenti leader sindacalis­ti che il ragazzone, per nulla amante degli studi, ha avuto l’imbeccata per trovare un posto di lavoro sicuro e poco impegnativ­o allo scopo di avere tempo da dedicare alla politica. Dopo aver lasciato la guida dei treni ad altri e anche il sindacato che aveva fondato, la Sitrameca, Maduro entrò nel partito di Chavez fin dagli albori nei primi anni ‘90. Dopo nemmeno dieci anni, nel 1999 venne eletto deputato all’Assemblea Nazionale Costituent­e per scrivere la nuova Carta, quella che ora vorrebbe cambiare; nel 2006 fu nominato ministro degli Esteri, carica che ha mantenuto fino alla morte di Chavez quando divenne presidente ad interim e quindi presidente il 14 aprile 2013.

Chi è Nicolas Maduro, 54 anni, segue le orme di Hugo Chavez, il leader della “rivoluzion­e bolivarian­a”

La carriera Ex autista di mezzi pubblici diventato leader sindacale, Maduro è stato due anni presidente del parlamento e ministro degli Esteri dal 2006 al 2013. Nel 2012 Chavez, già malato, lo nominò suo erede politico con un discorso pubblico

LA SUA SCALATA al vertice della repubblica federale è stata lenta fino alle nozze con l’avvocata Cilia Flores, otto anni in più e al secondo matrimonio. Prima di diventare “first lady” era stata infatti nominata procuratri­ce generale della repubblica. La coppia presidenzi­ale era finita sotto i riflettori internazio­nali nel 2015 quando l’agenzia antidroga americana (Dea) e la polizia di Haiti arrestò a Port-au-Prince due nipoti di Cilia, Efrain Campos Flores e Francisco Flores de Freitas, mentre trasportav­ano 800 chili di cocaina. Efrain Campos Flores è anche figliastro di Nicolás Maduro che lo ha adottato e cresciuto dopo la morte della madre, sorella di sua moglie Cilia.

Entrambi i giovani erano in possesso di un passaporto diplomatic­o dello Stato venezuelan­o. Secondo gli Usa il Venezuela chavista è diventato una rotta privilegia­ta del narcotraff­ico tra la Colombia e gli Stati Uniti. Accuse a cui Maduro reagisce sostenendo che “si tratta di una manovra americana per destabiliz­zare il socialismo bolivarian­o e far tornare al potere i fascisti”.

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Reuters Il Caudillo Nicolas Maduro e elettori sotto il ritratto di Chavez (a destra)
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