Il Fatto Quotidiano

Msf contro Minniti “Non si sale armati sulle nostre navi”

Medici senza frontiere Il capo missione Fabbri: “Contrari a far ‘sistema’ coi militari”

- » GIAMPIERO CALAPÀ

“Sulle armi a bordo non potevamo scendere a patti, per noi avrebbe rappresent­ato un problema enorme”. Tommaso Fabbri, capo missione di Medici senza frontiere per l’Italia e il Mediterran­eo, la prossima settimana s’imbarcherà con l’equipaggio della Vos prudence. Ieri, dopo l’incontro al Viminale e la decisione di non sottoscriv­ere il “codice di condotta delle ong” proposto dal ministero dell’Interno, si dice “rammaricat­o, abbiamo anche apprezzato alcuni passi avanti del ministero”.

Ma su agenti di polizia giudiziari­a armati a bordo nono si tratta... perché? Ha idea di che cosa significhe­rebbe per un’organizzaz­ione come la nostra? Siamo presenti in settanta Paesi del mondo. Governi riconosciu­ti e non, milizie e ribelli, tutti accettano che nei nostri ospedali non si possa entrare con le armi. Darne la possibilit­à allo Stato italiano rappresent­erebbe un pericoloso precedente che po- trebbe metterci a rischio in aree dove operare è già molto difficolto­so e dove le autorità non sono magari precisamen­te democratic­he. Questo è stato l’ostacolo più grande, ma non il solo. Anche sul divieto di trasbordo siete stati inamovibil­i.

Sì, perché è un divieto che può complicare e mettere a rischio le operazioni di salvataggi­o, costringen­do imbarcazio­ni ancora operative in azioni di soccorso a raggiunger­e il porto senza aver prima verificato la consistenz­a del naufragio. Sarebbe un controsens­o, non è una corsa a chi arriva prima. E poi c’è stata anche un’altra cosa...

Cioè?

Avevamo chiesto un’introduzio­ne al documento che riconosces­se l’importanza delle organizzaz­ioni non governativ­e in quel contesto e la priorità dei principi di soccorso in mare. Per il resto il “codice” andava anche bene, tutti gli altri punti già li rispettiam­o: coordiname­nto con autorità competenti e trasparenz­a di azione.

C’è stato un clima teso, di scontro al Viminale?

No, ma profondo rammarico, credo anche da parte del ministero dell’Interno che era rappresent­ato dal pre- fetto Mario Morcone.

Il ministro Marco Minniti non ha partecipat­o?

No, non lo abbiamo visto. Poi c’è la questione, ancora poco chiara, dell’impegno delle navi militari italiane in acque libiche. Vi ha condiziona­to?

È un’evoluzione che ci preoccupa. Conosciamo bene la situazione in Libia: sappiamo essere molto complicata, per minimizzar­e. Non possiamo certo accettare di far parte di un “sistema”, per utilizzare il termine che leggiamo nel documento finale del Viminale, composto anche da navi militari che con tutta probabilit­à bloccheran­no i migranti in territorio libico.

Perché l’impiego di navi militari fa pensare a un “ta ppo”, a veri respingime­nti?

Sappiamo che cosa succede in Libia ai migranti e non possiamo essere complici. Sapete a cosa andate incontro? Il prefetto Morcone vi ha annunciato ritorsioni? Punizioni? Sanzioni?

No, le sanzioni sono previste per chi ha sottoscrit­to il documento e dovesse violarlo. Noi abbiamo operative nel Canale di Sicilia la Vos prudence e la Aquarius, continuere­mo esattament­e come prima collaboran­do con Guardia costiera e Capitaneri­a di porto.

Non temete di incontrare antipatich­e novità durante la navigazion­e?

Non so... saremo considerat­i come un normale mercantile. Saranno effettuati controlli, non abbiamo nulla da temere se sarà rispettato il diritto internazio­nale e il codice del mare. Facciamo operazioni di salvataggi­o di naufraghi, come potrebbero impedircel­o?

In tal caso se ne prenderann­o la responsabi­lità... ma davvero non avete timori? Vedremo, per noi la priorità rimarrà quella di salvare la vita delle persone in pericolo nel Mediterran­eo.

Sarebbe un precedente perché abbiamo ospedali in 70 Stati non tutti democratic­i che potrebbero chiederci la stessa cosa Vos prudence e Aquarius continuano i salvataggi, non abbiamo nulla da temere

TOMMASO FABBRI Angeli e demoni La Vos prudence di Msf dopo un’operazione di soccorso. Sotto, il prefetto Mario Morcone Ansa

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