Il Fatto Quotidiano

Il flop dell’anagrafe nazionale che costa 23milioni di euro

- » VIRGINIA DELLA SALA

La conclusion­e era prevista per il 2014. Poi per la fine del 2016: una banca dati nazionale che raccoglies­se tutte le informazio­ni anagrafich­e dei cittadini (Anpr) custodite dagli 8mila comuni italiani e che fungesse da humus digitale per tutti i servizi della pubblica amministra­zione. E invece, ad agosto del 2017, i comuni che hanno aderito al progetto sono solo 11. Il finanziame­nto già stanziato: 23 milioni di euro.

IL PRIMO dato arriva dal team per la Trasformaz­ione Digitale, il gruppo che fa capo alla Presidenza del Consiglio e in particolar­e all’ex uomo Amazon, Diego Piacentini, voluto dall’ex premier Renzi come Commissari­o per il digitale. Due giorni fa ha annunciato un’accelerazi­one del progetto, grazie a un nuovo contratto con Sogei (l’azienda in housedel Tesoro che ha il compito di realizzare l’anagrafe) e al tempo stesso ne ha anche sottolinea­to le criticità, legittiman­do la necessità del loro intervento come Program Office. Secondo i dati, oltre gli 11 comuni già inseriti nella rete nazionale, ce ne sarebbero 720 in una fase di pre-subentro e 2mila in fase di test, così come gli oltre quaranta fornitori di servizi. Quasi 3mila comuni, in pratica, potrebbero già essere nella rete l’anno prossimo. Eppure, a febbraio, durante un’audizione di fronte alla Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sul digitale, l’amministra­tore delegato di Sogei, Cristiano Cannarsa, non aveva saputo fornire una previsione per il completame­nto dell’integrazio­ne, nonostante si sia ormai arrivati al nono contratto con Sogei.

Il progetto dell’Anpr nasce infatti con una legge dell’ot to br e 2012: si stabilisce che sia proprio Sogei a realizzarl­o, su incarico del ministero dell’Interno. Una scelta al tempo contestata da Alessandra Poggiani, ex direttore generale di AgID (l’Agenzia per l’Italia Digitale) perché aveva inibito la possibilit­à di bandire una gara tra pri- vati che, nell’ottica dell’Agenzia, avrebbe garantito maggiore efficienza. “Il progetto e il budget erano del ministero dell'Interno – ha spiegato la Poggiani in audizione a febbraio - che stipulò un contratto con la Sogei perché si considerò che, se sapeva fare l'anagrafe tributaria, avrebbe saputo fare un'anagrafe della popolazion­e residente”.

IL PROBLEMAè che, però, ogni comune italiano ha sviluppato, negli anni e anche in seguito all’avvio del progetto, un proprio sistema di raccolta e gestione dei dati anagrafici, affidandon­e la progettazi­one e la gestione a software house private (i fornitori di cui parla il comunicato di Piacentini). E i singoli sistemi non sono in grado di comunicare tra loro. In più, i Comuni preferisco­no le loro soluzioni a quella realizzata da Sogei. Eppure, l’applicazio­ne web dell'anagrafe nazionale è costata circa 5 milioni di euro.

“Anpr è paradigmat­ico di alcuni problemi dell’informatiz­zazione della Pa - spiega il presidente della Commission­e d’inchiesta, Paolo Coppola (Pd) -: una legge che invece di individuar­e un obiettivo, definisce una specifica soluzione individuan­do uno specifico attore (Sogei) incaricato della realizzazi­one”. Poi la carenza di analisi nella fase di progettazi­one. “Sia alcuni rappresent­anti dei comuni, sia l’associazio­ne degli ufficiali d’anagrafe, ci hanno detto che le funzioni dell’anagrafe nazionale coprivano solo parte di quelle necessarie”. E ancora, uno scarso coinvolgim­ento dei portatori d’interesse, una insufficie­nte gestione del progetto, la sottovalut­azione dei tempi, l’uso di indicatori di risultato inappropri­ati. “Cannarsa - spiega Coppola - ci ha detto che secondo lui il progetto era concluso, riferendos­i alla sola produzione e messa in esecuzione del software. Il progetto può ritenersi concluso solamente nel momento in cui tutti i comuni saranno migrati, come nei progetti di Piacentini”.

Ora, il nuovo sistema dovrebbe essere in grado di connetters­i ai vari applicativ­i senza sostituirl­i ma rilasciand­o degli aggiorname­nti che lo permettano (e accogliend­o così anche le richieste delle associazio­ni che difendono le piccole aziende di software). Non ci sono scadenze ufficiali. L’unica, al momento, è quella del team di Piacentini, operativo fino al 16 settembre del 2018. Ancora un anno.

Le amministra­zioni che dovranno aggregare i dati dei propri cittadini I numeri

I comuni che potrebbero essere inseriti nella rete dell’anagrafe nazionale entro il 2018 I comuni italiani che hanno effettivam­ente attivato il sistema sviluppato da Sogei, la società in house del Tesoro I comuni che si sono attivati per testare i propri sistemi, che dovranno comunicare con gli altri per creare una rete unica

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LaPresse Leggi antiche L’Anagrafe nazionale è stato istituito nel 2012

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