Haftar aspetta la marina italiana: “È un’invasione, bombarderemo”
Ok alla missione Il generale: “Violate le acque territoriali”. Palazzo Chigi: “Minacce infondate”
Via
libera del Parlamento alla missione di supporto navale in Libia con i sì della maggioranza a cui si sono aggiunti i voti di Forza Italia che, come ha spiegato Renato Brunetta, ha deciso di sostenere la missione solo per “senso di responsabilità.”
E mentre già il pattugliatore d’Altura “Co manda nte Borsini” è entrato nelle acque territoriali del Paese nordafricano così come da richiesta del presidente Fayez Sarraj, la missione rischia di innescare un nuovo problema internazionale.
La mozione votata ieri dal Parlamento italiano infatti non è stata ben accolta nell’altra Libia, quella che fa capo al potente generale Kalifa Haftar, l’uomo della fazione di Tobruk legato all’Egitto di Al Sisi. Ieri sera l’emittente Al Arabiya ha dato notizia, prima sul suo profilo Twitter poi con una breaking news sul sito, che il leader delle milizie di Tobruk ha ordinato alle sue forze aeree di bombardare le navi militari italiane che sconfineranno in territoriali libiche su richiesta di Sarraj. La missione per il contrasto all’immigrazione della Marina italiana rischia così di diventare un’altra occasione di guerra tra i due leader libici che appena il 25 luglio si sono stretti la mano a Parigi davanti al neo presidente francese Emmanuel Macron (anche la Francia è interessata a giocare la sua partita in Libia, come al tempo di Sarkozy).
Il messaggio di Haftar segue di poche ore una dichiarazione del parlamento di Tobruk, che fa capo alla sua fazione, che aveva espresso la sua opposizione all’ope razione navale italiana. contestando al premier di Tripoli, Sarraj di aver concluso l’accordo con l’Italia per le operazioni congiunte, in quanto la presenza di navi straniere rappresenterebbe una “violazione della sovranità nazionale” libica.
Palazzo Chigi reputa infondata la minaccia di Haftar, ma la questione è posta. Prima che la situazione degenerasse, a Montecitorio l’ok era stato suggellato da 328 sì e 113 no, mentre al Senato le due risoluzioni, quella del Pd e quella di Fi, hanno ottenuto la prima 191 sì e 47 no e la seconda 170 sì, 33 no e 37 astensioni.
IL RESTO DEI PARTITI di centrodestra ha deciso di andare in ordine sparso al momento del voto in Aula. Al sì dei forzisti infatti si è contrapposta, in un dualismo sempre più e- vidente, la bocciatura alla risoluzione della maggioranza da parte della Lega Nord. Mentre Fratelli d’Italia ha scelto l’astensione: “Siamo davanti ad un timido intervento – osserva Giorgia Meloni – l’Italia ormai è il campo profughi d’Europa”.
Una sonora bocciatura al testo arriva anche dal Movimento Cinque Stelle. Ad annunciare il voto contrario è stato Alessandro Di Battista. Il deputato M5s, protagonista di un’ennesima gaffe citando Hollande come “vincitore del premio Nobel”(forse confondendolo con Obama) accusa l’esecutivo di essere “piegato a novanta gradi su una vicenda seria come l’interesse nazionale”. Per Di Battista il risultato della situazione in Libia è che “i francesi si beccano il petrolio mentre l’Italia i barconi”.
La missione in Libia ha avuto come effetto immediato quello di creare malumori e divisioni anche a sinistra, dentro Mdp. Inizialmente critico, il partito nato dalla scissione del Pd ha poi deciso di votare a favore della risoluzione di maggioranza che aveva recepito alcune richie- ste. Le correzioni, però, non sono servite a ricompattare il gruppo che si è spaccato. E Haftar non aveva ancora minacciato le bombe.