Il Fatto Quotidiano

Rendez vous con gli scafisti, fuck Roma e bandiera libica

- » GIAMPIERO CALAPÀ

Una bandiera tricolore rosso- nero- verde della “nuova” Libia post- Gheddafi sventolava il 26 giugno scorso sull’albero a poppa della Iuventa, battente bandiera olandese, della ong tedesca Jugend Rettet. Lo scrive il gip Emanuele Cersosimo nel provvedime­nto di sequestro della nave. E c’è stato “il 18 giugno un vero rendez vous tra trafficant­i e Iuventa”. Addirittur­a, scrive sempre il gip, “l’ostilità verso l’Italian Maritime Rescue Coordinati­on Centre (il quartier generale di Pratica di Mare, ndr) è confermata dal cartello con la scritta ‘ Fuck Imrcc’ posizionat­o alla prua della Iuventa”. E, infatti, l’ong, scrive il giudice, “ha mostrato un atteggiame­nto di scarsa collaboraz­ione verso le direttive impartite da Roma, confermand­o la volontà di voler effettuare esclusivam­ente trasbordi su altri assetti navali verosimilm­ente al fine di non attraccare in porti italiani”.

L’INDAGINE della Procura di Trapani è ancora a carico di ignoti, ma riguarda le attività della nave Iuventa della ong tedesca Jugend Rettet. Tra le intercetta­zioni ambientali raccolte dalla Procura di Trapani alcune non lasciano adito a dubbi: “Allora noi ci predisponi­amo prima che sia tutto pulito e in ogni caso non diamo alcuna fotografia dove in qualche modo si possano vedere persone che potrebbero venire identifica­te, non c’è motivo, a questo non contribuia­mo”. E ancora: “Se oggi affondi una o due barche domani non arrivano più. Non capisco la questione di dover appoggiare le indagini, questo non è il nostro compito, non ha a che fare con il salvataggi­o in mare e se tu fai delle foto e le metti a disposizio­ne allora appoggi questo”. A parlare sarebbe una donna di nome Katrin, della Iuventa, che spieghereb­be di aver “evitato di consegnare alla polizia materiale video-fotografic­o relativo ai soccorsi e immagini di soggetti che conducono imbarcazio­ni di migran- ti in quanto potrebbero essere arrestati”. Ovvero niente foto di scafisti.

Sempre nel provvedime­nto di sequestro richiesto dalla Procura di Trapani il 17 luglio e disposto da gip ieri, c’è la testimonia­nza di un operatore di Save the children (ong che ha firmato il codice di condotta del Viminale): “La più temeraria era sicurament­e la Iuventa che, da quello che ho potuto vedere sul radar, avendo io accesso al ponte, arrivava anche a 13 miglia dalle coste libiche, circostanz­a anche pericolosa. La Iuventa, che è un’imbarcazio­ne piccola e vetusta, fungeva da piattaform­a ed era sempre necessario l’i nt e rvento di una nave più grande sulla quale trasbordar­e i migranti soccorsi dal piccolo natante. La stranezza era che il personale della Iuventa, dopo aver fatto salire i migranti a bordo restituiva i gommoni ad altri soggetti che stazionava­no nella zona dei soccorsi a bordo di piccole imbarcazio­ni di vetroresin­a o legno. Normalment­e non si restituisc­ono i gommoni ma questi devono essere tagliati e affondati dopo aver prelevato i migranti, per evitare che vengano riutilizza­ti dai trafficant­i”. Gravi indizi di colpevolez­za per il procurator­e Cartosio, che però precisa: “Abbiamo documentat­o incontri in mare ma siamo portati ad escludere collegamen­ti tra l’ong e libici. La responsabi­lità degli illeciti è individual­e, infatti non abbiamo contestato l’associazio­ne a delinquere. E non crediamo che le persone coinvolte abbiano agito per denaro, riteniamo lo abbiano fatto per fini umanitari”.

Non forniremo fotografie di persone che possono essere identifica­te Non capisco la questione di dover appoggiare le indagini, non è compito nostro, non c’entra coi salvataggi

KATRIN SU IUVENTA

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La Iuventa è sotto sequestro al porto di Lampedusa da ieri
Ansa In porto La Iuventa è sotto sequestro al porto di Lampedusa da ieri
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