Il Fatto Quotidiano

La corsa ad armarsi in casa, segno di disprezzo per lo Stato

- MASSIMO MARNETTO CRISTIANO URBANI MAURO BPZ EUGENIA NICOLA D’ANGERIO MARIO PULIMANTI VITTORE TRABUCCO

Sei affidabile se non ti candidi, ma se non lo fai non cambi le cose. È il “paradosso P”, come Pisapia. Ma vale anche per altri personaggi politici, che temono l’ingresso formale nella politica come una sconfessio­ne del loro modo disinteres­sato di fare politica. Ha iniziato Grillo la gestione “eso-parlamenta­re” del potere. Cioè l’intenzione di rimanere fuori dalle aule, rinunciand­o volutament­e ai privilegi che il ruolo comporta. Questa impostazio­ne si è ripresenta­ta con Pisapia, che ha detto che non si candiderà, così come ha fatto anche Montanari, fin dalla sua prima apparizion­e politica, al Teatro Brancaccio. Insomma, essere onorevole è diventato disonorevo­le. E se vuoi che la gente ti dia fiducia, la prima cosa che devi fare è mettere subito in chiaro che non vuoi una poltrona. Ma è democratic­amente sostenibil­e? No. Anzi, è molto pericoloso. Avere “garanti” fuori dal Parlamento è una interdizio­ne della nostra sovranità. Una patologia della Democrazia, da curare, prima che si cronicizzi.

Minniti è stato bravo, le Ong rispettino le regole

Il rifiuto delle Ong di aderire alle norme del Governo per regolare i cosiddetti “salvataggi” di migranti (in realtà un vero e proprio servizio di trasporto regolare dalla Libia all’Italia) è un fatto gravissimo che andrebbe sanzionato in maniera adeguata. Come si permettono questi signori di rifiutare forme di controllo sui flussi, continuand­o a pretendere sovvenzion­i, aiuti, accoglienz­a? Perché Medici senza frontiere non porta i suoi passeggeri verso i porti maltesi o francesi anziché verso quelli siciliani? Caro Minniti, hai fatto bene a pretendere certe regole, ma ci vorrebbe ancora più coraggio, dichiarand­o illegittim­i i trasporti di chi non le rispetta e rifiutando attracchi a chi si beffa dell’Italia.

I media parlano solo dei russi, e non di Hillary

Come per quasi tutte le notizie scomode la maggior parte della comunicazi­one guarda il dito e non la luna. Lo scandalo delle mail del Pd americano hackerate dai russi cosa ci dice? Che Hillary faceva pressioni sui big del partito per votare lei e non Sanders.

I cosiddetti grandi elettori eletti nei “caucus” delle primarie rap- CARO FURIO COLOMBO, perché piace così tanto, a così tanta gente, l’idea di uccidere in casa ? LA LETTERA sintetizza un vero e proprio plebiscito in favore delle armi da possedere, tenere in casa e usare all’istante, se necessario, in caso di intrusione di male intenziona­to, quasi certamente immigrato. È un fenomeno interessan­te perché rovescia il tradiziona­le buon senso del tipico padre di famiglia italiano. Infatti, se è tipico, non solo al cinema, ma anche nelle notizie di cronaca americane, l’impulso ad armarsi e a sparare che è radicato nella storia e nella tradizione di quel Paese, un atteggiame­nto del genere non è mai appartenut­o alla vita italiana. Qui c’è una netta diversità di comportame­nti istintivi fra malavita che esibisce e usa le armi, e persone e famiglie normali, che diffidano delle armi e contano sulla sicurezza di cancelli, inferriate, porte e finestre, e sull’arrivo dei carabinier­i (o polizia) che più o meno ci sono sempre. Nel mio primo periodo di vita americana mi sono sempre stupìto, soprattutt­o nelle piccole città, delle porte troppo fragili, delle finestre protette solo dai vetri, della mancanza di cancelli e recinzioni di ogni tipo (salvo le case ricche). Facile capire che la sicurezza è nel possesso di un’arma, nel buon tiro e nella fiducia quasi esclusiva in se stessi di chi deve maneggiare le armi. Abbiamo sentito molte volte una spiegazion­e: l’Europa è fondata sullo Stato, che in qual- presentano solo i due terzi dei delegati che votano per il candidato Presidente.

Un terzo infatti è costituito da dei “grandi grandi elettori” che non sono votati durante il processo delle primarie. Quindi nel grande processo democratic­o della più grande democrazia del mondo il risultato delle primarie non corrispond­e assolutame­nte al verdetto popolare. Gli hackers russi hanno solo messo online le e-mail che lo staff di Hillary mandavano a questi per votare lei e non il rivale. Falsando il risultato delle primarie.

Infatti rimasi molto stupito quando il vecchio Bernie, pur sapendo tutto questo, abbia poi appoggiato Hillary alla Presidenza. Si è parlato tanto di questi famosi hackeraggi russi senza mai guardare cosa veramente si fosse scoperchia­to.

Sulle privatizza­zioni la sinistra ha perso l’anima

Come è noto, l’energia elettrica è il bene a “domanda rigida” per eccellenza, nel senso che non si può vivere senza di essa. che modo provvede (dovrebbe, così è la storia) alla vita e alla morte dei cittadini. L’America è fondata sull’individuo, che tiene per sé (o vuole, benché sia irrealisti­co), alcuni diritti, primo fra tutti quello di avere e portare armi. In Italia è avvenuto qualcosa che sembra non avere toccato per ora altri Paesi europei: il disprezzo per la politica è diventato disprezzo per lo Stato e le istituzion­i. Ed è nata una corsa alle armi e all’ auto- difesa, spingendo dunque molti italiani verso una cultura “libertaria” (non contribuir­e a nulla, e provvedi da solo a tutto) estranea alla storia europea, e che rischia di diventare un fai da te senza regole. Ecco perché si susseguono due dichiarazi­oni che però non si identifica­no. Una è :“Ho le armi e, se necessario, mi difendo da solo”. L’altra: “Io sparo subito e non voglio sapere a chi sparo. L’intruso è sempre obiettivo legittimo.” Tutto ciò non porta dentro la cultura americana. Infatti l’America conta sulla comunità come riferiment­o sociale e sostegno (il giudizio dei propri uguali ). In Italia non c’è niente di simile. C’è una giustizia incerta, una polizia indebolita e priva di mezzi, e una chiesa sfocata (non tutti sono il Papa). Il disorienta­mento, perciò, cresce ogni giorno. Esi diffonde il vanto di uccidere subito, in casa, se deciderò che è necessario.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it Tanto premesso è inevitabil­e che privatizza­ndola si sia passati da un “monopolio pubblico”, disciplina­to per legge, ad un monopolio privato, a cui interessa solo il guadagno nella massima misura possibile, il tutto a scapito di noi cittadini e, a riguardo, la libera concorrenz­a è solo una chimera.

La sinistra che alla fine degli anni Novanta ha voluto questo passaggio da pubblico a privato e che ora fa il grande regalo al capitale privato, ha perso la sua anima ed è diventata come “l’isola che non c’è”.

Il nazionalis­mo di Macron non fa sconti all’Italia

Non penso che la Francia farà retromarci­a. Del resto ciò che ha contribuit­o a rendere timida la risposta italiana all’iniziativa della Francia sui cantieri Saint Nazaire è stato il pregiudizi­o positivo nei confronto di Macron. Il solo fatto di aver sconfitto Marine Le Pen ha reso il neo premier francese un modello e un punto di riferiment­o, e non solo per il centrosini­stra. Purtroppo i fatti stanno dimostran- do che Macron è parecchio diverso da quello che molti si erano immaginati e il suo nazionalis­mo non fa sconti. Tantomeno all’Italia.

Si sceglie sempre la politica del giorno dopo

In questi giorni è stato ricordato ampiamente quel che era già noto: le perdite di acqua per usi potabili ammontano anche al 40-60% , causa le condizioni delle reti. È mancata una riflession­e che è invece doverosa: se sovrapponi­amo la mappa delle vetustà delle condutture con quelle invece in cemento- amianto si noterebber­o delle coincidenz­e: l’entità del cemento –amianto, ammonta secondo fonte Arpa Lazio 2013, a 100.000 di chilometri. Dal 1999 sosteniamo la necessità della bonifica dell’amianto per ragioni sanitarie; siamo rimasti inascoltat­i. Intendiamo­ci: si rompono anche le tubazioni in ghisa e in pvc, ma le rotture di quelle in amianto, solo nella città di Bologna nel 2016, sono state 500. Attuando un piano nazionale di bonifica si farebbe un’ottima operazione di si- La canicola che precede le ferie agostane è da sempre foriera di bizzarre proposte e trattandos­i in questo caso del consiglio Regionale Veneto, rischiano di divenire leggi vincolanti. L’obbligo di esporre sugli edifici il vessillo veneto, che sarebbe poi quello della Serenissim­a, alla faccia di padovani, bellunesi, ladini, cimbri, trevisani etc., che un loro vessillo l’hanno sempre avuto, altrettant­o nobile e prestigios­o; pena una salatissim­a multa, è la priorità del momento. Archiviate, forse perché “noiose”, come le ha definite qualche parlamenta­re, le emergenze vere quali la mancanza di un lavoro per milioni di veneti, i cantieri infiltrati dalle cosche mafiose, un territorio in perenne calamità naturale, la distruzion­e del tessuto economico. E così, basiti, assistiamo a querelle tipo “se il vessillo resta esposto dopo il tramonto dovrà essere illuminato”, “scuole di ogni ordine e grado dovranno aprire e chiudere l’anno scolastico col vessillo della Serenissim­a” e magari, metterlo su ogni suppellett­ile. A questo dovremmo sommare gli oltre 14 milioni che andremo a spendere ad ottobre, per un referendum, sull’autonomia del tutto inutile, visto che non aggiunge nulla allo status attuale di noi veneti.

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