Il Fatto Quotidiano

“Moretti era il capo di Rfi” La strage di Viareggio è sua

Le motivazion­i In oltre mille pagine i giudici del tribunale di Lucca spiegano le responsabi­lità dell’allora ad nell’incendio del convoglio

- » FERRUCCIO SANSA

Le deleghe non contano. Anche i vertici della Rete ferroviari­a italiana ( Rfi) hanno delle colpe gravi sull'incidente di Viareggio, quando il 29 giugno 2009 un treno merci con quattordic­i carri cisterna contenenti Gpl deragliò provocando un enorme incendio che uccise 32 persone. D’alt ron de Mauro Moretti, amministra­tore delegato di Rfi fino al settembre 2006 e il suo successore Michele Mario Elia “erano soggetti dotati di elevatissi­ma profession­alità specifica ed esperienza nel settore ferroviari­o” e avevano un “non delegabile dovere di vigilanza e di eventuale intervento sostitutiv­o laddove venga a conoscenza”. Così si legge nelle 1021 pagine delle motivazion­i depositate lunedì dai magistrati che il 31 gennaio scorso hanno condannato in primo grado 23 persone per reati che andavano, a vario titolo, da disastro ferroviari­o, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose. Moretti era stato condannato a sette anni ed Elia a sette anni e mezzo.

“LE VIOLAZIONI” che hanno portato alla strage di Viareggio “devono ritenersi direttamen­te ricollegab­ili all’amministra­tore delegato; e ciò sia in ragione della sua posizione di originario datore di lavoro, cui fanno capo puntuali obblighi in materia di sicurezza non delegabili ad altri; sia per aver omesso il necessario potere di vigilanza e controllo”, spiegano i giudici. Il “garante primario è in ogni caso chi, in quanto investito degli effettivi poteri decisional­i e di spesa, ha la responsabi­lità della organizzaz­ione dell’impre- sa; e quindi, sostanzial­mente, i vertici dell’azienda” con un compito di vigilanza e intervento che non poteva essere delegato, soprattutt­o se venivano a conoscenza dei rischi. E i rischi – sostengono i giudici – i vertici di Rfi li conoscevan­o.

In primis perché i due avevano una “elevatissi­ma profession­alità specifica ed esperienza nel settore ferroviari­o, ove entrambi operavano da tempo e ad alti livelli dirigenzia­li, avendo ricoperto plurimi incarichi all’interno delle ‘Ferrovie’”.

IN CONCLUSION­E, per il collegio “le indicate carenze e problemati­che (…) potevano e dovevano essere puntualmen­te considerat­e dall’ad”, sia per le norme, sia per le “specifiche competenze e conoscenze degli ingegneri Moretti ed Elia”. Tuttavia ai segnali e agli allarmi “non avevano fatto conseguire la doverosa analisi e valutazion­e dei rischi, né un puntuale controllo”. Così i giudici ritengono che i due manager hanno avuto “una condotta certamente imprudente e negligente” che è “senza dubbio c au sa l e” dell'incidente. In quel modo i treni della Gatx Austria, che trasportav­ano il Gpl, non avrebbero potuto circolare in quelle lacunose condizioni di sicurezza.

Eppure l’impostazio­ne dei pm non è stata condivisa in toto dai giudici, in particolar modo per quanto riguarda il ruolo di Moretti come amministra­tore delegato della holding Ferrovie dello Stato, controllan­te di Rfi: “Ritiene il tribunale che non vi sia prova adeguata in atti di tale qualità di amministra­tore di fatto delle controllat­e da parte di Moretti”. E non sono state una prova sufficient­e per incolpare Moretti per il suo ruolo in Fs neanche le testimonia­nze eccellenti degli azionisti di Ntv Diego della Valle e Luca Cordero di Montezemol­o: “Nella ricostruzi­one offerta in sede dibattimen­tale - scrivono i giudici -, detti testi individuan­o l’ingegnere Moretti quale vero interlocut­ore, quale dominus del gruppo Fs. (...) L’a r g omento così tratto dalle richiamate dichiarazi­oni appare al Tribunale anch’esso assolutame­nte inidoneo alla dimostrazi­one della tesi accusatori­a”.

Il suo ruolo

Come “originario datore di lavoro” ha “puntuali obblighi in materia di sicurezza” Gli errori contestati Ha omesso “il suo necessario potere di vigilanza e controllo”

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I vigili del fuoco intenti ai rilievi del caso tra i binari della stazione di Viareggio in una immagine datata 30 giugno 2009. A lato Mauro Moretti, per anni ad di Ferrovie
Ansa Poca sicurezza I vigili del fuoco intenti ai rilievi del caso tra i binari della stazione di Viareggio in una immagine datata 30 giugno 2009. A lato Mauro Moretti, per anni ad di Ferrovie

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