Il Fatto Quotidiano

Il Principe della Gaffe va in pensione

L’inciampo del “suo” Telegraph, che ne annuncia la morte

- » ALESSANDRO CISILIN

“Il

senso dell’umorismo del Duca ci ha illuminato per decenni”, scrive il Telegraph, rassicuran­te quotidiano conservato­re (non privo comunque di pregressi di valide inchieste), talmente conservato­re da non aver ancora ceduto al passaggio, oggi quasi universale, al più ridotto formato tabloid.

A umoristico contrappas­so, è stato proprio il giornale più amato dai reali – sede quasi esclusiva delle loro pur rare interviste – a inciampare nella più grossolana delle gaffes. “Il Principe Filippo, Duca di Edimburgo, è morto”, il titolo spuntato ieri mattina dal sito del quotidia- no. Si è trattato, all’evidenza, di un banale errore, forse uno scherzo, o un testo buttato lì che non doveva andare a pubblicazi­one. Che comunque c’è stata, e subito captata da qualche collega del Guardian e dell’I nd e pe ndent, con tanto di sfottò es c r ee nshot a documentar­e l’errore prima della sua correzione, avvenuta nell’arco di minuti.

Il titolo, con relativo link all’articolo, rinviava comunque a una notizia vera, e cioè non all’ultimo giorno di vita di Filippo, ma di “lavoro”. Alla veneranda età di 96 anni, ha presenziat­o ieri al suo ultimo impegno pubblico individual­e ( i cronisti reali sono precisi, è stato il 22.219e- simo dal 1952), presenzian­do davanti a Buckingham Palace a una parata dei Royal Marines, al culmine di una loro megamarato­na di beneficenz­a di cento giorni, a percorrere 1.664 miglia per celebrare la nascita del corpo, nel 1664. Scelta non casuale per il suo pensioname­nto (preannunci­ato a maggio), in quanto il Duca, a margine dei suoi molteplici titoli nobiliari (ne ha una ventina) vanta anche quello di Capitain General dell’armata stessa.

NON È del resto la prima volta che viene annunciata la sua morte (è successo quest’anno anche allo scandalist­ico Sun), né probabilme­nte dà troppo fastidio a un conclamato maestro di errori e ironie. La stessa stampa britannica lo apostrofa come “Principe delle gaffes”, e da ieri si scatena a riepilogar­le. “Le donne britannich­e non sanno cucinare”, ammise nel 1966, verità almeno parziale ma inadatta al Suo ruolo. Nel pieno della crisi economica dell’81, decretò: “Prima dicevano che serve più tempo libero, adesso si lamentano che sono disoccupat­i”. Poi, in una visita all’ex colonia kenyota, ricevendo un dono da un’indigena, le chiese: “Sei una don- na?”. Addirittur­a, è riuscito a stroncare il sogno di un bimbo che gli confidava di voler fare l’astronauta, replicando­gli: “Sei troppo grasso”. Né si è regolato dinanzi a Malala Yousafzai, l’adolescent­e pakistana insignita del Nobel per la Pace. “I bimbi vanno a scuola perché i genitori non li vogliono a casa”, le disse, qualche mese dopo esser ferocement­e aggredita dai pakistani per i suoi propositi di scolarizza­zione.

Tra inciampi e battute degne dei Monty Python, ha comunque alimentato nei decenni una diffusa simpatia, testimonia­ta ieri anche dalle parole affettuose dei leader del governo e dell’opposizion­e di Sua Maestà. La sua migliore battuta, del resto, dice la verità: “Io servo solo a sostenere mia moglie”, sposata 70 anni fa. La quale, all’opposto, non ha alcuna intenzione di dimettersi.

Senza pietà

A un bimbo che gli disse: “Da grande vorrei fare l’astronauta”, rispose: “No, sei troppo grasso”

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Ansa 96 anni Il principe Filippo
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