L’infiltrato su Vos Hestia
È UN POLIZIOTTO del Servizio centrale operativo, ha il nome di un autore dei quattro Vangeli, si è imbarcato il 19 maggio scorso a bordo della motonave Vos Hestia di Save the Children e per due mesi ha documentato, con un’informativa e decine di fotografie, le “intese” tra l’equipaggio della Iuventa e i trafficanti di esseri umani ai confini e spesso dentro le acque territoriali libiche nel Mediterraneo meridionale. Grazie all’agente sotto copertura inviato da Roma si è scoperto lo strano traffico di barchini di vetroresina condotti da “arabi con cappelli di paglia” che in più occasioni hanno scortato i gommoni carichi di migranti fin sotto le navi delle Ong assicurandosi, in un caso anche con
l’aiuto dell’equipaggio della Iuventa, di recuperare il motore e la benzina residua. Come è accaduto il 18 giugno scorso, con la restituzione agli scafisti di un barcone contrassegnato dalla sigla KK in rosso, lo stesso che otto giorni dopo ricompare per trasportare altre decine di migranti. Quella mattina poco dopo le 6, documenta l’agente undercover, un gommone con tre trafficanti si avvicina alla nave di Save the Children annunciando in arabo l’arrivo del carico di migranti; lui riesce a fotografarli e le foto dei volti dei tre libici, magliette a righe, robusti con barba e baffi, sono adesso agli atti dell’inchiesta trapanese. Che cerca di fare luce sull’approccio, definito di “interesse investigativo”, della nave fantasma (senza bandiera) Shada alla Iuventa in rotta per Lampedusa il 4 maggio scorso con a bordo 5 minori arabi.