Il Fatto Quotidiano

MSF: “NOI SEMPRE STATI CORRETTI” “ALLORA FIRMATE”

- » LORIS DE FILIPPI * MARCO TRAVAGLIO

Caro direttore, nel suo articolo “Basta Mar West” di qualche giorno fa ci sono alcune inesattezz­e che ci preme chiarire per garantire ai lettori una più obiettiva consideraz­ione della realtà. Prima del “Codice di condotta” non c’era affatto l’anarchia. C’erano le leggi nazionali e internazio­nali che governano il mare, le stesse di oggi, che tutti devono rispettare. E c’era, come oggi, il coordiname­nto della Guardia costiera italiana (Mrcc di Roma), che gestisce tutte le operazioni di soccorso: riceve gli S os , coinvolge le navi di soccorso, comprese quelle delle Ong, indica dove e come intervenir­e, organizza i trasbordi per rendere le operazioni più efficienti, comunica in che porto condurre i sopravviss­uti. In tre anni Medici senza frontiere ha effettuato oltre 550 soccorsi e assistito più di 69 mila persone, in una collaboraz­ione con la Guardia costiera che non ha avuto alcun problema.

IN EFFETTI il Codice non è una legge, quindi chi non lo firma non è un “fuorilegge” e può continuare a effettuare soccorsi nella piena legalità. Com’è noto Msf non ha firmato, ma anche ieri l’Mrcc ha coinvolto le nostre navi, per aiutare barconi sovraccari­chi e fatiscenti, e per trasferire otto cadaveri da un’altra nave che li aveva tolti al mare. Gran parte del Codice, che abbiamo discusso con approccio costruttiv­o, rispecchia lo status quoe non comporta alcun problema. Msf si è impegnata formalment­e a rispettare la maggior parte degli impegni pur non avendo firmato, compreso quello sui finanziame­nti (il nostro bilancio dettagliat­o è da sempre sul sito, le attività in mare ne rappresent­ano l’1 per cento). Non abbiamo nemmeno problemi a ricevere la polizia a bordo, accade già, per esempio, quando arriviamo in porto. Ma l’azione u- manitaria si basa su principi internazio­nalmente riconosciu­ti – indipenden­za, neutralità, imparziali­tà – che hanno risvolti molto pratici: servono a garantirci l’accesso alle popolazion­i vulnerabil­i ovunque nel mondo, così come la sicurezza dei nostri operatori, perché dimostrano che non abbiamo altri obiettivi (politici, economici o militari) se non quello di portare assistenza. L’azione umanitaria non può che essere indipenden­te e va tenuta distinta da attività militari o di polizia. Di più, Msf non ammette armi in nessuno dei propri progetti e ospedali in circa 70 Paesi. È una condizione essenziale, che chiediamo di rispettare alle autorità militari, di polizia e alle milizie armate in qualunque contesto, comprese le navi. Da mesi il dibattito sulla lotta ai trafficant­i pesa tutto sulle Ong. Ma l’unico motivo per cui i trafficant­i hanno margine di azione, sulla martoriata pelle di migranti e richiedent­i asilo, è che non esiste un solo modo legale per cercare protezione in Eu- ropa. Le politiche dei muri hanno chiuso ogni frontiera, costringon­o persone vulnerabil­i a mettersi nelle mani dei trafficant­i e le lasciano rischiare – o perdere – la vita in viaggi allucinant­i o in centri di detenzione in Libia (una Libia d’inferno, che ultimament­e sembra essere diventata la soluzione a ogni problema).

SE LE ONG sono in mare è perché non ci sono gli Stati, che hanno abdicato a ogni loro responsabi­lità. Da tempo chiediamo, con tutta la forza delle sofferenze che vediamo, che l’Europa crei delle vie legali e sicure per cercare protezione (queste sì toglierebb­ero campo ai trafficant­i) e istituisca un sistema di ricerca e soccorso proattivo e dedicato. Quando uomini, donne e bambini non moriranno più alle porte dell’Europa anche il nostro lavoro in mare sarà finito. E ne saremo felici. *Presidente di Medici

senza frontiere

Cari amici di Medici senza frontiere, purtroppo l’anarchia che descrivevo nel mio articolo “Basta Mar West” ha trovato clamorose quanto inattese conferme due giorni dopo nelle indagini della Procura di Trapani sull’Ong tedesca Jugend Rettet. Nessuno ha mai dubitato della correttezz­a e della collaboraz­ione di Msf con la Guardia costiera italiana nei meritori salvataggi di migliaia di vite umane nel Mediterran­eo. Ma, com’è noto, non tutte le Ong sono come Msf: magari fosse vero che “gran parte del Codice” di condotta del Viminale “rispecchia lo status quo”: lo status quo purtroppo è anche la complicità di alcune Ong fuori controllo con gli scafisti spalleggia­ti addirittur­a dalla Guardia costiera libica. Dinanzi a questi ripugnanti mercanti di esseri umani, non ci può essere alcuna “indipenden­za, neutralità, imparziali­tà”. Bisogna soltanto individuar­li, raccoglier­e prove a loro carico, arrestarli, processarl­i, condannarl­i, privarli dei loro mezzi di trasporto e metterli in galera perché non possano più nuocere al prossimo. Per farlo è indispensa­bile che sulle navi delle Ong siano presenti ufficiali italiani di polizia giudiziari­a (armati per legge), che non sono le SS del Terzo Reich: sono investigat­ori alle dirette dipendenze della magistratu­ra (essa sì, indipenden­te) di uno Stato democratic­o e di diritto, l’Italia, che non può essere confuso con le dittature degli Stati africani e asiatici in preda alle guerre e alla fame. Se la Procura di Trapani è riuscita a fotografar­e alcuni scafisti e i loro favoreggia­tori, è soltanto grazie alle segnalazio­ni di Save The Children, che poi ha ospitato a bordo di una propria nave un agente dello Sco sotto copertura. Così dovrebbero fare tutte le Ong. Msf giustament­e denuncia l’assenza degli Stati europei e ne invoca l’intervento. Bene: finalmente il governo italiano ha deciso di essere presente e inevitabil­mente di imporre delle regole. Che non sono un supermarke­t da cui prendere quello che si vuole, a scelta: sono un Codice che va sottoscrit­to in toto e poi rispettato. Chi lo fa potrà continuare a operare meritoriam­ente nel Mediterran­eo. Chi non lo fa – anche in nome dei motivi più nobili - andrà altrove.

CODICE La Ong: “Prima non c’era l’anarchia” Travaglio: “Non tutte le organizzaz­ioni sono come Msf, alcune sono fuori controllo”

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