Il Fatto Quotidiano

COLPI DI SOLE

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IN ALTO I CALICI Mentre in Veneto si preparano alla vendemmia anticipata a Ferragosto – con qualche preoccupaz­ione sulle quantità di Prosecco a causa del maltempo –, in Sicilia sono pronti a brindare con i “Calici di Stelle”, il frizzante appuntamen­to estivo, giunto alla XX edizione, che coinvolge centinaia di cantine e decine di città in tutta Italia. Tra gli eventi più importanti spicca quello nella Tenuta di Donnafugat­a, nel cuore della Sicilia occidental­e: durante la notte di San Lorenzo, il 10 agosto, tra i vigneti e le colline di Contessa Entellina, Donnafugat­a accoglierà i “winelover” per una serata all’insegna di vino, musica e vendemmia notturna

che a sorpresa lassù consuma 93 pinte di luppolo l’anno, quasi quanto il Portogallo, che dopo la Spagna porta la bandiera – per la verità piccolina – dei Piigs, i quali, nonostante la crisi, evidenteme­nte non si rifugiano nell’alcol. I greci, ad esempio, bevono 71 birre all’anno, mentre noi italiani ci accontenti­amo di 52 pinte. Dieci meno dei francesi che ne consumano appunto 62 a testa. Una classifica che denota una seria spaccatura in Europa, altroché migranti e debito pubblico: i paesi produttori di vino consumano meno luppolo di chi possiede e lavora l’uva, vedi italiani e francesi. E se questa non è una scoperta, lo è sicurament­e la buona notizia nel giorno della birra 2017: pare che i tassi di mortalità per cirrosi epatica non siano legati all’abuso di birra. Almeno non solo a questo: ma casomai a tutto l’alcol consumato durante l’esistenza. Quindi, compratene e bevetene tutti, ma non mischiate.

Tornando ai produttori, invece, la classifica non è proprio la stessa dei consumator­i, o quanto meno non è perfettame­nte sovrapponi­bile. Ma a primeggiar­e è comunque la Germania che di birra nel 2016 ne ha messo in commercio 8,3 miliardi di litri, il 21% del totale prodotto; seguita a sorpresa dal Regno Unito che non ne consuma molta, ma ne produce il 13% di quella imbottigli­ata. Al

Arriva dal Giappone, niente di meno che dal Biotherapy Developmen­t Research Center nipponico e più che una scoperta è già un miracolo. È il gelato che non si scioglie. Finora – pare – l’oggetto più resistente ai colpi di sole con cui ci dilettiamo usualmente in questa rubrichina estiva.

EPPURE IL COLPO di calore l’ha provocato: sicurament­e ai giornali nazionali italiani, che da quasi due giorni hanno tutti in bella vista sui siti – in evidente penuria di notizie – video, foto, timelapse e testimonia­nze di ogni genere circa il corrispett­ivo del mi- terzo posto, la Polonia, con una percentual­e pari al 10%, neanche poco, e dalla Spagna, presente con il 3,7% del totale prodotto in Europa.

Tutto il resto è fornito dalla Norvegia e dal Belgio, e per il restante 39% dagli altri paesi europei.

DETTO QUESTO, non di soli numeri e moniti vivono l’uomo e la donna d’Europa. Ma soprattutt­o di birra, e soprattutt­o nella Giornata internazio­nale della birra, momento in cui, come da tradizione, tutti gli estimatori del prodotto “si riuniscono con gli amici”, “cercano il pub più vicino”, anche ribattezza­to per l’occasione “angolo della birra” e “si scambiano in dono

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