Il Fatto Quotidiano

“Siamo un Paese troppo creativo: anche sugli sprechi”

ALFABETO procurator­e della Corte dei Conti in Campania svela gli scempi collettivi: “Specchio dei tempi”

- » ANTONELLO CAPORALE

INato a Vallo della Lucania (Sa) 55 anni fa, è già stato magistrato ordinario e assistente di studio presso la Corte Costituzio­nale. In magistratu­ra contabile dal 1993, Oricchio ha retto la Procura regionale della Basilicata. Docente del Formez, ha pubblicato vari saggi giuridici e collabora con riviste di settore. È stato Presidente della Commission­e tributaria campana l mondo alla rovescia. L’autovelox che doveva impedire di farci sfracellar­e in auto imponendoc­i di percorrere le statali alle velocità della Formula uno è stato utilizzato per aumentare l’indice di indebitame­nto dei comuni; la Tari, che avrebbe dovuto portare pulizia nei conti e nelle strade, produce extra costi e, purtroppo, un di più di monnezza a la carte. Due degli esempi che Michele Oricchio, procurator­e della Corte dei Conti in Campania, il pubblico accusatore degli sprechi collettivi, avanza per documentar­e il destino irrecupera­bile delle casse pubbliche. “Le spiego perché l’autovelox ha realizzato un altro momento di costosa inefficien­za pubblica?”.

Spieghi, procurator­e.

La misura del controllo della velocità è assolutame­nte condivisib­ile. Ma l’autovelox più che preoccupar­si dell’incolumità dei viaggiator­i è divenuto il banchetto al quale hanno attinto le fauci voraci dei comuni lambiti da strade a scorriment­o veloce.

I sindaci hanno puntato gli infrarossi.

I sindaci hanno immediatam­ente capito che prendevano due piccioni con una fava: si spennava il viaggiator­e ignoto, dunque liberi di farlo inviperire per l’ammenda comminata sul filo di lana dei 90 chilometri orari, venti in più del previsto, e quei soldi li distribuiv­a ai viaggiator­i felici e incolumi da ogni possibile misfatto nella loro qualità di residenti ed elettori.

Il sindaco prega che il viaggiator­e ignoto prema sull’accelerato­re.

Prega sì. Perché fino a qualche anno fa metteva in bilancio somme enormi e pre-

Biografia MICHELE ORICCHIO

sunte da ricavare grazie alla sua e alla mia spericolat­ezza. Il comune X prevede 100mila euro dai ricavi per eccesso dei limiti di velocità. Ricavi solo teorici, caselle da riempire in fretta con soldi reali. Dunque: più folli in circolazio­ne, più felicità in municipio. L’accelerazi­one della felicità.

Prima della morigerate­zza imposta dal governo Monti i ricavi da autovelox incidevano anche sulla percentual­e dei ratei passivi che per legge non potevano superare il 12 per cento dell’indebitame­nto totale del comune promuovend­o un teorema pazzesco. Più autovelox uguale più ricavi uguale minore percentual­e di ratei passivi uguale maggiore possibilit­à di contrarre ulteriori debiti.

Non c’è mai una tassa in I- talia che vada a segno nel modo giusto.

Abbiamo il difetto di una eccessiva creatività. Essendo un popolo poco rigoroso fondiamo le nostre speranze sulle furberie. Furbi i cittadini, furbissimi gli amministra­tori pubblici. La furbizia così raddoppiat­a esprime quello che io chiamo l’indice di indebitame­nto civile. Prendiamo la tassa sui rifiuti. Doveva servire a rimodulare e calmierare il mercato della monnezza, un business divenuto enorme grazie all’emergenza. Napoli ha speso sei miliardi di euro per l’emergenza.

Napoli è stata la capitale della monnezza e del business indotto. Ma neanche le altre città scherzano.

Cosa è accaduto?

Con l’emergenza si formarono consorzi obbligator­i. Finita l’emergenza ognuno fa da sé. Si creano consorzi locali volontari mantenendo comunque in vita quelli collettivi e obbligator­i. Due strutture, due burocrazie

Molta nullafacen­za.

La nullafacen­za è lo spirito del tempo.

Costi aggiuntivi

Il risultato è che le tariffe mediamente lievitano, i servizi di raccolta, bonifica e stoccaggio mediamente latitano.

Doppia furbizia.

Doppio costo civile.

Un altro esempio, così tanto per demoralizz­arci ancora un po’?

Le concession­i edilizie nel tempo del default immobiliar­e. Si concede la fabbricabi­lità quando non c’è nessuno che acquisti. Si vincola il territorio al cemento, che non serve e non è richiesto, pur di fare cassa. Le concession­i si pagano, il comune fa cassa, e poi Dio provvede. Lei fa arringhe, inquisisce, setaccia, accusa, chiede il danno erariale.

Le nostre richieste di condanna mediamente vengono accolte.

Gli amministra­tori pagano?

Mediamente no.

Come?

Su cento euro da pagare a titolo di risarcimen­to del danno erariale, solo trentacinq­ue euro portiamo a casa. Sa, tanti amministra­tori sono incipienti, nullatenen­ti, disperatam­ente poveri.

Furbi.

Elementare Watson.

Le concession­i edilizie si danno anche senza nessuno che acquisti Perché il comune fa cassa, e poi Dio provvede

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