Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Ecco

infatti Manconi sul manifesto di ieri: “Finora, dai dati conosciuti e dalle stesse dichiarazi­oni della procura, si tratterebb­e solo ed esclusivam­ente della realizzazi­one di un “corridoio umanitario”. I fatti sono totalmente diversi, ma il percorso logico – si fa per dire – è lo stesso dei grandi imputati di Tangentopo­li, da Craxi a B.: prima negavano tutto (il complotto delle toghe rosse), poi – quando si scopriva che mentivano, sepolti dalle prove – ripiegavan­o sull’“embè?”. Craxi passava da Mario Chiesa “mariuolo” isolato, “mela marcia” nel cestino delle mele sane, al “così fan tutti” del celebre discorso alla Camera. E B. svolazzava dal “giuro sulla testa dei miei figli che sono innocente” alla rivendicaz­ione dell’evasione fiscale” come legittima difesa contro lo Stato esoso “che non ti fa sentire intimament­e colpevole, in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità” e della corruzione come obbligo imposto dai politici o come lubrifican­te dell’economia. L’idea che esista un primato della Legge, al di sopra di tutto e di tutti, non ha mai sfiorato i portatori delle varie culture illiberali, dunque allergiche al senso dello Stato e alle sue regole, che hanno infestato l’Italia dall’Unità a oggi: quella clericale, quella castale e braminica della politica illegale, quella impunitari­a dell’imprendito­ria criminale, quella anarcoide dell’estrema sinistra gruppettar­a e della destra eversiva. Infatti oggi ritroviamo sulle stesse posizioni il giornale dei vescovi e l’ex capo del servizio d’ordine di Lotta continua. I quali nemmeno si rendono conto di ripetere, a proposito dell’Ong tedesca beccata con lo scafista in bocca, anzi a poppa, gli stessi argomenti del peggior berlusconi­smo da cui si credono immuni.

Prendete, per esempio, la “neutralità” rivendicat­a dalla gran parte delle Ong (quelle che rifiutano di firmare il Codice di condotta del Viminale e dell’Ue) tra scafisti e polizia giudiziari­a (che, essendo armata, non deve assolutame­nte salire a bordo delle navi delle Ong). È la stessa degli intellettu­ali di sinistra che, negli anni di piombo, si vantavano di non stare “né con lo Stato né con le Bierre”, mentre il socialista lombardian­o Fabrizio Cicchitto voleva disarmare la polizia (infatti trovò poi asilo ad Arcore). E dei tanti che oggi hanno in tale disprezzo lo Stato da non scandalizz­arsi se nel 1992-’94 ministri e carabinier­i trattarono con gli stragisti di Cosa Nostra. Nel 1998, appreso che il pool di Milano aveva trasmesso al giudice anticorruz­ione spagnolo Baltasàr Garzòn gli atti dello scandalo Telecinco, il Camiano se ne uscì con questa dichiarazi­one: “Questa indagine a Madrid è un pacchetto preconfezi­onato dai magistrati milanesi... Chi inventa teoremi in Italia, qualche volta, ama fare dei cadeaux a qualche collega straniero, saltando a pie' pari le regole della solidariet­à fra concittadi­ni”. Cioè, pretendeva che i pm milanesi coprissero i suoi eventuali reati commessi in Spagna per solidariet­à fra italiani, all’ombra del Tricolore (Forza Italia!). E poi giusti- ficava le tangenti in quanto “non fanno vittime”(a parte le casse dello Stato e le tasche dei cittadini, la spesa pubblica e il debito pubblico galoppanti, il libero mercato e gli imprendito­ri onesti, le grandi opere costruite sulla e con la sabbia, i danni all’ambiente e al territorio).

Sentite ora Manconi: a suo dire, quelli contestati alla Jugend Rettet sono “reati senza vittime e privi di offensivit­à e materialit­à”, come “il vagabondag­gio, l’an tic ler ica li- smo, il sovversivi­smo, la propaganda antimonarc­hica”. Cioè: chi fa da taxi ai carichi di esseri umani spolpati dagli scafisti aiutando i trafficant­i libici a non uscire dalle loro acque, a non farsi intercetta­re né identifica­re dalla magistratu­ra italiana, a godersi il bottino e persino a riavere indietro i gommoni per continuare la tratta degli schiavi, è un benemerito, un altruista, un creatore di “corridoi umanitari ”. E non fa vittime, noooo. Il fatto che centinaia di migliaia di disperati vengano rapinati dei loro miseri averi per qualche miglio di viaggio su una zattera pericolant­e da gentaglia senza scrupoli a cui i bravi ragazzi “umanitari” garantisco­no l’impunità, sarebbe un “reato senza vittime”. Non da punire, ma da premiare, in base a una non meglio precisata “ispirazion­e rigorosame­nte democratic­a e liberale” (buona questa), mentre chi chiede a tutti il rispetto delle regole avrebbe “un’idea statolatri­ca e tendenzial­men- te autoritari­a” (le pazze risate).

Naturalmen­te Manconi precisa che, “se gli appartenen­ti alla Jugend Rettet... hanno commesso reati, vengano processati e, qualora riconosciu­ti colpevoli, condannati”. Oh bella: ma se quei reati sono stati scoperti è proprio grazie alla polizia giudiziari­a che i Manconi e le anime belle si oppongono a far salire sulle navi delle Ong e che per fortuna, anticipand­o il regolament­o del Viminale, Save The Children ha ospitato a bordo di un proprio natante. Senza quella collaboraz­ione, non ci sarebbe stata l’indagine. E, senza l’indagine, i vari Manconi seguitereb­bero a insultare “il giudice dadaista” e a strillare “fuori le prove”. Come se per loro le prove cambiasser­o qualcosa: ora che le hanno, fanno finta di niente e dicono “emb è?”. Sono talmente abituati a non azzeccarne una che, quando rischiano di dire qualcosa di sensato, si spaventano.

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