Dalla Prima
Ecco
infatti Manconi sul manifesto di ieri: “Finora, dai dati conosciuti e dalle stesse dichiarazioni della procura, si tratterebbe solo ed esclusivamente della realizzazione di un “corridoio umanitario”. I fatti sono totalmente diversi, ma il percorso logico – si fa per dire – è lo stesso dei grandi imputati di Tangentopoli, da Craxi a B.: prima negavano tutto (il complotto delle toghe rosse), poi – quando si scopriva che mentivano, sepolti dalle prove – ripiegavano sull’“embè?”. Craxi passava da Mario Chiesa “mariuolo” isolato, “mela marcia” nel cestino delle mele sane, al “così fan tutti” del celebre discorso alla Camera. E B. svolazzava dal “giuro sulla testa dei miei figli che sono innocente” alla rivendicazione dell’evasione fiscale” come legittima difesa contro lo Stato esoso “che non ti fa sentire intimamente colpevole, in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità” e della corruzione come obbligo imposto dai politici o come lubrificante dell’economia. L’idea che esista un primato della Legge, al di sopra di tutto e di tutti, non ha mai sfiorato i portatori delle varie culture illiberali, dunque allergiche al senso dello Stato e alle sue regole, che hanno infestato l’Italia dall’Unità a oggi: quella clericale, quella castale e braminica della politica illegale, quella impunitaria dell’imprenditoria criminale, quella anarcoide dell’estrema sinistra gruppettara e della destra eversiva. Infatti oggi ritroviamo sulle stesse posizioni il giornale dei vescovi e l’ex capo del servizio d’ordine di Lotta continua. I quali nemmeno si rendono conto di ripetere, a proposito dell’Ong tedesca beccata con lo scafista in bocca, anzi a poppa, gli stessi argomenti del peggior berlusconismo da cui si credono immuni.
Prendete, per esempio, la “neutralità” rivendicata dalla gran parte delle Ong (quelle che rifiutano di firmare il Codice di condotta del Viminale e dell’Ue) tra scafisti e polizia giudiziaria (che, essendo armata, non deve assolutamente salire a bordo delle navi delle Ong). È la stessa degli intellettuali di sinistra che, negli anni di piombo, si vantavano di non stare “né con lo Stato né con le Bierre”, mentre il socialista lombardiano Fabrizio Cicchitto voleva disarmare la polizia (infatti trovò poi asilo ad Arcore). E dei tanti che oggi hanno in tale disprezzo lo Stato da non scandalizzarsi se nel 1992-’94 ministri e carabinieri trattarono con gli stragisti di Cosa Nostra. Nel 1998, appreso che il pool di Milano aveva trasmesso al giudice anticorruzione spagnolo Baltasàr Garzòn gli atti dello scandalo Telecinco, il Camiano se ne uscì con questa dichiarazione: “Questa indagine a Madrid è un pacchetto preconfezionato dai magistrati milanesi... Chi inventa teoremi in Italia, qualche volta, ama fare dei cadeaux a qualche collega straniero, saltando a pie' pari le regole della solidarietà fra concittadini”. Cioè, pretendeva che i pm milanesi coprissero i suoi eventuali reati commessi in Spagna per solidarietà fra italiani, all’ombra del Tricolore (Forza Italia!). E poi giusti- ficava le tangenti in quanto “non fanno vittime”(a parte le casse dello Stato e le tasche dei cittadini, la spesa pubblica e il debito pubblico galoppanti, il libero mercato e gli imprenditori onesti, le grandi opere costruite sulla e con la sabbia, i danni all’ambiente e al territorio).
Sentite ora Manconi: a suo dire, quelli contestati alla Jugend Rettet sono “reati senza vittime e privi di offensività e materialità”, come “il vagabondaggio, l’an tic ler ica li- smo, il sovversivismo, la propaganda antimonarchica”. Cioè: chi fa da taxi ai carichi di esseri umani spolpati dagli scafisti aiutando i trafficanti libici a non uscire dalle loro acque, a non farsi intercettare né identificare dalla magistratura italiana, a godersi il bottino e persino a riavere indietro i gommoni per continuare la tratta degli schiavi, è un benemerito, un altruista, un creatore di “corridoi umanitari ”. E non fa vittime, noooo. Il fatto che centinaia di migliaia di disperati vengano rapinati dei loro miseri averi per qualche miglio di viaggio su una zattera pericolante da gentaglia senza scrupoli a cui i bravi ragazzi “umanitari” garantiscono l’impunità, sarebbe un “reato senza vittime”. Non da punire, ma da premiare, in base a una non meglio precisata “ispirazione rigorosamente democratica e liberale” (buona questa), mentre chi chiede a tutti il rispetto delle regole avrebbe “un’idea statolatrica e tendenzialmen- te autoritaria” (le pazze risate).
Naturalmente Manconi precisa che, “se gli appartenenti alla Jugend Rettet... hanno commesso reati, vengano processati e, qualora riconosciuti colpevoli, condannati”. Oh bella: ma se quei reati sono stati scoperti è proprio grazie alla polizia giudiziaria che i Manconi e le anime belle si oppongono a far salire sulle navi delle Ong e che per fortuna, anticipando il regolamento del Viminale, Save The Children ha ospitato a bordo di un proprio natante. Senza quella collaborazione, non ci sarebbe stata l’indagine. E, senza l’indagine, i vari Manconi seguiterebbero a insultare “il giudice dadaista” e a strillare “fuori le prove”. Come se per loro le prove cambiassero qualcosa: ora che le hanno, fanno finta di niente e dicono “emb è?”. Sono talmente abituati a non azzeccarne una che, quando rischiano di dire qualcosa di sensato, si spaventano.