Quelli che “embè?”
Siccome non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire né peggior cieco di chi non vuol vedere, siamo passati dal “fuori le prove” all’“embè”. A marzo il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro raccontò al Parlamento quel che accade abitualmente nel Mediterraneo fra alcune Ong e gli scafisti, che partono da premesse opposte ma finiscono col collaborare alla tratta degli esseri umani al riparo dalla legge e della magistratura. E fu attaccato con varie sfumature di fiele, nell’ordine: dai presidenti delle due Camere Grasso e Boldrini, dal premier Gentiloni, dal segretario Pd Renzi, dal ministro della Giustizia Orlando e dal vicepresidente del Csm Legnini, oltreché dalla vasta galassia parolaia comunemente detta “sinistra” e dal quotidiano dei vescovi Av v en ir e (mentre l’Osservatore Romano riconobbe che bisogna indagare perché non tutte le Ong sono sante a prescindere). Tutti dicevano che Zuccaro ciarlava per sentito dire, non portava le prove, generalizzava, calunniava, infangava, faceva il gioco dei razzisti della Lega e del M5S, anziché starsi zitto ed eventualmente “parlare con gli atti”.
Luigi Manconi, ex lottatore continuo e senatore Pd, si produsse in memorabili sbocchi di bile sul manifesto: per lui il procuratore catanese era “Carmelo ‘forse’ Zuccaro”, il “giudice dadaista”, propalatore di “fake news”, complice del “tentativo più velenoso mai allestito contro le Ong impegnate nel soccorso in mare e, più in generale, contro le politiche dell’immigrazione” a suon di “indecenti bugie e di fantasiose bufale, di calunnie grossolane e di insinuazioni maligne, di sospetti maleodoranti e di illazioni grevi” fo r t u n a t amente destinate “al ridicolo ma anche un po’alla vergogna” perché mai sarebbe “emerso un solo indizio e nemmeno la più labile delle prove, il più fragile riscontro e la più approssimativa conferma dell’intero castello di accuse montato ad arte dai volenterosi agenti della xenofobia. Nulla, assolutamente nulla”. Ora che i pm e il gip di Trapani depositano gli atti, le foto, le intercettazioni e le testimonianze sulla soave corrispondenza di amorosi sensi fra l’Ong tedesca, gli scafisti libici e la cosiddetta Guardia costiera di Tripoli, questi tartufi non si scusano né tantomeno rettificano: si posizionano fischiettando in modalità “che sarà mai”. Con due eccezioni: Avvenire (“reato umanitario”) e Manconi (“reato di altruismo”). Cioè: quel che diceva Zuccaro era tutto vero; ma, dopo 5 mesi di negazionismo ( Manconi sul ma ni fe st o d el 4.5.2017: “nulla, assolutamente nulla”), si passa direttamente e allegramente al giustificazionismo.