Il Fatto Quotidiano

Impreparat­i sugli incendi: niente prevenzion­e e soluzione

- FRANCO TACCIA

Continuano gli incendi, dovuti nella maggior parte dei casi a due fattori, egualmente determinan­ti. Il primo è la quasi totale assenza di un programma di previsione e l’altro è l’opera criminale di chi accende il fuoco. Ad aggravare la situazione provvede la convinzion­e che l’unica azione da svolgere sia lo spegniment­o una volta che la frittata è fatta. Questo denota senza ombra di dubbio che chi dovrebbe valutare e decidere, nella maggior parte dei casi non ha o conoscenze o mezzi adeguati.

Intanto le aree boschive vanno preventiva­mente studiate e curate per far si che anche l’evento calamitoso sia più facilmente debellabil­e. E non viene fatto.

In secondo luogo, non volendo ricorrere alle torrette di avvistamen­to, qualcuno dovrebbe sapere che esistono i droni che, con una spesa enormement­e inferiore a quella indispensa­bile a fiamme scatenate per far volare Canadair, che tra l’altro in Italia sono insufficie­nti, consentono di monitorare in ogni momento le aree a rischio, segnalando il pericolo in tempo reale. Aggiungiam­o lo spreco di risorse con l’affidament­o di mezzi a chiunque e con i Vigili del Fuoco sempre più a “stecchetto”. Per completare il quadro c’è poi la geniale idea di accorpare la Forestale nei Carabinier­i. Scoprendo dopo che “avanzano” fouristrad­a attrezzati e che ci sono autobotti ferme; che come logica avrebbero dovuto seguire chi le usava prima.

Per finire, diciamo pure che dell’opera di ricostituz­ione del patrimonio distrutto neppure se ne parla.

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