De Luca: “Il codice? Vogliono bloccare chi salva persone”
Battitore libero, voce critica da sinistra, in passato impegnato come volontario a sostegno delle popolazioni colpite dalla guerra, Erri De Luca ha pochi dubbi sulla causa da sposare parlando di migranti e del codice per le Ong che operano in mare. “Sostengo chi già aiuta il passaggio oltre confine di viaggiatori bloccati, che vogliono giustamente andare altrove”, il suo esordio nella nostra conversazione. Sembra di rileggere i versi della sua poesia Sola andata, in cui De Luca aveva scritto: “La terraferma Italia è terra chiusa, li lasciamo annegare per negare”.
Lo raggiungiamo mentre si trova all’estero ed è un dialogo tutto incentrato sulle regole, le stesse che più di una volta lo scrittore nella sua vita ha invitato a disobbedire, per capire fino a che punto l’intransigenza ideologica possa fornire o meno una sponda a chi lucra sulla disperazione di chi fugge verso l’Europa da conflitti, miseria e terrorismo. Ma la sua presa di posizione è netta, segue quella di pochi giorni fa quando, intervistato a In Onda su La7, aveva sostenuto: “Se fossi uno di frontiera farei questo servizio di accompagnamento, incito a commettere questo crimine”.
Questo approccio non rischia di facilitare involontariamente il compito a chi lucra sulla disperazione dei migranti?
Chi è che lucra sui migranti? Chi li costringe a servirsi di trafficanti: i governi che hanno reso il corpo umano la merce più redditizia da trasportare. Aiuterei chi mi chiede aiuto per il semplice principio che farei a un altro quello che vorrei fosse fatto a me in caso di necessità.
Quindi quella che alcuni chiamano 'intransigenza umanitaria' secondo lei giustifica anche la possibilità che per salvare vite umane si venga meno alle regole che lo Stato fissa per tentare di gover-
I governi hanno reso il corpo umano la merce più redditizia da portare Io sostengo chi già aiuta i viaggiatori bloccati, che vogliono andare altrove
ERRI DE LUCA