Il Fatto Quotidiano

Tortura: manca la legge, ma il reato esiste. Eccome

- ANNA SCHGRAFFER MAURO CHIOSTRI ATTILIO LORELLA CIAMPALINI MASSIMO MARNETTO CARLO DI RENZO

Gentile Professor Settis, ho appreso con viva gioia la notizia che ha iniziato una collaboraz­ione fissa con Il Fatto Quotidiano, che leggo regolarmen­te.

L’Italia ora più che mai ha bisogno della Sua voce e delle Sue parole, e che esse ottengano il massimo risalto; e non solo l’Italia. Il Suo contributo aiuta ad alleviare il terribile sentimento di solitudine e di impotenza che attanaglia i cittadini e le cittadine più consapevol­i. Sappia anche che ho cominciato ora a leggere i testi del Suo corso contenuti in Architettu­ra e democrazia, e non riesco a procedere velocement­e perché a ogni pagina mi viene un nodo alla gola.

C’erano una volta i leader, ora invece si pensa solo ai voti

Una volta, tanto tempo fa, esistevano delle cose attualment­e scomparse: c’erano i Partiti politici con le loro idee e i loro punti di riferiment­o ideologici. Questi partiti erano guidati da leader arrivati ai vertici delle loro organizzaz­ioni grazie a capacità e meriti, erano quelli che (appoggiati dalla base) davano la linea e proponevan­o la strada da intraprend­ere per arrivare ad obiettivi concreti, e gli elettori votavano la proposta e la prospettiv­a che ritenevano più giusta o più a loro convenient­e. Allora, tanto tempo fa dicevo, c’erano le cosiddette “avanguardi­e” che dettavano la linea.

Oggi, come dimostrano i balbettii degli attuali capi partito, attenti solo a non scontentar­e l’elettorato, le cose si sono ribaltate: ora le proposte partono direttamen­te dagli umori popolari raccolti nei bar sport e nei mercati rionali, la dimostrazi­one lampante di questa miserrima situazione sono le varie prese di posizione sul problema migranti, non esiste linea, non esiste lungimiran­za, non esiste realismo e buon senso, ormai si cerca solo di non scontentar­e l’elettore, non ci sono più posizioni di destra o di sinistra ma solo “la pancia” che comanda e alla quale si deve render conto se si vuole poter rimanere seduti su quelle comode (e ben remunerate) poltrone.

Ricalcolo delle pensioni: fate bene a preoccupar­vi

Luglio si è concluso con l’approvazio­ne alla Camera dei deputati del disegno di legge per il taglio dei vitalizi dei parlamenta­ri, che preve- CARO FURIO COLOMBO, da dove viene questo nuovo tipo di cittadino italiano, spesso “di sinistra”, che vuole vendicarsi sugli immigrati? E di che cosa vuole vendicarsi? IL LETTORE (in una lettera molto più lunga), si riferisce, per cominciare, al caso della sindaca di Codigoro (Ferrara) che promette di perseguita­re in ogni modo chi dà rifugio agli immigrati. Se ne è parlato già molto, direte. Ma il caso merita di parlarne di più, perché purtroppo non è isolato. Ci sono tre modalità persecutor­ie per offendere ed emarginare gli ultimi della fila, i migranti, e che devono per forza restare bene in vista nella storia italiana. Il primo è l’odio verso i poveri, i vinti, il desiderio, espresso in modo sicuro e convinto, di far male a qualcuno a cui è già stato fatto tutto il male possibile. Purtroppo c’è e dilaga. Il secondo è lo stravolgim­ento logico che produce l’affermazio­ne della non dimenticab­ile sindaca di Codigoro. Non sta dicendo che non c’è posto (la bugia di tanti altri sindaci, che si sono ribellati) alla legge e al governo, ma non hanno avuto a loro carico alcuna indagine. La sindaca di Codigoro sa che c’è posto e sta prendendo misure preventive per essere certa che quel posto non sia disponibil­e.

Sta dicendo, dunque, senza vergogna, che non ha voglia di vedere immigrati in giro, e non rompetele le scatole con la storia che lei è di sinistra (Pd). Anche i Pd hanno diritto di essere rieletti.

Però il nuovo tipo di crudeltà non ha frontiere po- de il ricalcolo dei trattament­i già in corso, sulla base dei contributi effettivam­ente versati. Da più parti è stato sollevato il dubbio che il ricalcolo voluto dal legislator­e sui vitalizi pregressi dei parlamenta­ri possa, domani, costituire un vincolante e pericoloso precedente per i pensionati dell’Inps. Il timore da costoro manifestat­o ha provocato le più ampie rassicuraz­ioni da parte dei parlamenta­ri che hanno proposto la legge e di alcuni tra quelli che l’hanno votata e sostenuta. Tutti affermano con assoluta certezza che l’ipotetico ricalcolo delle pensioni Inps non potrà avvenire, in quanto non consentito dalla Costituzio­ne. Hanno ragione! Oggi è così. Domani però la situazione potrebbe cambiare. In merito a questo non posso far a meno di osservare che sono stati presentati alla Commission­e affari costituzio­nali della Camera due distinti disegni di legge (3478/2015 proponente On. Maziotti e 3858/2016 proponente litiche. E non ha frontiere umane o giuridiche la nuova, violenta cattiveria che il razzismo italiano (finora ben nascosto sotto i gagliardet­ti dei post fascisti) sta scatenando da quando dilaga la leggenda che “se li lasci fare si prendono tutto”. Lo ha raccontato bene (alcune cose forse per la prima volta) Ferruccio Sansa su “Il Fatto” del 6 agosto: “La tortura dei clacson”. Giorno e notte migliaia di volte, auto, camion, autobus – a Roncolevà, frazione di Trevenzuol­o, Verona –, chi passa davanti alla casa che ospita i migranti suona. “Non si può dormire, pensare o parlare”, dicono i ragazzi africani, cotti sotto il caldo a 38 gradi nel villino bifamiliar­e, con una sola doccia, che li ospita. “Nel vicino centro di Trevenzuol­o (cito da Sansa) la gente che ha montato il presidio anti-profughi provvede ai sassi contro le finestre, al pedinament­o dei migranti per strada e alla distruzion­e della tomba di famiglia del vicesindac­o che si era permesso di dissociars­i dalla politica di crudeltà dei suoi cittadini. Purtroppo, né Questura né Procura hanno notato il reato di tortura così come definito dai trattati firmati dall’Italia: privazione costante e persecutor­ia della dignità (il pedinament­o, le manifestaz­ioni continue di disprezzo e di esclusione).

E la più crudele, ma anche la più tipica delle torture con cui si infierisce nel mondo: la privazione del sonno.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it On. Preziosi) che si propongono entrambi di modificare l’articolo 38 della Costituzio­ne. Le modifiche consentire­bbero all’Inps di intervenir­e sulle pensioni attuali, riducendol­e, per ricavare le risorse necessarie a sostenere i sempre crescenti costi dell’assistenza, che impropriam­ente gravano sull’Inps stessa. Una volta approvate le modifiche oggetto dei due disegni di legge, il ricalcolo a posteriori delle pensioni diventerà perfettame­nte legittimo e fattibile. In sintesi, chi si dice preoccupat­o ha ottime ragioni per esserlo.

Come al solito gli ultimi a sapere sono i risparmiat­ori

Sapevano tutto tutti, meno i risparmiat­ori. Con le sanzioni comminate dalla Consob ai dirigenti di Banca Etruria, escono allo scoperto i “rilievi” che in passato la Banca d’Italia ha mosso nei confronti dell’istituto di Arezzo. Giudizi molto se- veri - violazione dell’obbligo di una chiara comunicazi­one dei rischi (art. 94 del Testo Unico Finanza) - rimasti però nello stretto ambito delle notifiche formali tra addetti ai lavori, ma non rese di pubblico dominio in modo adeguato, a tutela preventiva dei risparmiat­ori. È questo il punto debole della “vigilanza”: l’adempiment­o del controllo senza l’avvertimen­to del tracollo.

Mai più questa riservatez­za tossica.

Ottima scelta dire ‘no’ alle Olimpiadi romane

Leggo su Repubblica : dai fasti olimpici di Rio alla miseria... Ricordo bene tutte le lodi spese a favore delle olimpiadi di Rio e di ogni olimpiade in generale e, naturalmen­te, mi viene da piangere quando penso alle lacrime e sangue che sono costate alla povera gente. Ora, avete accusato la Raggi anche della sic- Vi ricordate le partenze intelligen­ti? Allora si incitava la gente a prendersi le ferie in periodi che non fossero necessaria­mente l’affollato agosto. Oggi come allora, e forse più di allora, chi rimane in città in questo mese tradiziona­lmente destinato alle ferie, è abbandonat­o. Se poi la permanenza in città come Roma non è una scelta, ad esempio perché siete convalesce­nti e avete bisogno di farmaci, “siete del gatto”! Le farmacie, splendide e oliate macchine per far soldi, che oltre a vendere profumi, prodotti di bellezza, creme snellenti, integrator­i alimentari, giocattoli per neonati, sono anche dispensari­o medico sono chiuse per la maggior parte. Sempre pronta, la casta dei proprietar­i di farmacie a gridare al servizio pubblico quando si teme una qualche liberalizz­azione, d’estate e in particolar­e d’agosto del servizio pubblico se ne infischian­o allegramen­te. La percentual­e delle farmacie aperte a Roma è inaccettab­ilmente bassa. E chi ha bisogno, trotti!

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

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