Tap, il Consiglio dei ministri approva il gasdotto Snam Pareri contrastanti tra ministeri
dei ministri l’ha approvato ieri: è il via libera a un altro pezzo della Tap, la Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto che porterà il gas dall’Azerbaijan all’Europa, passando per Turchia, Grecia e Italia. Un via libera che costituisce un altro importante tassello: riguarda, infatti, il cosiddetto gasdotto di “interconnessione Tap”. Sempre in Puglia, sempre nel territorio di Melendugno e fino al comune di Brindisi: serve a collegare il terminale di ricezione alla rete nazionale. Una fase fondamentale, quindi, senza la quale il gas si fermerebbe nel comune leccese. Un progetto che conta cinquanta chilometri di gasdotto realizzato dalla Snam (che ha in progetto anche la costruzione della cosiddetta Snam Rete Adriatica, che attraversando le varie regioni italiane dovrà portare poi il gas da Brindisi al resto d’Europa) per i quali c’è stato bisogno dell’intervento del governo: Snam , infatti, aveva potuto sottoporre alla il progetto aValutazione d’Impatto Ambientale solo dopo la travagliata e discontinua approvazione del progettoTap (Snam detiene, oltretutto. il 20 per cento delle azioni Tap) . Aveva però ricevuto parere negativo da parte del Ministero per i Beni culturali che aveva richiesto la verifica di compatibilità con il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale. Snam aveva risposto con l’invio di 73 elaborati tecnici. Insomma, tra i due litiganti (ministero dell’Ambiente e quello dei Beni Culturali) è dovuto intervenire il Consiglio dei ministri “ai fini - secondo una legge del 1988 - di una complessiva valutazione ed armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti” per “le decisioni di questioni sulle quali siano emerse valutazioni contrastanti tra amministrazioni”. Anche perché l’opera ha già subito diversi ritardi e rischia di sforare la scadenza del 2020. Su Tap, il premier Gentiloni si era comunque già espresso: “Di fronte alle polemiche in Puglia - aveva detto a maggio - capisco le esigenze locali, non si possono ignorare le ragioni territoriali ma c'è una questione strategica di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico di cui tenere conto”. Tap, per l’esecutivo, continuerà ad essere strategica.