Serie tivù, quegli hacker così utili a fare pubblicità
I FILTRAGGI Sottratti e diffusi sul web materiali sensibili di “Game of Thrones”. Ma l’unico danno sono i 5 milioni di euro di riscatto. L’importante infatti è che i fan in Rete ne parlino
Idraghi sputafuoco di Daenerys Targaryen sono nulla rispetto al terrore provocato sulle scrivanie dei vertici di Hbo dagli hacker che hanno violato i loro sistemi: 1.5 Terabyte di materiale confidenziale tra cui numeri di telefono di protagonisti di Game of Thrones (si fanno i nomi di Emilia Clarke, Peter Dinklage e Lena Headey), sceneggiature di episodi, e puntate di altri serial come B allers e Room 10 4. A Hollywood Reporter, che ha ricevuto molti di questi documenti, è stata inviata anche una video- lettera nella quale viene chiesto un riscatto di 5 milioni di euro in bitcoin per interrompere la diffusione del materiale e il Ceo di Hbo ha confermato la violazione su cui indaga l’Fbi.
STANDO agli ultimi sviluppi, la vicenda sembra avere la stessa natura dei recenti hackeraggi e diffusione di virus con relativa richiesta di denaro che nei mesi scorsi hanno riguardato, in diverse parti del mondo, i sistemi informatici di compagnie telefoniche, di trasporto, di telecomunicazioni e persino il sistema sanitario britannico. Non un legame diretto tra il gigantesco mondo dei serial e la pirateria web. La comparsa in Rete del quarto episodio di Game of Thrones prima della sua messa in onda, non sarebbe infatti legata al furto dei dati Hbo, ma a una inadeguata protezione di Star India, uno dei partner internazionali del colosso via cavo americano. Ma la fibrillazione che la potenziale fuga di notizie sulla serie più famosa del momento ha provocato, è l’ennesima dimostrazione del legame strettissimo tra Internet e il pubbli- co della serialità televisiva. Esiste da tempo una fruizione del prodotto tv che ha molto poco a che fare con quello che una volta si chiamava piccolo schermo. Da oltre un decennio, il mercato televisivo è diviso in due tra la spazzatura (con le dovute eccezioni) del mondo dei talent e dei reality, e quello degli “scripted show” che ha una qualità media ormai di gran lunga superiore a quella del cinema. E il paradosso è che mentre nelle case di milioni di italiani trovano spazio schermi da 50 pollici, in moltissimi guardano i loro programmi preferiti sugli schermi dei tablet, dei compu- ter, persino degli smartphone. Grazie a Internet non contano più gli ascolti della prima messa in onda: il successo di una serie si misura nella quantità di visualizzazioni, negli scaricamenti legali e non solo, nella diffusione sui social. Da questo deriva il successo di Netflix (104 milioni di abbonati) confermato dall’ingresso nel mercato dei contenuti streaming con imponenti investimenti, anche produttivi, di giganti come Amazon e, notizia di queste ore, di Disney, che ha cancellato il suo accordo con Netflix per spostare dal 2019 i suoi contenuti su una propria piattaforma. Con Internet la frui- zione diventa personalizzata: Netflix punta con forza sulle serie supereroistiche Marvel (tra poche settimane il lancio dei Defenders) e comprando la casa editrice di fumetti Millarworld per poter trasporre in fiction i suoi personaggi, ma al tempo stesso propone prodotti come Narcos e convince David Letterman a tornare.
PARALLELAMENTE al mondo dello streaming“legale”, esiste quello illecito: un infinito numero di siti che consentono la visione di episodi ancora non trasmessi nel proprio Paese, altri dove scaricare dopo poche ore la puntata andata in onda, e infine gli eserciti di appassionati che preparano sottotitoli in tutte le lingue per consentire la fruizione a chi non capisce l’inglese. Si tratta di un universo di fan che non danneggia il mercato ufficiale, perché è il pubblico più attivo, quello che discute sui social, che crea il successo della serie e spinge altri alla visione. È il do ut des che chi investe in questo mondo ben conosce; le fughe di notizie possono danneggiare Hbo rivelando delicate questioni aziendali e rovinando la sorpresa a milioni di fan qualora decidessero di rendere pubblico il finale della settima stagione di Game of Thrones, ma alla fine di agosto tutti saranno incollati a qualunque schermo per vederlo, alla faccia degli hacker e delle loro richieste di riscatto.
Internet La celebrità si misura in visualizzazioni, download legali e non solo, e diffusione sui social Per questo Disney lascia Netflix e si fa una piattaforma streaming