Gli intrecci di Marcianise e i soldi alla Open
Nella città casertana, Renzi spinse per Velardi-sindaco amico della Getra
C’è
un intreccio tra i finanziamenti alla Fondazione Open di Matteo Renzi e le decisioni politiche del Pd di Matteo Renzi che merita di essere raccontato. È un intreccio che si forma a Marcianise ( Caserta), terra di camorra e di eccellenze industriali, da un anno guidata dal sindaco renziano Antonello Velardi, giornalista e caporedattore centrale de Il Mattino. Marcianise è la città visitata l’11 giugno 2016, in piena campagna elettorale amministrativa, dall’allora premier.
QUEL GIORNO Renzi trascorre diverse ore in Getra, fabbrica di produzione di trasformatori elettrici, aperta e al lavoro h24 sei giorni su sette: 100 assunzioni col Jobs Act, nessun iscritto alla Fiom, 95 milioni di fatturato nel 2015. “La Getra è un modello per l’I- talia” nella narrazione meridionalista renziana. Si tratta dell’azienda leader del gruppo presieduto da Marco Zigon, imprenditore-ingegnere con trascorsi nell’editoria. Nel 1994 Zigon si aggrega a una piccola cordata capitanata da Giorgio Fiore per acquisire quote della Voce. Il quotidiano diretto da Indro Montanelli apre poi una sezione di pagine napoletane “fortemente volute dai soci della società editrice Fiore e Zigon”, ricorda nel 2002 in un’intervista al sito Iustitia Antonello Velardi, coordinatore di quelle pagine fino a quando il giornale chiude.
L’altroieri il Fatto Quotidiano ha pubblicato un’anteprima del bilancio 2016 della Fondazione Open – quadruplicato rispetto all’anno precedente, con un rosso di 166.000 euro –e i nomi dei donatori della cassaforte dalla quale Renzi ha attinto per pompare la sfortunata campagna referendaria. Zigon è stato uno dei più generosi: il gruppo Getra ha versato in Open 150.000 euro in due tranche.
Velardi, in qualità di sindaco Pd di Marcianise in pectore, è tra i politici e referenti istituzionali che ricevono il premier in Getra insieme a Zigon. Renzi e Velardi si conoscono già.
IL 6 APRILE 2016 si fanno fotografare insieme quando il premier si reca al Mattino per un forum su Bagnoli. I due parlottano a margine. È il via libera alla candidatura di Velardi senza passare per le primarie. La ratifica il commis- sario del Pd di Caserta, Franco Mirabelli. Il dem locale Dario Abbate si oppone (“perché le primarie si fanno ovunque tranne che a Marcianise”?), forma un gruppo di liste civiche e sfida Velardi. Ne uscirà sconfitto e il Pd gli negherà la tessera, a lui che ne era stato il segretario casertano. Abbate, leggendo l’e l en c o dei finanziatori di Open, oggi commenta: “Ora capisco un po’ di più del perché
Renzi non volle primarie a Marcianise”, alludendo “ai legami tra Velardi e Zigon”.
Velardi è tuttora in servizio a Il Mattino, dove ha l’ultima parola sulle pagine casertane: quelle che si occupano della città di cui è sindaco. Ammi- nistra con piglio deciso, seguendo una sola stella polare, il rispetto della legalità, ed aggiornando quotidianamente i cittadini tramite i social.
A luglio Velardi è riuscito a far assegnare a un’associazione che si occupa di disabilità una villa abusiva e confiscata al clan Belforte, entrando in rotta di collisione coi vigili urbani che avevano fermato i lavori di risistemazione. “Li denuncio, per anni e anni i vigili se ne sono strafottuti della villa”. Qualche giorno dopo Velardi ha aggiunto: “Sono sempre più convinto che me la faranno pagare. Il silenzio di molti, di taluni me lo conferma”.
Alla fondazione L’azienda elettrica, dopo lo spot con l’allora premier, ha ricambiato con 150 mila euro