Il sindaco Pirozzi, Alberto Sordi della politica che dà del tu ai potenti: “È per la mia gente”
Carne,
muscoli e sangue del popolo, “sto con la mia gente, sono i miei fratelli. Io barcollo ma non mollo...”.
Sergio Pirozzi non è più solo il sindaco di Amatrice, che per l’Italia è il luogo prediletto del dolore, della solidarietà e della fratellanza ritrovata. Il centro di gravità permanente della morte e poi della resurrezione. Pirozzi è divenuto, grazie al suo talento, l’italiano perfetto, l’Alberto Sordi della politica, vizi privati e pubbliche virtù, abbracci&proteste, l’uomo-felpa, il gestore collettivo delle emozioni e delle lacrime, il comandante in capo della sventura, l’ambasciatore del popolo che – dando il tu a tutti, Papa, Principe o Pre- sidente che fosse – ha ridotto il potere alla sua altezza, che naturalmente è quella della sua gente. Il suo paese traballa dal Seicento, è stato costruito e ricostruito sulle macerie, ogni due anni scricchiolava, eppure
– per dirne una – la scuola dei bimbi, “i nostri bambini, i nostri angeli”, pitturata di fresco, si diluì come crema pasticciera nella notte della botta che squartò il paese e seppellì la sua gente.
Amatrice è divenuta, anche per merito di Pirozzi, la meta del pellegrinaggio nazionale e anche internazionale, il punto di caduta di tutti i soldi: privati e pubblici. “Se mi fregano, io mi faccio la Contea e distribuisco alla mia gente i soldi delle donazioni”. L’hanno fregato, ha detto ieri l’altro al Messaggero, e si riferiva alle tasse annullate e poi ricom- parse, alle esenzioni fiscali promesse e poi ritratte. “Mi sono letto il bando, poi ho telefonato alla segretaria di Gentiloni”.
LUI CHIAMA chi vuole e quando vuole. Chiama per nome tutti: Matteo, cioè Renzi, gli ha dato una grande mano. Ma anche Zingaretti, il presidente della Regione Lazio contro il quale lui dovrebbe concorrere, naturalmente come leader in nome del centrodestra. “Ma io non mi lascio fregare”, ha detto sempre al Messaggero , sempre nella stessa intervista, e come un Mastella qualunque, ha aggiunto: mi candido se me lo chiede la mia gente”. Pirozzi è l’eroe di Amatrice, eppure il suo Comune ha solo il 6 per cento delle macerie ritirate dal fango, quattromila tonnellate di laterizi restano in attesa. Fosse stato per lui oggi tutto sarebbe sgombro... Le casette provvisorie ancora devono essere completate. Fosse stato per lui... Casette che costano circa duemila euro al metro quadrato, eppure già difettose: “Il quadro elettrico non funziona, quello idraulico dà problemi. Ho imposto un numero verde perché la gente potesse segnalare”.
Amatrice è un romanzo cult dove il male spesso oltraggia il
Intanto aspetta Potrebbe essere il candidato del centrodestra nel Lazio contro Zingaretti: “Se me lo chiedono...”