Il Fatto Quotidiano

Il sindaco Pirozzi, Alberto Sordi della politica che dà del tu ai potenti: “È per la mia gente”

- » ANTONELLO CAPORALE

Carne,

muscoli e sangue del popolo, “sto con la mia gente, sono i miei fratelli. Io barcollo ma non mollo...”.

Sergio Pirozzi non è più solo il sindaco di Amatrice, che per l’Italia è il luogo prediletto del dolore, della solidariet­à e della fratellanz­a ritrovata. Il centro di gravità permanente della morte e poi della resurrezio­ne. Pirozzi è divenuto, grazie al suo talento, l’italiano perfetto, l’Alberto Sordi della politica, vizi privati e pubbliche virtù, abbracci&proteste, l’uomo-felpa, il gestore collettivo delle emozioni e delle lacrime, il comandante in capo della sventura, l’ambasciato­re del popolo che – dando il tu a tutti, Papa, Principe o Pre- sidente che fosse – ha ridotto il potere alla sua altezza, che naturalmen­te è quella della sua gente. Il suo paese traballa dal Seicento, è stato costruito e ricostruit­o sulle macerie, ogni due anni scricchiol­ava, eppure

– per dirne una – la scuola dei bimbi, “i nostri bambini, i nostri angeli”, pitturata di fresco, si diluì come crema pasticcier­a nella notte della botta che squartò il paese e seppellì la sua gente.

Amatrice è divenuta, anche per merito di Pirozzi, la meta del pellegrina­ggio nazionale e anche internazio­nale, il punto di caduta di tutti i soldi: privati e pubblici. “Se mi fregano, io mi faccio la Contea e distribuis­co alla mia gente i soldi delle donazioni”. L’hanno fregato, ha detto ieri l’altro al Messaggero, e si riferiva alle tasse annullate e poi ricom- parse, alle esenzioni fiscali promesse e poi ritratte. “Mi sono letto il bando, poi ho telefonato alla segretaria di Gentiloni”.

LUI CHIAMA chi vuole e quando vuole. Chiama per nome tutti: Matteo, cioè Renzi, gli ha dato una grande mano. Ma anche Zingaretti, il presidente della Regione Lazio contro il quale lui dovrebbe concorrere, naturalmen­te come leader in nome del centrodest­ra. “Ma io non mi lascio fregare”, ha detto sempre al Messaggero , sempre nella stessa intervista, e come un Mastella qualunque, ha aggiunto: mi candido se me lo chiede la mia gente”. Pirozzi è l’eroe di Amatrice, eppure il suo Comune ha solo il 6 per cento delle macerie ritirate dal fango, quattromil­a tonnellate di laterizi restano in attesa. Fosse stato per lui oggi tutto sarebbe sgombro... Le casette provvisori­e ancora devono essere completate. Fosse stato per lui... Casette che costano circa duemila euro al metro quadrato, eppure già difettose: “Il quadro elettrico non funziona, quello idraulico dà problemi. Ho imposto un numero verde perché la gente potesse segnalare”.

Amatrice è un romanzo cult dove il male spesso oltraggia il

Intanto aspetta Potrebbe essere il candidato del centrodest­ra nel Lazio contro Zingaretti: “Se me lo chiedono...”

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