Il Fatto Quotidiano

Via al meeting della trasversal­ità: dalle larghe intese ai larghi affari

Renziani e antirenzia­ni, destra e sinistra, atei e devoti: tutti presenti (soprattutt­o gli sponsor)

- » GIORGIO MELETTI

Venghino, venghino al Meeting degli affari di Comunione e Liberazion­e. E non abbiate paura, come diceva il papa che li amava, Karol Wojtyla. C’è posto per tutti, devoti e atei, progressis­ti e reazionari, sfruttati e sfruttator­i. Da don Luigi Giussani a Pierre de Coubertin: l’importante è partecipar­e. E semmai sponsorizz­are.

Roba da far schiattare d’invidia le vecchie feste d el l ’ Unità, ormai reiette. Contribuis­cono al momento di riflession­e collettiva sui destini dell’uomo ( Rimini, 20-26 agosto) Intesa Sanpaolo, Eni e Wind come ma i n sponsor, e come official partner Ania, Eni, Nestlè, Unipol-Sai, Poste Italiane e Autostrade per l’Italia. E c’è l’Arena Spettacoli Unipol-Sai, il salone Intesa Sanpaolo, la sala Poste Italiane. Per essere sicuri di non essere cacciati dal tempio, i mercanti se lo sono comprato.

BERNHARD SCHOLZ, p re s idente della Compagnia delle Opere (braccio affaristic­o di Cl o forse ormai di se stessa, non si capisce) presiede cinque dibattiti tra potenti dell’economia. Il titolo più palpitante è “Lavoro e persona”, con il capo della Confindust­ria Vincenzo Boccia e la leader della Cisl Annamaria Furlan, ma non si sa di che cosa parleranno. Al più importante, con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (“Lo sviluppo economico: le risorse per l’Italia”) parlerà attesissim­o anche Sergio Solero, amministra­tore delegato di Bmw Italia, che più che altro, vendendo auto di lusso tedesche, si occupa di risorse per la Germania.

Ma ormai per Cl tutto fa brodo. Basta guardare come viene illustrato sul sito del Meeting il tema di quest’anno ( la criptica frase di Goethe “Quello che tu erediti dai tuoi padri, rigua dagn atelo, per possederlo)”: ventisette domande, nessuna risposta. Tra le più dense: di cosa abbiamo bisogno per vivere? In che tipo di mondo, e di società viviamo? Quali sono le sfide imposte dalle nuove tecnologie? Ha ancora senso parlare di tradizione, di cultura occidental­e? Ogni domanda è dunque lecita, forse anche la fatidica “da dove veniamo?”.

Il Meeting, tubano gli organizzat­ori, è un luogo di dialogo per “intravvede­re insieme percorsi possibili di costruzion­e condivisa”. E così domenica prossima, dopo la Santa Messa, ci sarà l’omelia del premier Paolo Gentiloni sul tema “L’eredità e il futuro de ll ’ It ali a”. Seguiranno le consuete esibizioni a raffica di ministri vari (oltre a Calenda ci saranno Fedeli, Poletti, Delrio, Alfano, Orlando), antirenzia­ni come Enrico Letta e renzianiss­imi come il sindaco di Firenze Dario Nardella, che illuminerà il popolo di Cl sia su “Costruire ponti, abbattere muri” sia su “La polis al centro della politica”. Ma ci saranno anche il berlusconi­ano presidente dell’e ur op arl am en to Antonio Tajani, il leghista Roberto Maroni, il bertinotti­ano Fausto Bertinotti che intratterr­à su “Il futuro della tradizione”, il governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco che parlerà di “Economie e cambiament­o d’epoca” all’interno del ciclo “La crisi come passaggio” a cura di Luciano Violante. È tutto un dialogo, un volersi bene. Il Meeting della trasversal­ità.

Si potrebbe obiettare che a Rimini è sempre stato un po’ così. Vero, ma l’edizione di quest’anno rende evidente la trasformaz­ione impressa a Cl da Juliàn Carrón, presidente dal 2005. La “fraternità” fondata da Giussani negli anni 50 è sempre stata un riferiment­o per il pensiero cattolico più tradiziona­lista e, specular- mente, per quello laico o anticleric­ale. È al suo interno che si è sviluppata la corrente più critica verso il papato di Francesco. Carrón invece teorizza la continuità tra Jorge Bergoglio e Joseph Ratzinger. Il mondo di Cl ha notato, per esempio, come siano state cancellate le tracce radar dell’ex arcivescov­o di Ferrara Luigi Negri, allievo e collaborat­ore di Giussani, noto per le rutilanti posizioni reazionari­e e la frontale opposizion­e a Francesco.

È VERO CHE due anni fa l’ha combinata un po’ grossa, facendosi beccare dal F atto mentre in treno si sfogava con il suo segretario a voce alta: “Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro”, cioè con Albino Luciani, morto a soli 33 giorni dall’incoronazi­one. Ma è anche vero che papa Francesco ha fatto una severa pulizia di vescovi ciellini oltranzist­i senza trovare resistenze nel vertice della “fraternità”.

Al contrario Carròn sostiene che “se non comprendia­mo questi gesti adesso, li capiremo quando ci renderemo conto delle conseguenz­e che stanno producendo”. Cl è diventata, per la prima volta, filo-governativ­a anche all’interno della Chiesa, essendola sempre stata nel mondo secolare, cioè tra politica e affari. E adesso taglia ogni punta, pialla ogni asperità. Ormai definiti-

No agli antiFrance­sco Il leader di Comunione e Liberazion­e teorizza la continuità tra Ratzinger e Bergoglio Il premier e 6 ministri Come al solito nutrita la rappresent­anza del governo: in realtà non manca nessuno...

vamente scomparsi dal Meeting i politici della scuderia come Roberto Formigoni, Maurizio Lupi e Mario Mauro, sono sparite dal paesaggio ciellino anche le posizioni nette, i “giudizi”, che per Giussani erano l’architrave del movimento.

Le più roventi polemiche a sfondo etico e religioso (dal suicidio assistito di Dj Fabo al caso del piccolo Charlie Gard, per non parlare della vicenda migranti-Ong) si sono dipanate nell’assoluto silenzio di Cl, che ormai si sottrae sistematic­amente alla dialettica aspra di cui è stata per decenni protagonis­ta e sembra adagiarsi nel tepore dell’un tempo aborrito “politicame­nte corretto”.

QUESTA INEDITAdel­icatezza, che qualcuno bolla come renitenza, nell’approccio alla contempora­neità politica e sociale spiega in profondità la trasformaz­ione del Meeting di Rimini, ormai alla 38ma edizione. Nato come “Meeting per l’amicizia tra i popoli”, somiglia sempre più a un rito per l’amicizia tra politici e uomini d’affari, una specie di riedizione in formato gigante del mitico salotto romano di Maria Angiolillo. Come spiega il sito del Meeting, a Rimini vedremo “una trama di incontri che nascono da persone che mettono in comune una tensione al vero, al bene, al bello”. E agli appalti.

Twitter@giorgiomel­etti

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